Capitolo 75

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Una volta in camera, resto a fissare il mio armadio, un po' disgustata. Certo che Tiffany aveva ragione, i miei vecchi abiti sono inguardabili. Afferro una canotta nera e un paio di shorts di jeans scuri. Ai piedi ci abbino le mie converse nere.

Guardo nuovamente l'ora sul cellulare, Sam dovrebbe essere qui tra pochi minuti. Ho il cuore in gola, non voglio che mi ponga qualche domanda riguardo Mark, non saprei proprio cosa rispondergli. Sta tranquilla, vuole solo passare un po' di tempo con te prima che tu parta. Sì, sarà sicuramente così. Avverto un bip, mi è appena arrivato un messaggio.

Messaggio da Sam: Sono fuori casa tua.

Perfetto, è già qui. Afferro la borsa e ripongo il cellulare al suo interno. Vado verso lo specchio per darmi un'ultima controllatina ai capelli; li ho legati in una coda bassa di lato. Dopo aver appurato che è tutto a posto, esco dalla mia camera e mi dirigo al piano di sotto.

Non c'è nessuno, Cindy sembra essere ancora nella sua stanza ed ero convinta che stesse pranzando. Vado verso la porta d'ingresso ed esco di casa. Sam è parcheggiato di fronte casa mia, la sua macchina luccica e deduco che l'abbia appena lavata, è un'alfa Romeo Giulietta nera, l'ha comperata da poco. Appena si accorge della mia presenza, mi fa un sorriso e mi fa cenno di entrare in macchina. Lo faccio e gli poso un bacio sulla guancia.

«Come va?» chiede con un mezzo sorriso.

«Bene.» Ma è davvero così? No, ma non posso fare altro che mentire, non voglio che si preoccupi per me. Questa giornata con lui mi aiuterà a non pensare a Mark, ne sono sicura. Sam mette in moto e parte, mentre io accendo la radio e magicamente sta iniziando Night Changes degli One Direction. Sorrido e lui volta lo sguardo su di me. «Ti dispiace?» chiedo titubante.

«No, affatto.»

Gli sorrido felice e comincio a cantare, guadagnandomi le sue occhiate divertite.

«E così, ti piacciono gli One Direction.» afferma in modo convinto.

«Sì.», «Scommetto che tu li odi, giusto?» chiedo, pensando a Mark.

«No, mi sono indifferenti, però questa canzone non è affatto male.» muove la testa a ritmo di musica. «Quindi, ho azzeccato il regalo.»

Lo guardo in modo confuso. «Che regalo?» Mi fa segno di voltarmi e di prendere ciò che vedo sui sedili posteriori. Mi volto e vedo una busta color oro, l'afferro e ritorno a guardarlo. «Non capisco.»

«Aprila.»

Al suo interno ci trovo un oggetto quadrato, piatto, incartato. Comincio a sorridere, immaginando già di cosa si tratta. Scarto il tutto e resto sorpresa. L'ultimo album degli One Direction!

«Allora ti piace?» mi chiede, senza distogliere lo sguardo dalla strada.

«Non ci posso credere, sono senza parole.» mi avvicino e gli poso un altro bacio sulla guancia. «Ma perché me l'hai regalato?»

«Visto che oggi è l'ultimo giorno che passi qui, ho voluto farti un piccolo regalo.»

«Ma non avresti dovuto.» stringo l'album al petto e sorrido ancora.

«È solo una sciocchezza.»

«Grazie mille, sei il migliore amico che si possa desiderare.»

Sorride, si volta verso di me e mi fa un occhiolino. Non mi aspettavo un regalo da lui, soprattutto che mi regalasse proprio un loro album, non mi pare di avergli mai detto che mi piacciono.

«Ho prenotato in un bel ristorante sulla spiaggi.» Sam interrompe i miei pensieri. «Ho deciso di festeggiare così i primi soldi che mi sono guadagnato. E poi, ripeto, è l'ultimo giorno che passi qui a Seattle.»

Non posso fare a meno di sorridergli, è stato davvero carinissimo. Peccato che stasera mi toccherà partire da sola, mi sarebbe piaciuto vivere quest'esperienza con lui, ma non devo preoccuparmi, mi raggiungerà tra un mese esatto.

Parcheggia la macchina fuori dal locale, poi scende e viene ad aprirmi la portiera, da vero gentiluomo.

«Grazie.» dico sorridente e poi afferro il suo braccio.

Mi ritrovo a guardare il bellissimo ristornate da fuori. Forse avrei dovuto vestirmi in modo più elegante? Anche se Sam indossa una t-shirt verde a tinta unita e un paio di jeans neri. Devo smetterla di pormi tutti questi problemi.

«Andiamo, signorina?» chiede con aria teatrale.

Insieme ci dirigiamo all'interno del locale e veniamo accolti da un uomo molto alto, vestito in modo sportivo. Ed io che mi stavo preoccupando del look.

«Buongiorno, volete prenotare un tavolo?»

«Abbiamo già prenotato a nome di Watson.»

Guarda il blocco che ha in mano e poi annuisce. «Un tavolo per due, giusto?»

«Esatto.»

«Seguitemi.»

L'uomo ci accompagna su una veranda che affaccia sul mare, un panorama davvero stupendo. Quanto mi piacerebbe essere qui con Mark. Devo smetterla di pensarlo, mi ero ripromessa di non farlo, almeno non ora che sono in compagnia di Sam e poi non è educato stare con lui e pensare ad un altro, anche se si tratta del mio migliore amico. Sam mi sposta la sedia per permettermi di sedermi, lo trovo un gesto alquanto gentile, anche se un pochino esagerato da parte sua.

«Grazie.»

Si siede a sua volta e mi regala un sorriso.

«Hai già preparato tutte le valigie?» mi chiede.

«Sì, devo solo mettere a posto le ultime cose.»

«Mark come l'ha presa?»

Deglutisco nel sentire il suo nome, detto da lui mi fa uno strano effetto.

«Mark... non lo sa.» ammetto a disagio.

«Quindi, stasera quando sarà a casa, non ti troverà.»

Annuisco e abbasso lo sguardo sul pavimento e comincio a torturarmi le mani. Perché mi rende così nervosa parlare di Mark? Il mio cellulare squilla, facendomi sobbalzare. Inizio a frugare nella borsa alla sua ricerca. Ho paura che si tratti ancora di lui, anche se dopo ieri notte non mi ha più richiamato. Finalmente lo trovo e leggo sullo schermo il nome di Tiffany, allora tiro un lungo respiro di sollievo.

«Tiffany, ciao!» rispondo.

«Che fine hai fatto, sei già partita e non mi hai detto niente?»

«Ma no, non sono ancora partita. In questo momento mi trovo a pranzo con Sam.»

«Bene, bene, a pranzo con Sam?» chiede con tono malizioso.

«Sì.»

Faccio segno a Sam con la mano di attendere un attimo, mi alzo dalla sedia e mi allontano un po', raggiungendo il balcone della terrazza, che affaccia sul mare. Non vorrei che Tiffany dicesse qualcosa di compromettente.

«E così, Sam ti ha invitata a pranzo.»

«Sì, ma perché ti sorprende tanto?»

«Chissà, magari vuole conquistarti.» sghignazza.

«Smettila di dire assurdità, sai bene che siamo soltanto amici e sai anche che è gay.»

«Se lo dici tu, anche se quando è venuto a chiedermi qual era il tuo gruppo preferito, sembrava molto preso.» Sam ha chiesto a Tiffany riguardo il mio regalo? Deglutisco, non riesco più a parlare. Ma dai, esagera come sempre, non devo dare retta alle sue parole, ha sempre voglia di scherzare. «Emy?»

«Sì?»

«Pensavo avessi riattaccato. Va tutto bene?»

«Certo, ma adesso devo riattaccare sul serio, Sam mi sta aspettando.»

«Bene, passerò da te stasera, prima della tua partenza.»

«Ti aspetto!» riattacco e mi volto verso Sam, ha lo sguardo perso nel vuoto.

Chissà a cosa starà pensando. Ritorno a sedermi, ma solo pochi secondi dopo si rende conto della mia presenza.

«Oh... hai concluso la telefonata?» Annuisco lentamente. «Era Tiffany?»

«Sì.» sorride e chiama ilcameriere.

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