Capitolo 85

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Sono sola, ancora una volta, intorno a me è buio e ho una paura folle. Urlo il suo nome, ma lui non c'è, o meglio, non vuole esserci. Mi ha lasciata qui, in questo luogo tetro e angusto. La mia figura è illuminata da uno spiraglio di luce, intorno solo tenebre nere come la pece. Mi incammino, la luce mi segue, ma nonostante questo non vedo nulla davanti a me. Ho paura che finirò con l'inciampare, o peggio, precipitare. Questo luogo è spaventoso, cammino poggiando le mani al muro. Guardo i miei piedi e mi rendo conto di stare camminando nel vuoto, non c'è alcun pavimento sotto di me e il cuore comincia a battermi in modo violento. Com'è possibile? Finalmente scorgo una porta di colore rosso e la raggiungo. Resto a fissarla per un po', poi la apro. Una luce bianca mi abbaglia, costringendomi a chiudere gli occhi. Dopo un po' li riapro in due fessure sottili e vedo una figura al di là della soglia.

«Chi sei?» urlo. La persona dall'altro lato non mi degna di una risposta. Decido di entrare e riesco a vederlo meglio. Appena mi rendo conto di chi si tratta, il mio cuore batte più forte di prima e resto a fissarlo con gli occhi sgranati. «Mark...» sussurro. Mi sorride, mentre mi avvicino ancora di più, ma arretra di qualche passo, come se non volesse avermi vicino. Allungo una mano verso di lui, voglio toccarlo, ho bisogno di sentire la sua pelle sotto il mio tocco. Mark si allontana sempre di più, portando la luce con sé. «Ti prego, aspetta...» urlo disperata e con le lacrime agli occhi.

Comincio a correre, fino a precipitare. Urlo terrorizzata, sto per morire.

Spalanco gli occhi e mi metto a sedere di scatto sul letto. Ho il fiatone e sono intrisa di sudore. Perché ho questi incubi? Cosa vogliono dire? Afferro il cellulare dal comodino e vedo che sono solo le quattro del mattino. Spero di non aver urlato mentre sognavo. Ritorno a sdraiarmi, attendendo che il respiro ritorni regolare. Ho paura che se mi riaddormento, farò nuovamente lo stesso sogno, sembrava così reale, così vivido.

Qualcuno sta disturbando il mio sonno e una luce mi illumina il viso. Mi lamento con frasi senza senso e infilo la testa sotto al cuscino.

«Ehi, dormigliona, ti ho portato la colazione.»

Tiro fuori la testa e guardo Sam con in mano un vassoio.

«Sam, sei tu?» chiedo stupita.

«E chi, sennò?» ridacchia.

Mi metto seduta sul letto e lui mi posa il vassoio sulle gambe.

«Grazie mille, non dovevi.»

«Dovevo!» mi sorride. «A proposito, buongiorno.»

«Buongiorno a te. Ma quanta roba mi hai portato? Prendi qualcosa.»

«Mangia!» Quel mangia mi riporta alla mente Cindy, me lo ripete ogni volta che ci sentiamo al telefono, è davvero una cosa buffa. «Cos'hai da ridere sotto i baffi?»

«Io? Nulla.» afferro il croissant e gli do un morso. «Ma che ore sono?»

«Le sette e venti.»

Cacchio, avevo messo la sveglia alle sei e trenta! Guardo Sam con gli occhi sgranati, sposto il vassoio dalle mie gambe e mi alzo dal letto velocemente.

«Farò tardi se non mi do una mossa.» urlo, mentre corro in bagno.

Ho bisogno di fare una doccia, non posso presentarmi al lavoro in questo stato, ieri notte ho sudato tantissimo, tutta colpa di quello stupido sogno. Mi chiudo in bagno e mi spoglio di fretta e furia. Devo sbrigarmi.

La giornata non avrebbe potuto cominciare peggio di così, dopo la doccia mi sono vestita velocemente, truccata il minimo indispensabile e sono corsa a lavoro, dimenticando pure di salutare Sam. Sono riuscita ad inviargli un messaggio con le mie scuse e gli ho lasciato l'indirizzo del negozio in cui lavoro, casomai decidesse di venire a dargli un'occhiata. Fortunatamente sono arrivata in orario e la Kent non ha avuto nulla da ridire, mi ha salutata con un cenno della testa. Non ho ancora incrociato quella vipera di Violet, forse oggi non verrà. Ho visto Katy, ci siamo salutate e mi ha detto che oggi Miss Kent è di pessimo umore. Mi chiedo come sia quando è di buon umore, spero solo che non riversi le sue frustrazioni su di me. Comincio a sistemare la biancheria appena arrivata sugli scaffali. In questo negozio odora sempre di pulito, la biancheria stessa ha un buon odore, è tutto così bello intorno a m, se non fosse per la Kent e quell'antipatica di Violet, sarebbe tutto perfetto. Scorgo Violet da lontano... parli del diavolo... Peccato, pensavo che non venisse, ora mi toccherà sopportarla. Miss Kent va verso di lei, le chiede qualcosa che non riesco a sentire e dopo pochi secondi ritorna nel suo ufficio. Incredibile, non l'ha neppure rimproverata per il ritardo. Vedo una cliente che sta per entrare nel negozio, le vado incontro prima che possa farlo Violet.

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