Scena inedita E-LIO

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E-LIO SCENA INEDITA

Ok, non mi ricordo se nell'episodio precedente ho detto che era l'ultimo o meno...erano balle, giuro. Questa sera, cioè una sera a caso prima di postare questa gioia per voi, mi annoiavo allora ho deciso di rileggere questi mini episodi e mi è venuta l'ispirazione per finire almeno la giornata. Quindi, amatemi perché ho continuato, lo so che lo volevate tanto. Ihih. Non ho ancora trovato un soprannome per voi fansz della storia quindi boh...ditemelo voi. Magari farò altri episodi del genere, basta che mi dite voi. Ora vi lascio alla lettura, bacioni. Aggiornamento notturno.


<<Weekend al mare>>


Eravamo ancora nella vasca, noi tre, con il getto d'acqua gelido che ci stava bagnando, più che altro io e Lio eravamo fradici mentre Jeam si era salvato. Era sempre fortunato quel ragazzo, in qualsiasi caso. Uscì dalla vasca andando verso la sua stanza, lasciando me e il biondo da soli. Ero plasmata contro la vasca, lui plasmato invece addosso a me, la sua testa sul mio petto «Scusa...biondino...potresti alzarti...mi intrappoli!» sbuffai. La sua unica risposta fu una risata che secondo me fu tra le più belle che avessi mai sentito, cioè se la paragonavi a quella pazza di Ashton Irwin era ovvio che ti sembrasse tra le più belle. Alzai leggermente la schiena spingendo il petto in modo da spostare la sua testa e magari infastidirlo, ma l'unica cosa che era avvenuta era stato sentire un suo piccolo gemito. Possibile? I problemi di questo ragazzo erano seri, e purtroppo non ero sicura che esistesse uno psicologo in grado di poterlo curare «Se ti muovi ancora così non uscirai da questo bagno...» sussurrò mordendosi il labbro inferiore «Ma sei un porco!» sbottai. Finalmente mi liberò e così potei spegnere il getto di acqua fresca che fino ad ora mi aveva bagnata, anzi, che ci aveva bagnati. Odiavo quando l'acqua mi finiva addosso ai vestiti perché si appiccicavano al corpo ed era fastidioso. Inoltre, ti permetteva di fare ulteriori figure di merda per via della trasparenza. Uscii dal bagno e lasciai sfuggire un respiro prolungato, avevo tenuto il respiro senza neanche rendermene conto. Questa scappatella al mare mi stava facendo fottutamente male. Quasi quasi mentre uscivo dalla vasca scivolavo, potevo cadere e rompermi l'osso del collo, morire atrocemente nel bagno dell'appartamento di Emma. Sinceramente preferivo morire a casa mia con i miei cari attorno di vecchiaia e di malattia, non per colpa di due cretini che mi avevano buttata nella vasca e uscendo ero scivolata rompendomi le ossa «Non parlare, guarda...» dissi solamente ad Emma che stava trattenendo un sorriso. Non avevo idea del perché fosse così divertiva o felice, non c'era un motivo vero e proprio. Non appena entrai in camera mi imbattei in un Lio forse troppo svestito per i miei gusti, non ero una di quelle ragazze che erano allergiche ai ragazzi praticamente nudi, ma non ero nemmeno una di quelle che non appena li vedevano saltavano addosso alla preda perdendo il senno. Lio era in boxer, si stava cambiando. Ero comunque una ragazza con gli ormoni a palla, il fisico era comunque da urlo. Feci finta di nulla e non lo guardai andando verso il borsone rosso per prendermi il cambio. Poteva tranquillamente cambiarsi in camera, io preferivo andare in bagno per la privacy. Stavo per uscire quando lui mi bloccò «Non ti cambi qui?» domandò ridendo. Sempre il solito Lio Romeo. «Non ci tengo davanti a te, rifiuto l'offerta e vado avanti!» sbuffai uscendo di scena.

Mi ero cambiata, dato che Emma ci voleva portare in un locale caratteristico per cenare insieme. Niente di straordinario, soltanto una pizza tra amici, però in un locale che lei aveva definito carino e accogliente, proprio sul mare. Adoravo i locali sul mare perché si trovavano quelle bellissime terrazze dove i clienti potevano mangiare e intanto osservare il tramonto e il mare durante il pasto. Non avevo indossato qualcosa di troppo elegante, soltanto un crop top carino e degli shorts abbinati. Quando ero tornata in camera il biondo era già vestito per fortuna, mi ero seduta sul letto e stavo finendo di farmi la treccia laterale perché i miei capelli castani erano impresentabili, quando il mio telefono aveva suonato di nuovo, trovandosi al centro del letto proprio accanto a Lio. Prima che potessi prenderlo era già tra le mani del biondo «Daniele? Allora è scemo. Vuole essere pestato!» sbottò. Davvero gli importava così tanto? E comunque sì, Daniele sapeva essere masochista a volte, davvero duro di coccio. Comunque, non mi dispiaceva affatto il fare protettivo di Lio in questo momento, era un gesto gentile in fondo. «Oh, senti. Ma sei ottuso? Parlo in ostrogoto, per caso? Capisci la nostra lingua? Vuoi anche un disegnino via posta? Levati dai coglioni, grazie. Sono il suo ragazzo e ti posso pestare di botte se non ti levi. Vuoi diventare un eunuco? Spero per te di no, quindi adios. Dubai. Pożegnanie. Goodbye!» chiuse la chiamata. Mi stavo trattenendo dal ridere per tutto quello che aveva detto nel suo lungo avvertimento contro Daniele. Mi passò il telefono e io lo presi prontamente in mano. «Non mi ringraziare!» si vantò con un sorriso facendomi ridere «Grazie tante lo stesso» sorrisi. Detto quello Emma aveva fatto la sua comparsa cautamente, come se non volesse trovarci in qualche strana posizione. Non sarebbe mai successo, comunque. Eravamo usciti dal suo appartamento dirigendoci verso il locale di cui ci aveva parlato che non distava molto da dove alloggiavamo noi. Il locale era molto carino, proprio come lo aveva descritto lei, e inoltre ci avevano detto che preparavano una pizza buonissima. Ci avevano scortati al nostro tavolo che si trovava all'aperto, dato che si moriva di caldo. Emma e Alex erano davanti a noi, affianco avevo Lio e Jeamy era capotavola. Il bere era stato già portato mentre aspettavamo che le nostre pizze venissero preparate. «Stareste bene come coppia voi due» spiegò Emma prendendo un grissino e indicando sia me sia il biondo. In quel momento la coca che stavo bevendo mi era andata di traverso facendomi tossire come una cretina. Tutti i clienti si erano girati verso di me, compresi i camerieri che stavano passando, mentre il biondo mi stava battendo una mano sulla schiena per far passare la tosse forte. Che figuraccia che avevo appena fatto. Dopo essere tornata alla normalità avevo riso in faccia alla mia migliore amica, Lio prima era rimasto serio, ma vedendomi ridere si era poi aggiunto. Non era assurdo? Io e lui insieme? Mai e poi mai. Forse in un regno lontano, ma davvero lontano. Sarebbe perfetto se non fosse così fottutamente irritante. Bello, ma irritante e odioso. Aveva così tante ragazze con cui stare e invece perdeva tempo a infastidirmi. La cena era trascorsa abbastanza in fretta, la pizza era deliziosa. La passeggiata successiva per digerire era stata abbastanza veloce poiché il centro storico del paesino era abbastanza piccolo, niente di che insomma. A casa non vedevo l'ora di potermi coricare sul letto e poter dormire tranquillamente. Ne sentivo davvero la necessità.

Stavo morendo di caldo, sentivo un peso troppo grosso sul corpo. Sbottai togliendo le lenzuola dal mio corpo e mi voltai trovando Lio soltanto in boxer che stava praticamente attaccato. Come cavolo si era permesso di avvicinarsi e abbracciarmi anche se incosciente durante il sonno?Mugugnò e mi alzai dal letto leggermente, non mi ero ricordata di essermi addormentata in intimo, soprattutto con questo essere che condivideva il letto con me. Anche lui si era alzato e mi stava squadrando il corpo con uno sguardo davvero strano. In poco tempo, non sapevo nemmeno come, mi ero trovata con la schiena appoggiata al materasso e il biondo sopra di me che non la smetteva di osservarmi. Le sue labbra si erano posate sul mio collo lasciando una scia di baci che mi stavano facendo impazzire. Era qualcosa di divino. In poco tempo, però, mi resi conto che qualcosa non andava, qualcosa non stava fottutamente andando in questa stanza, in questo posto, in questo momento. Piantai un urlo «Aaah!» e mi alzai dal cuscino guardando davanti a me tutta sudata. «Hei, tutto ok?» mi chiese lui con voce bassa e assonnata, alzandosi e avvicinandosi per guardarmi nonostante fosse buio. Era stato soltanto un maledetto sogno, cioè incubo...un incubo Elena. Non ero in intimo, anzi, stavo dormendo con il mio pigiama e Lio era a debita distanza. Non si era avvicinato e non mi aveva abbracciato incoscientemente durante il sonno. «Ora sì...» sussurrai tenendo una mano sulla fronte sconcertata.

Il nostro amore impossibile (INAI's series)Where stories live. Discover now