Capitolo 13 - Jason

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Il buio.
Spegnere una luce accecante e notare, nell'oscurità, l'incandescenza della fibra della lampadina risplendere come mai nel bagliore.
Lo spazio-tempo si compresse, al punto di sparire nella profondità del tenue smeraldo dei suoi occhi. Occhi tristi, provati, vissuti. Occhi veri nei quali specchiarsi e trovare le risposte alle proprie domande, già sapendo che l'unica vera verità si trova lì di fronte.
Occhi stretti in un profondo sguardo a scrutare l'anima di Faith facendola sobbollire, immergendosi in quelle nere pupille che, come pozzi, inghiottivano i suoi desideri.
E poi quei capelli, un castano scuro dai riflessi rubini, che con delicatezza gli coprivano le spalle incorniciando il suo virile ovale.
La bocca socchiusa a respirare le esalazioni che il cuore di Faith non si rassegnava di esprimere tramite ondate di eccitazione nelle sue intimità.
Era lì. Immobile sulla soglia del suo amore.
Sarebbe bastato un passo. Un passo nella giusta direzione. Un passo verso di lei.
Sarebbe bastato tanto poco. Sarebbe bastato non fosse lui.
Si sarebbero evitati tanti ostacoli. Invece...
« Non dirmi che devo lavorare con te! » esclamò lo sconosciuto neo collega.
« Purtroppo per me... sì! » ribatté stizzita Faith dopo un attimo di annebbiamento dovuto al colpo subito.
Esile. Alto sul metro e ottanta. Un velato accenno di bicipiti visibili oltre la maglietta nera a maniche corte. Jeans strappati coprivano le affusolate gambe. Scarpe da skater erano slacciate lasciando cadere i lacci logori sull'asfalto.
« Forza ragazzi! Ci sarà tempo per fare amicizia! » esortò ironico il proprietario. « Ora venite con me! Vi mostro dove lavorerete! »
Con un gesto della mano invitò i due ad entrare nelle cucine.
« Allora ragazzi! Io sono Tuck! Sono gestore e cuoco del North! Lavorerete qui per un totale di tre volte a settimana dal lunedì al sabato per turni di cinque ore al giorno da scegliere tra mattina e pomeriggio. Non prendetemi per maleducato ma a me piace parlare chiaro: non mi importa quali giorni o quali turni, l'importante è che facciate le vostre quindici ore settimanali in coppia. Dovrete segnare sul calendario quando intendete lavorare alternandovi con le altre tre coppie che vi daranno il cambio e che segneranno qui le loro scelte. Non ne voglio sapere di beghe adolescenziali: vi dovrete mettere d'accordo voi due, insieme, e decidere il turno in base a quelli liberi. Chi prima scrive, prima decide. Un'ultima cosa: la coppia non è divisibile. Tutto chiaro?
Ora, il diner è diviso in cucina e sala. Tu... Faith, giusto? Tu ti occuperai della sala mentre tu della cucina. »
« Se non altro non dovrò dividermi le mance con te! » chiosò ironico il nuovo collega all'indirizzo di Faith.
Iniziamo proprio bene...
Avrebbe voluto ribattere che stronza poteva essere una persona che si presentava in quel modo. Gli avrebbe detto di quanto male si vestiva, di quanto sciatto sembrasse, di quanto questo la facesse eccitare... no, forse questo l'avrebbe omesso. Comunque desiderava far bella figura di fronte al suo primo datore e, per quieto vivere, ingoiò il rospo.
Il "giro turistico" continuò mostrando loro la splendente cucina tirata a lucido, l'ordinata stanza frigo divisa per cibi e giorni di mantenimento ed il retro dove differenziare i rifiuti.
Faith ne rimase sorpresa. Se la prima impressione, da lontano, era stata quella dell'ennesimo diner vetusto e con la puzza di cibo che ti si incolla ai vestiti, dovette ricredersi osservando la pulizia, la cura dei dettagli e la dotazione tecnologica di quel posto.
Tuck le consegnò un palmare sul quale annotare le comande che sarebbero state comunicate direttamente alla cucina apparendo su di un maxi-schermo posto sopra la porta di ingresso della stessa. Un lungo tappeto scorrevole, partendo dai fornelli, perimetrava l'intera stanza trasportando le pietanze direttamente in sala dove Faith le avrebbe servite. Infine otto coppie di silenziose ventole, più altre quattro nelle cucine, avrebbero aspirato gli odori una volta messe in funzione.
Un'ora più tardi, trascorsa tra divise, spiegazioni tecniche e mansioni, i primi clienti entrarono accompagnati da una delle coppie che avrebbe sostituito Faith ed il suo "espansivo" collega.
« Ragazzi, questo è quanto! Vi aspetto domani mattina per il primo turno! » chiosò Tuck rivolgendo un affettuoso sorriso ad entrambi prima di sparire nelle cucine.
I due uscirono nella parte prospicente il North attrezzata con i tavolini.
« Mi sembra che non ci siamo presentati! Io mi chiamo Faith! » disse sperando in un cambio di atteggiamento in quel ragazzo tanto affascinante quanto scorbutico.
Egli guardò la mano di Faith tesa ed aperta per una stretta che non sarebbe mai arrivata.
Si voltò, rivolgendole le spalle, ed incominciò a camminare.
« Io sono Jason! A domani! » rispose allontanandosi lentamente con le mani incrociate sulla nuca.

© G.

Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

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