Capitolo 52 - Vittime

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« Cameron... mi dispiace... »
« Non preoccuparti! Non è colpa tua, è mia. Posso incolpare mia madre per le sue mancanze, mio padre per le sue assenze ma, in fondo, sono io che non mi sono mai voluto del tutto togliere la maschera che porto tutt'ora. »
« Perché no? »
« Perché io sono ciò che vogliono io sia. Pensi che non sappia quanto vuote e superficiali siano le ragazze che mi hanno gravitato attorno? Probabilmente, loro stesse sono vittime inconsapevoli delle carenze dei loro padri. Come si dice: "Le colpe dei padri ricadono sui figli!". Purtroppo mi accorgo di quanto sia vero e purtroppo esse sono più vittime di quanto io non sia, sono due volte vittime. Prendi Savannah! Non ha mai conosciuto suo padre, è cresciuta con la sola madre alcolizzata che la schiavizzava. Al liceo incontra un ragazzo. Pensa sia tutto ciò di cui ha bisogno ma in realtà è ciò da cui dovrebbe stare più alla larga.
Cinque anni Faith. Cinque anni di tradimenti e sotterfugi. Troppi per chiunque. Troppi per me che li commetto, troppi per lei che li subisce. »
« Perché mi dici tutto questo? »
« Per il semplice motivo che tu sei diversa. Lo hai capito immediatamente. Nonostante i miei tentativi di etichettarti come con tutte le altre, tu non ti sei fatta compromettere e, strano a dirsi, lo apprezzo molto più della disponibilità al primo sguardo. Per questi motivi ti ho raccontato tutte le mie stupide tecniche, per questo ti ho messo in guardia con Harry, per quanto mi pesi tradire un amico. In un certo senso è stato mettere nelle tue mani tutte le mie armi con il rischio le usassi contro di me. »
« Perché rischiare? » chiese Faith pur conoscendo la risposta.
« Non posso dirtelo! »
« Ti prego! »
« Ti spaventerei e certamente non farei altro che aggiungere dubbi a problemi. Oggi ho voluto solo spiegarti cosa altro c'è oltre il mio infantile e borioso strato esteriore. E per un istante, il tuo bacio alla festa, ha incrinato la mia spessa maschera mostrandomi la realtà. »
Cameron...
La tentazione. Incredibilmente esplosiva.
La voglia di toccare nuovamente quelle labbra, ora così diverse, con le proprie stava diventando un desiderio impellente.
Eppure.
Eppure in qualche modo, quello sfogo misto a dichiarazione, quell'improvvisa ed auspicata svolta, necessitava di un momento in cui assaporare le sensazioni senza perdersi in un overdose di emozioni.
Il surfista raggiunse la spiaggia quasi in accordo con il sole che si spense nell'oceano nel momento in cui toccò terra.
« Hai freddo? » chiese Cameron.
« No, no! La sabbia è calda! »
« Vero! Ti va di tornare? Gli altri si staranno chiedendo che fine hai fatto! »
« Che fine abbiamo fatto! »
« Nessuno si chiede mai dove sia. » rispose affranto.
Percorsero a ritroso il sentiero. Cameron era davanti a lei. Una mano tesa e stretta nella sua ad aiutarla nella scalata.
Era così diverso. Ne aveva avuto un assaggio dopo il loro "finto" bacio, prima del rifiuto di Faith di parlane, prima che lui tornasse quello di sempre.
E ora nuovamente lui. Il suo ondivago comportamento era forse sintomo che quella sua scorza si potesse in effetti crepare come lui stesso aveva ammesso.
Deve essere così!
La logica era stringente e calzava anche con il comportamento apparentemente caotico di Cameron.
Cercò il suo sguardo. Lo trovò affranto a terra.
« Cameron... »
Egli si infilò il casco prima che Faith potesse notare il suo sguardo lucido. Il peso della coscienza pesava sul suo cuore ora che non esisteva più l'effimera difesa del menefreghismo.
Il rombo della moto li accompagnò lungo la strada del ritorno. Una strada silenziosa fatta di pensieri come buche ed emozioni come strisce segnaletiche.
Il luogo, il momento... perfetto per un bacio.
Non aveva neppure tentato di accorciare le distanze. Non era da Cameron o forse lo era per questo nuovo ed autentico lui.
Parcheggiata la moto dietro la Chevy si avviarono verso l'ingresso, entrambi impegnati a decidere sul da farsi.
« Eccoti! Ci hai fatto prendere un colpo Faith! » la accolse Justin seguito da Harry.
« Tranquilli ragazzi ero andata... a correre e ho incontrato Cameron che mi ha dato uno passaggio! »
Harry studiò l'amico meno vigoroso del solito.
« Ehi! Tutto bene? » gli chiese.
« Certo ragazzi! Lo sapete, nulla mi può scalfire! » finse.

© G.

Angolo dell'autore:
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