- Oh, per gli dei!- fece Iris.

- Mi dispiace, ma è così. Idee su come eliminare i tori? Due sono ancora in piedi-

Alabaster osservò e analizzò velocemente la situazione, la sua mente calcolatrice riuscì a capire il da farsi in pochi istanti.

- Ho delle bombe di fuoco greco, nello zaino- disse, a bassa voce- sono bombe a scoppio ritardato. Si attaccano al metallo, quindi potrei distruggere i tori, ma dovete distrarli per me, avrò bisogno di qualche minuto per l'incantesimo giusto di attivazione-

- Ci pensiamo noi, allora- disse Iris, decisa.

Mise una mano in tasca, prendendo uno specchietto. Quello si trasformò in uno scudo rettangolare a specchio che fece indietreggiare i tori, confusi. Alabaster la fissò, impressionato.

- Non sono solo carina e basta- fece lei, sorridendo.

- Vai, ti copriamo noi- lo incalzò Donovan, prendendo la spada al posto di arco e frecce.

Alabaster si tuffò di lato e con una capriola recuperò lo zaino. Si nascose dietro un albero, trovando tre sfere di piccole dimensioni, che maneggiò con cura. Aveva disegnato delle rune su ciascuna, per farle esplodere ad una sola parola d'ordine da lui scelta. Una sola, invece, più grande, era una normalissima bomba di fuoco greco. Mise da parte quella e prese le altre. Sbirciando oltre il tronco, vide i due semidei in evidente difficoltà. Iris stava correndo, inseguita dai due tori e Donovan stava disperatamente tentando di recuperare le sue frecce e nello stesso tempo combattere gli uccelli meccanici. Aveva le braccia piene di tagli a causa delle loro unghie e dei loro becchi affilati come rasoi. La priorità, però, era eliminare i due tori rimasti.

Muovendosi veloce, Alabaster scivolò sotto le loro pance metalliche e attaccò le bombe. Scattò in piedi e gettò a terra Iris urlando "crepitus". I due tori di metallo esplosero come palloncini troppo gonfi, lanciando in aria bronzo celeste mezzo fuso.

- Tutto a posto?- chiese Alabaster a Iris.

Invece di rispondere, la figlia di Afrodite lo fissò. Anche col viso sporco di cenere e i capelli in disordine, era di una bellezza disarmante. Lo afferrò per il bavero della giacca e lo baciò.

- Ora sto bene, concedimi almeno questa piccola soddisfazione- disse.

Velocemente, gli occhi di Iris saettarono in alto, dove gli uccelli metallici stavano arrivando in picchiata su di loro. Parecchi caddero per mano delle frecce incendiarie di Donovan ed esplosero in aria.

- Abbiamo un problema- disse loro Donovan, arrivando di corsa.

Alabaster avrebbe voluto chiedere di che tipo di problema si trattava, ma lo capì quando il terreno tremò di colpo sotto i suoi piedi. Lui e Iris si erano appena rimessi in piedi e, per poco, non caddero nuovamente a terra. I tori erano stati eliminati, gli uccelli di Stinfalo stavano diminuendo considerevolmente, ma il problema più grosso arrivava sotto le sembianze di una enorme chimera di bronzo celeste, che sputava fiamme e veleno. La coda serpentina guizzava come fosse viva, la testa caprina sulla schiena sputava fuoco e il corpo leonino era imponente e corazzato.

- Miei dei- gemette Iris.

- Non è voi che vogliono- sbottò Alabaster.

Il figlio di Apollo voltò lo sguardo nella sua direzione, non troppo sorpreso.

- Hanno cercato di reclutarti- realizzò- e tu hai detto di no-

Invece di rispondere, Alabaster si voltò verso Iris ed esitò un momento, poi annuì. Un conto era lottare per Crono, ma per Caos? Nemmeno morto.

- Tornate al campo e avvisateli che, molto presto, potreste subire un attacco- continuò, chinandosi lentamente e posando la terra il proprio zaino, gli occhi fissi sulla chimera di bronzo.

- E tu che pensi di fare?- gli chiese Iris, inorridita al pensiero di lasciarlo da solo a combattere.

- Io faccio quello che avrei dovuto fare prima. Comportarmi da eroe, perché, malgrado tutto, è quello che sono, no? Dei, Titani, Giganti... tutto ma non Caos. Ho un piano, ma voi dovete andarmene e lasciarmi perdere, me la caverò da solo, come ho sempre fatto. Avvisate Chirone, avvisate tutti quanti, si prospettano momenti duri per voi, in un futuro temo troppo vicino-

Si osservò qualche istante la spada d'oro imperiale, fedele compagna di battaglie per tanti anni. Lo aveva sempre protetto, dopotutto. Si voltò appena e la mise nelle mani di Iris.

- E' tua, ora, sono certo che saprai usarla- le disse velocemente, come se temesse un suo tentativo di dissuaderlo- lo so che è pesante rispetto al tuo fioretto e non è in bronzo celeste, ma sei un'ottima spadaccina, te la caverai alla grande. Se ha sempre difeso me, non tradirà te. Voglio che sia al sicuro, non che finisca nelle mani del nemico e che poi venga usata contro di voi-

La figlia di Afrodite tentò di dire qualcosa, ma Alabaster la bloccò con un gesto inaspettato, accarezzandole gentilmente una guancia.

- Tu sei davvero la creatura più meravigliosa del mondo, Iris Marygold. Quindi ti chiedo scusa-

La chimera ormai li aveva notati e li stava puntando, avanzando a grandi balzi felini. Con uno scatto, Alabaster afferrò Donovan per un braccio, con forza, portandoselo vicino.

- Portala via di qui, subito- gli disse.

Iris non sentì le parole di Alabaster, ma vide Donovan scurirsi in viso e annuire. Senza darle tempo di replicare, il semidio la prese per un polso e la trascinò via.

- No, aspetta, Don, non possiamo lasciarlo lì!- strillò Iris, cerando di fare resistenza.

- Sì, invece, altrimenti moriremo tutti- replicò Donovan, in tono contrito, decisamente poco contento di fare come gli aveva chiesto Alabaster- non c'è altro modo... lascia che sia un eroe, Iris-

Iris sapeva che era così che dovevano andare le cose. Cercò di guardare avanti e correre, ma all'ultimo si voltò indietro; e vide l'esplosione.

Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo [CONCLUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora