L'ABBRACCIO

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Dopo la gara, il resto della giornata trascorre tranquilla; abbiamo preso il gelato e mi ha presentato i proprietari del lido, che per lui sono anche amici di famiglia . I coniugi Rossi sono una coppia bizzarra,entrambi vicino alla cinquantina. Lui capelli grigi, lei un caschetto bruno. Lui calmo e pacato, lei vivace ed esplosiva. Sono gli esatti opposti, ma si vede che si amano alla follia e infatti a breve festeggeranno trent'anni di matrimonio.
《 Quindi non siete fidanzati》 《 no, ci stiamo conoscendo 》dice Riccardo per quella che mi sembra la trentesima volta. 《Mmmm. ..ok》 dice la signora Rossi poco convinta: per fortuna non ribatte e se ne va per servire alcuni clienti. Io e Riccardo rimaniamo soli seduti su dei sgabelli al bancone del bar. 《Buono il gelato?》, annuisco; questo gelato è davvero ottimo《come hai fatto a sapere che la nocciola è il mio gusto preferito?》 ,《perché è quello che hai preso la scorsa volta 》 risponde senza guardarmi , 《 no, l'altra volta ho preso caffè》 《 ti sbagli, hai preso nocciola》 《 e invece no, mi ricordo bene ho preso caffè 》《ma che ti importa come faccio a saperlo, lo so e basta 》 dice gridando, poi si alza e se ne va come una furia. Ma che ho fatto! 《tranquilla non è colpa tua, e che spesso se la prende per niente 》mi consola la signora Rossi. Entrambe ci voltiamo a guardare le spalle larghe di quel ragazzo misterioso sulla spiaggia . 《Va da lui 》 mi consiglia .

Mentre mi avvicino mi convinco sempre di più di quanto questo ragazzo sia un'incognita per me. È vero è passato troppo poco tempo per conoscerlo bene, ma non capisco mai cosa gli passa per la mente: prima tenta di baciarmi ma permette a quelle ragazze di buttarsi tra le sue braccia, poi mi dice che se fossi sua mi bacerebbe e che aveva fretta di tornare da me però subito dopo mi grida contro per una sciocchezza. È tutto così strano, la mente mi dice di allontanarmi, il cuore invece mi avvicina a lui come se fossimo due poli opposti.

Riccardo è seduto sulla spiaggia, con le braccia intorno alle ginocchia e i capelli spettanti dal vento. Mi siedo accanto a lui, che tuttavia non mi degna di uno sguardo; al contrario fissa un punto immaginario all'orizzonte. Passano dieci minuti, ma la situazione non cambia. Forse si aspetta che parli io, il problema è che non so che dire; così mi alzo, ma non appena sono in piedi Riccardo mi afferra per il polso《perfavore non andartene 》 《 E dovrei rimanere per starmene in silenzio seduta sulle pietre. Te ne sei andato gridandomi contro e lasciandomi lì sola senza nessun motivo.》dico cercando di non far trasparire la rabbia. Alle mie parole Riccardo serra la mascella e chiude per un attimo gli occhi《lo so, mi dispiace》 dice dopo dolcemente, convincendomi a sedermi di nuovo. Mi stringe al suo fianco, circondandomi le spalle con un braccio, e facendomi posare la testa sulla sua spalla. È un gesto molto intimo, mi dovrei sentire a disagio, invece le sue braccia mi danno una sensazione familiare di conforto e sicurezza. 《Quando hai imparato a fare surf 》dico la prima cosa che mi viene in mente per rompere il silenzio,《avevo 8 anni. Fu mio nonno a trasmettermi la passione per questo sport e sempre lui fu il mio maestro》, ascoltandolo mi viene in mente mio nonno e mi assale la nostalgia. Mi manca moltissimo.《Ehy che hai? D'un colpo ti sei rattristita》Riccardo mi posa due dita sotto il mento per costringermi a guardalo《niente; è solo che ho perso da poco mio nonno, e ora...... mi manca....... mi manca tantissimo 》Riccardo mi passa il pollice sulla guancia per asciugarmi una lacrima; non mi sono neanche resa conto di aver iniziato a piangere, fin quando non inizio a singhiozzare. Spontaneamente nascondo la faccia nell'incavo tra il collo e la spalla di Riccardo che mi stringe forte a sé, lisciamdomi i capelli sulla testa e ripetendo sottovoce《ssshhh va tutto bene》.

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Perdersi per ritrovarsi ancora Where stories live. Discover now