Capitolo 23

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Questa domenica mi sento fiacca, sarà colpa del cambiamento climatico, la temperatura è salita parecchio. Non a caso siamo quasi a giugno. Ho un po' d'ansia quando penso al fatto che a breve riceverò la risposta dal college, spero mi accettino o tutti i miei sogni svaniranno e dovrò restare confinata qui a vita. Subire altre bravate di Mark mi annienterà completamente. Il mio cellulare comincia a squillare, riscuotendomi dai pensieri. Lo afferro dalla scrivania. Non conosco questo numero.

«Sì, pronto?» rispondo accigliata.

«Emy.»

«Chi parla?»

«Pensavo la riconoscessi la mia voce.»

«Adam?»

«Sì.»

«Ti sto chiamando da ore.»

«Scusami, ero a letto col mal di testa e avevo il telefono scarico, infatti ti chiamo con quello di mio cugino.»

«Capisco. Come ti senti adesso?»

«Non mi lamento. Tu?»

«Io sto bene.»

«Ti va di vederci, stasera?»

«Un'altra discoteca? No, grazie.» rispondo convinta.

Inizia a ridere e non capisco se mi sta prendendo in giro oppure è una risata amichevole.

«Niente discoteche, tranquilla, voglio solo passare un po' di tempo con te. Pizza?» propone.

Uscire con lui e irritare Mark, oppure lasciar perdere?

«Uhm, sì, va bene, vada per la pizza!» scelgo la prima opzione, Mark morirà!

«Perfetto! Inviami un messaggio col tuo indirizzo, non ricordo la strada. Passo a prenderti alle otto, va bene?»

«Sì, va benissimo.»

Riattacco e gli invio immediatamente il messaggio con l'indirizzo e poi i dubbi si fanno strada in me; avrò fatto bene ad accettare? Insomma, è andato subito al dunque, senza nemmeno conoscermi. Siamo nel ventunesimo secolo! Mi prende in giro la vocetta nella mia testa. Per quanto la odi, devo darle ragione e poi Adam mi è sembrato uno a posto. Credo che posso stare tranquilla.

Nonostante la strana spossatezza della giornata, il tempo è passato molto velocemente, forse perché non ho visto Mark per tutto il pomeriggio. Sono appena uscita dalla doccia e temo che farò tardi all'appuntamento. Ma è davvero un appuntamento? Se penso al motivo per cui ho accettato, direi proprio di no. Oggi pomeriggio mi sono appisolata e la mia sveglia non ha suonato, come se i problemi che ho non fossero già abbastanza.

Dopo aver riflettuto un po' su cosa indossare, ho scelto una t-shirt bianca carina e attillata, con scollatura non troppo evidente, me la regalò Cindy il mio scorso compleanno. Non l'avevo mai indossata, perché l'ho sempre trovata troppo vistosa. Sotto ci abbino un paio di jeans neri attillati, comprati al centro commerciale con Cindy. Non è proprio il mio stile, ma per stasera farò un'eccezione. Le mie hogan bianche ci andranno benissimo. Cavolo, devo sbrigarmi, tra poco arriverà Adam. Mi vesto di fretta, dopodiché corro al bagno per acconciare un po' i capelli, basterà asciugarli e pettinarli, sono già perfettamente lisci, una delle poche fortune che ho. Dovrò truccarmi un pochino, giusto?

Venti minuti più tardi sono pronta e mi meraviglia il fatto che sia in perfetto orario, nonostante la mia sbadataggine. Esco in corridoio e la mia quiete viene interrotta dall'unico e solo. Sono stata tranquilla per tutto il tempo e adesso il destino ha deciso di rovinarmi gli ultimi minuti. Cerco di ignorarlo ma lui non sembra intenzionato a farlo.

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