Capitolo 72 - Scelta

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Forse è vero ciò che si dice.
Era stata lei che le aveva permesso di attendere. Era stata lei la causa, in fondo meritoria, del tempo trascorso.
Tutto avviene per una ragione. Anche quando lei, la speranza, resiste nonostante tutto, nonostante il mondo, nonostante noi. Forse anche quello è un segno che tutto accade per un motivo ben delineato.
Capelli castani. Occhi smeraldo.
Simili. Diversi. Sinonimi opposti. Come loro. Opposte persone.
Eppure in qualche modo... affini.
Possono due persone occupare la medesima parte del cuore?
Una di esse stava per entrare in casa.
« Cameron! Aspetta! »
Si voltò lasciando la chiave infilata nella toppa.
« Faith! Ti prego! Ho capito: non ci sarà mai nulla tra noi due! »
Un'inusitata gentilezza con un pizzico di arrendevole fatalismo lo resero irresistibile agli occhi riconoscenti di Faith.
Balzò sul patio e gli gettò le braccia al collo, cingendolo in un liberatorio abbraccio che sapeva di perdono.
« F... Faith! »
« Grazie Cameron! Grazie per come sei! »
« Io dovrei ringraziarti. Mi rendi una persona migliore di quanto io sia mai stato! » le sussurrò perdendosi nel profumo dei suoi capelli.
« Non ho fatto nulla. Lo sei sempre stato dietro quella maschera. »
« Avevo bisogno di uno scopo. Avevo bisogno di qualcuno. Qualcuno come te che mi mostrasse in quale direzione fosse la vita. »
« Lo hai capito da solo. »
« Hai ragione, mi è bastato guardarti! » sussurrò scostandola.
I suoi. I loro occhi. Così simili. Così vicini. Sovrapporli e smarrirsi cercando il perché di quel sentimento. Prendere coscienza che esso è, in fondo, sempre rimasto lì. Prendere coscienza, scegliere.
Che fosse arrivato il momento?
Aveva compreso che i fatti valgono, come sempre, molto più delle parole. Pochi soldi avevano fatto la differenza. Avevano acceso nuovamente una luce in fondo ad un tunnel buio chiamato Cameron.
Sì, vero. Per lui mille dollari erano nulla. Avrebbe però potuto tenerli in tasca, spenderli in altro modo, spenderli come il vecchio Cameron amava fare.
Lui aveva scelto di farne un simbolo. Un simbolo di riscatto relegando gli ultimi pezzi della sua maschera ad un oblio lontano del quale rimaneva solamente qualche riflesso.
Ma il destino aveva qualche ultima carta da giocare.
Oltre la spalla sinistra di Cameron. Oltre il loro giardino. Sopra un letto di foglie ormai autunnali.
Un viso conosciuto. Un gesto non previsto.
« Ma quello è Justin! » esclamò Faith.
Cameron si voltò tenendo la mano intrecciata con la sua.
« Direi di sì! » rispose lui. « E sta baciando Maya! »
Sentimenti contrastanti. Pensieri differenti. Un'onda anomala difficile da descrivere.
Gelosia, rabbia, risentimento, rassegnazione, felicità. Niente di tutto ciò. O forse tutto. Una lega nuova. Un nuovo metallo che la forgiava nuovamente alle sue responsabilità.
La mano di Cameron la strinse svegliandola da quella fraterna gelosia.
Guardò quelle dita stringersi tra le sue.
Un bacio. Quegli occhi lo chiedevano, lo urlavano.
Solo uno. Cos'era in fondo?
Era prendere una scelta finalmente chiara.
Era deciso. La scelta era stata fatta. Suggellare quella unione. Un passo. Quello che Cameron aveva già compiuto verso di lei.
Il suo turno.
Si convinse. Mosse il piede. La direzione tracciata.
Il destino. Una voce.
« E io che credevo di potermi fidare! »
Merda!

© G.

Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

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