Capitolo 31

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Appena concluse le lezioni, io e Tiffany siamo dirette a casa sua per studiare. Non ho avuto modo di vedere Mark, nemmeno ieri, Cindy disse che era uscito. Chissà con chi.

«Allora, Emy, parli da sola, oppure ti costringo con le mie torture?» sbotta Tiffany, al lato del passeggero.

La guardo confusa. «Di cosa stai parlando?»

«Sei troppo taciturna, hai la testa altrove, quindi o parli oppure fai guidare me, non ho alcuna voglia di morire a vent'anni.» dice sarcastica.

Ma non so di cosa parlarle.

«Scusami, hai ragione, prometto che presterò attenzione alla strada.»

«Ehi, non fare finta di non aver capito, voglio sapere cosa ti prende.»

Non mi prende proprio nulla, almeno credo. L'unica cosa che mi tormenta è Mark, nonostante non sia qui, ma forse mi sto creando troppi problemi, perché molto probabilmente non sarebbe accaduto nulla ieri. Devo raccontarle di Adam, siamo state così impegnate che non ho avuto modo.

«Io e Adam ci siamo messi insieme.» dico tutto d'un fiato.

Spalanca la bocca sorpresa.

«Finalmente!» esclama. «Lo vedevo come ti guardava.»

«Cioè?»

«Se potesse ti mangerebbe.» ridacchia. Resto sconcertata dalle sue parole e poi ripenso a quelle di Adam, quando mi disse che lui e Tiffany avevano avuto una mezza cosa. Dovrei parlarne? Forse è meglio evitare. «Raccontami, come va con lui?»

«Sai, sento la mancanza di Sam, lo vedo così poco ultimamente.» cerco di sviare il discorso.

Non so neanche io come va con Adam.

«Il finocchio?» lo prende in giro.

«Non chiamarlo in quel modo, Sam è un ragazzo gentile, il mio migliore amico.»

«Ed è per questo che non lo senti mai?»

«È impegnato con lo studio, come noi due.»

«Oppure non vuole esserti più amica... amico... insomma, quello che è.»

«Ti sbagli, lui è diverso dagli altri ragazzi.»

«E questo si era capito.» ridacchia.

«E dai, smettila.»

«Va bene, scusami.» tira un lungo sospiro. «Non hai risposto alla mia domanda.»

«Uh, guarda, siamo arrivate a casa tua.» Non so perché cerco di evitare l'argomento Adam, ma non ne voglio parlare, mi sento molto in imbarazzo. Mi guarda in modo strano e incrocia le braccia al petto. «Scendiamo?» le chiedo impacciata.

Annuisce e fa un sorriso falso. Ho l'impressione che il suo interrogatorio non sia finito qui.

È da quasi un'ora che cerco di spiegare a Tiffany la lezione che abbiamo avuto oggi, ma non mi ascolta, ha la testa fra le nuvole. Sto per perdere la pazienza, sembra che lo faccia apposta per provocarmi. A volte è un po' infantile, quando non voglio raccontarle qualcosa diventa intrattabile.

«Hai capito?» le chiedo per l'ennesima volta. Si poggia allo schienale della sedia girevole e comincia a girare. «Tiff, per favore.»

«È così noioso, non potremmo evitare di studiare?»

«No, devi recuperare abbastanza crediti per evitare la bocciatura.»

«Tanto accadrà indipendentemente.» ridacchia.

«Be', se non studi.»

«Facciamo una pausa?»

«Ma se non abbiamo studiato neanche un po'.»

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