Capitolo 57 - Partenza

3.5K 162 27
                                    

Quattro giorni.
I più lunghi, ansiosi e nervosi che Faith avesse mai sperimentato nella sua breve vita. In qualche modo l'incidente di Harry fu quasi un'inezia se paragonato.
Egli sapeva. Comprendeva di quale torto si fosse macchiato. Neppure il redivivo tra i romantici, Cameron si era permesso di invitare Savannah, o chiunque altra non avesse a che fare con la loro cerchia di amici, e Maya per estensione.
Ne aveva avuto la certezza a "Nozioni basilari di grammatica italiana" un primo corso affollatissimo in ogni ordine di posti ma dove Savannah era riuscita a riservare un posto anche per lei.
La ragazza di Cameron sarebbe andata dai genitori "a dare una mano", problemi con il fratello a quanto pare. Sarebbe volentieri rimasta ma Cameron, con solita smaliziata praticità, le aveva imbastito un impegno curricolare circa una ricerca che lo avrebbe impegnato l'intero fine settimana.
Non approvo i suoi metodi ma, se non altro, dimostra di tenerci...
Harry, al contrario, aveva fatto sì che quei flemmatici quattro giorni sembrassero dilatarsi nel tempo per non estinguersi mai. Timidi sguardi fugaci a cena prima di accorgersi di venir ricambiato da Faith, laconicità che sfiorava il patologico, fughe repentine quando, chiamato, svicolava per chiudersi in camera sua.
Potrebbe sembrare a tratti comico ma per l'animo di Faith ogni ritirata, ogni negazione di un seppur minimo confronto erano ferite nel cuore di quel suo nascente sentimento.
Justin, come sempre, riusciva ad essere davvero il capo di quella sconclusionata truppa di ragazzi. Lui era la mente lucida, l'utile non smetteva mai di essere il suo fine. Fu lui, quel sabato mattina, a svegliare tutti di buon ora e far trovare il necessario pronto nell'ingresso, insieme ad una abbondante colazione.
« Justin! » prese la parola Cameron. « Devi spiegarmi come diavolo fai ad essere sempre tanto attivo! Per esempio, spiegami quando hai preparato l'attrezzatura! »
« Ieri sera! »
« So per certo che eri agli allenamenti dei Cossaks per la prossima partita! »
« Okay! Okay! Li ho preparati stanotte! »
« Justin! Dovevo chiamarmi! Ora mi sento in colpa! » protestò Faith.
« Ora capisci perché non lo volevo dire? » spiegò sorridente a Cameron abbracciando la povera Faith. « A proposito! Mi sono messo d'accordo con l'amica della proprietaria che abita in fondo alla strada. Verrà lei a dare da mangiare a Miss. Woolson! »
« Sei il mio eroe! » urlò Faith ricambiando l'abbraccio e liberandosi del peso di dover lasciare sola la gattina insieme ad un quintale di cibo.
Due rumori secchi alla porta.
« E' permesso! »
« Maya! » esclamò Faith correndole incontro per aiutarla con le borse. «Sono felice che vieni! Come farai con il pub? »
« Il mio aiutante Paul mi sostituirà! È un po' anziano, è vero, ma era amico di mio padre e con la clientela della sua età è un venditore geniale. Non preoccuparti, è in buone mani! »
Il gruppo terminò la colazione e si diede appuntamento in giardino una volta vestiti e sistemate le ultime cose. Maya accompagnò l'amica in camera a prepararsi.
« Ti rendi conto? » chiese Faith.
« Cosa posso dirti? Anch'io in fondo non sono una coinquilina! »
« No! Tu sei una mia amica, un'amica dei ragazzi, la nostra vicina e hai diritto quanto me ad essere presente! Però Alissa... »
« Capisco cosa intendi. Anch'io mi sarei risentita come te! Cameron non l'ha invitata la sua ragazza... vorrà dire qualcosa? »
« Intendi potrebbe... »
« Tu cosa speri? »
« Non instillarmi false aspettative! Al momento spero solo non ci siano problemi con Alissa! Questo o questo? » chiese dando come opzione uno shorts ed un paio di jeans lunghi.
« Escluderei gli shorts. Andiamo pur sempre a fare un campeggio! »
« Giusto! Vedi, l'età conta! »
« Mi stai dando della "vecchia"? » chiese ironica Maya trattenendo a stento una risata.
« Quanto sei scema! Dai scendiamo che ci stanno aspettando! »
Il vociare dei ragazzi si percepiva fin dentro casa. In particolare due erano le voci che si accavallavano.
« Cameron! Lascia fare a me! »
« Justin, ti ho già detto che la tenda va messa così altrimenti rischi di vederla volare via dal tettuccio! »
Un enorme SUV nero con cerchioni cromati, ennesimo mezzo motorizzato di Cameron e già carico di attrezzatura fin sopra il tetto, era parcheggiato dietro la Chevy di Faith ed era teatro di una disputa per la ragione.
« Fai come vuoi allora! Tento di spiegarlo con parole a te comprensibili: se la sistemiamo all'interno, non ci sarà spazio per le persone! È tanto difficile? »
« Ragazzi! Scusate! » cercò di intromettersi Faith a far da paciere. « Partiamo con due macchine! So che può non sembrare ma l'Impala è solida e ne ha fatti di chilometri nel deserto! »
« Sono proprio quelli che mi preoccupano! »
« Ma quanto sei simpatico Cameron! »
« Faith ha ragione! Nel SUV ora non entrano che due persone e noi siamo sei! La Chevy ci serve per forza! E' deciso! Ma dov'è Harry? » chiese Justin.
« E' lì! Aspetta la sua ritardataria fiamma! » girò il dito nella piaga Cameron.
« Dai che siamo in ritardo! »
« Arriva! » urlò Harry a cinquanta metri di distanza, quasi posizionato sulla Main.
Ballerine, vestitino semi-trasparente terminante con una ampia ma non lunga gonna e trolley rosa delle dimensioni di una lavatrice.
« Ma dove crede di andare con quel vestito? » si chiese sommessamente Faith.
« Però quello che c'è sotto non è male! » ironizzò Cameron spostandosi gli occhiali da sole sulla punta del naso.
« Quanto sei scemo! »
« Bene ragazzi! » tagliò corto Justin. « Ci siamo tutti! Possiamo partire! »

© G.

Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

ONE | Prima StesuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora