Capitolo 43 - Corsa

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Non avrei mai pensato di trovarmi nuovamente a questo punto così presto...
Ma quella era la più amara delle realtà.
L'afflusso di sangue era stato discontinuo. L'ossigeno assolutamente scarso. Quelle che erano le percentuali teorizzate dal medico, presto si spostarono sui sessanta e quaranta a favore dei danni cerebrali irrimediabili.
Fu così che il trascorrere del tempo divenne direttamente proporzionale alle preghiere.
Erano rimaste solo quelle. Solo le intime implorazioni affinché Harry si svegliasse.
Ventiquattro ore.
Tante ne erano trascorse a correre da un incubo sempre più reale. Razionalizzare non era di conforto. Poco poteva il pensiero che egli era stato artefice di buona parte del suo destino.
« Come stai? » chiese Cameron.
« Come vuoi che stia? »
« Se pensi di guidare da sola fino a Santa Rosa te lo scordi! Vengo anch'io all'orario di visita! »
« Non c'è bisogno dav... »
« Ho già le chiavi della tua macchina! Mi pesa un po' passare dalla Ferrari a quel macinino ma proveremo anche questa! » rispose ironico strappandole un sorriso.
« Grazie Cameron! »
Le strizzò un occhio prima di dirigersi verso la Chevy.
Sistemò il sedile, regolò gli specchietti e partirono facendo attenzione a Rufus che inseguiva una farfalla sul vialetto.
« Se non altro c'è qualcuno che si diverte... » sussurrò Faith al suo ego.
« Justin è già lì! » la informò il suo accompagnatore.
« Ed Ally? »
« Non ne so nulla dalla scorsa notte! »
« Meglio così! »
« Faith, ti spiace se parliamo ancora dell'altra sera alla festa? »
« Cameron... scusami ma non sono proprio in vena! Ho tanti pensieri in testa! » rispose Faith guardando il riflesso del suo volto sul finestrino scorrere sopra i vigneti della contea di Sonoma, invisibili la notte prima.
« Va bene... come vuoi... »
« Scusami Cameron! Mi dispiace! Ti ringrazio di tutto ciò che stai facendo ma ti ho già spiegato come la penso sulla festa! »
« Chiaro... un po' di musica? »
« Te ne prego! »
La Shoreline corse rapida tra i pensieri e nessuna alta scogliera o piccola caletta poté distogliere Faith da quel senso di colpa che Cameron si era prodigato a generare.
È anche colpa sua!
Ogni scappatoia era utile a nascondere sotto il tappeto della colpevolezza la propria.
Il parcheggio di fronte all'ospedale pullulava di macchine piazzate alla rinfusa, sistemate anche in doppia fila.
« Faith! Tu scendi altrimenti non ci fanno neppure entrare! Io vado a cercare posto! »
« Va bene! »
Era arrabbiata. Con Cameron, con Alissa, anche con Harry. Il mondo sembrava darle la colpa dell'accaduto. Un mondo chiamato Faith.
Erano evidenti le influenze della famiglia di Cameron in quella parte di paese.
Egli era prodigato, grazie alle sue conoscenze, di far avere una stanza singola per Harry ed un continuo controllo a parte di un infermiera.
Forse anche per senso di colpa.
Stanza centocinque...
Prese l'ascensore. Destinazione primo piano.
Una svolta a destra. Poi una ancora.
Sono arrivata!
Bussò. Nessuna risposta.
Era aperto.
« E' permesso? »
« Desidera? »
Un'infermiera in camice verde stava rifacendo il letto, desolatamente vuoto.
Oh no!
I fiori che Faith gli aveva portato la sera prima gettati in un cestino.
No! Ti prego!
Il bagaglio che Justin gli aveva portato ancora lì nell'angolo, immobile da ventiquattro ore.
« Stavo cercando Harry Sommers! Era... era qui! » esclamò Faith mentre le lacrime le donavano uno sguardo luminoso ed appannato.
«Tranquilla! Lo hanno spostato alla quarantacinque! E' cosciente e lo hanno trasferito nelle stanze a normale degenza! »
« Grazie! Grazie e ancora grazie! » disse Faith afferrando il bagaglio dimenticato e correndo verso l'ascensore.
Una luce rossa era ferma sul numero cinque.
Occupato! Prendo le scale!
Corse a perdi fiato, saltando i gradini due alla volta.
Stanza quaranta... stanza quarantuno.
Era sveglio. Era finalmente salvo. Voleva essere la prima. Voleva essere lei.
Stanza quarantacinque!
« Harry! »

© G.

Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

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