Capitolo 2 - Casa

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Sconosciute.
A tratti terrificanti, quanto lo possono essere le novità, ma pur sempre un liberatorio colpo di spugna nella sua vita.
Ne aveva un gran bisogno.
Chissà le mie coinquiline...
Nuove amicizie. Nuovi affetti.
Mai, e poi mai, nuovi amori.
Ci vollero cinque minuti prima di raggiungere il vero e proprio centro abitato di North Windfield.
Che dire... non molto.
La strada principale, chiamata "Main Street" con un immane sforzo di fantasia, ospitava non più di una farmacia, un alimentari sguarnito nelle vetrine, un pub dalle insegne mal messe, un desolato distributore di benzina e poco altro.
Le vie laterali erano contornate di basse case di legno in stile coloniale, alte non più di due piani, con il loro bel vialetto, il giardino curato e la veranda che su di esso si affacciava.
Molto simili tra di loro differivano solamente per il colore scelto, anche se molte si orientavano su tinte pastello.
Faith si perse ad ammirare quelle policromie, tanto rare da dove veniva lei. Fu così che la strada venne presto persa di vista.
Bastò un istante.
Una brusca sterzata verso destra senza freccia. Un movimento rapido da quel lato della macchina.
Una scia scura vista con la coda dell'occhio. Un rombo nelle orecchie. Stridio di freni. Un tonfo che fece sobbalzare l'Impala.
« Ma sei scemo? » urlò scendendo dalla macchina. « Chi ti ha dato la patente? »
« Magari la prossima volta metti la freccia prima di svoltare! » le urlò il motociclista protetto dietro la sua scura visiera.
« Magari la prossima volta non superare a destra! » ribatté osservando il copriruota anteriore destro della Chevy giacere a terra sradicato dal cerchione.
Se avesse preso la carrozzeria glielo avrei fatto ingoiare!
« Non preoccuparti! » continuò lui. « Faceva schifo negli anni settanta questa macchina e indovina un po'? Non è migliorata! » esclamò divertito risalendo sulla sua potente moto color blu elettrico con inserti bianchi.
« Sentimi bene... » fece per ribattere Faith prima di venir interrotta dai colpi di gas che il motociclista liberò di proposito per sovrastarla.
Che stronzo!
Girò la moto di centottanta gradi, sgommando con la ruota posteriore e creando una densa nube bianca per lo sfregamento della gomma sull'asfalto.
Faith si ritrovò immersa in quella pestilenziale nebbia prima di vederlo sparire un isolato più avanti.
Iniziamo proprio bene!
Gettò il copriruota, raccolto inerme da terra, sul sedile posteriore dell'auto e tornò al posto di guida. Inserì nervosamente la prima, che non si decideva ad entrare, e riprese il suo cammino.
Sul cellulare iniziò a lampeggiare una scritta: "Siete arrivati a destinazione!".
Sul lato sinistro della strada la riconobbe. Come in foto: due piani; in stile coloniale ma meno rifinita rispetto alle altre del vicinato, soprattutto nella parte del giardino che presentava alte piante rampicanti sulle pareti laterali ed erba incolta tutt'attorno; l'esterno, dipinto di una tinta rossa pompeiano, era alleggerito dal bianco degli infissi; uno steccato anch'esso bianco correva attorno alla proprietà.
Fermò il motore della Chevy sul vialetto deserto di fronte al garage e scese dalla macchina aprendo il cigolante sportello.
Probabilmente sono la prima.
Vista da vicino quella casa aveva più di qualche problema. Così poco distante dall'oceano, la salsedine aveva intaccato la vernice che appariva scrostata in più punti e mostrava il sottostante legno grezzo. Pezzi di tinta, vittime dell'incuria, giacevano senza toccare terra sulle alte erbacce spontanee accanto ad una breve scala che accompagnava verso la porta d'ingresso attraverso una piccola veranda.
Vicino ad essa il numero civico cinquantaquattro si aggrappata come poteva appeso ad un singolo chiodo arrugginito, ondeggiando ad ogni singola folata.
Era mal ridotta... innegabile. Eppure Faith provò immediatamente un senso di appartenenza verso quella costruzione.
Non era ciò che era ma ciò che rappresentava.
« Tu devi essere Faith! » fece una voce matura alle sue spalle.
« S..si! »
« La femminuccia del gruppo! La proprietaria mi aveva avvertito che sareste arrivati oggi e mi ha spedito la chiavi da consegnare al primo arrivato! »
« Non è lei la proprietaria? »
« No, no! Io abito in fondo alla strada ma è una mia carissima amica!
Prendi queste sono le chiavi dell'entrata principale e del retro; questa invece del garage! »
« Grazie mille! »
« Ora devo scappare ma se vi servisse qualcosa mi trovi al numero venti! »
« Grazie infinite! Mi scusi, un'ultima domanda: che significa: "La femminuccia del gruppo"? »
Il viso della donna di mezz'età si fece sorpreso.
« Pensavo lo sapessi! Anzi ero convinta che vi conosceste! Non sai che abiterai con tre ragazzi? »

© G.

Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

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