Capitolo 9 - Cena a sorpresa e luna park

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Capitolo 9 - Cena a sorpresa e luna park

Era una bellissima giornata di sole. Mi trovavo in alta montagna, immersa nel verde. Sorridevo insieme alle mie amiche e scattavamo diverse foto dell'ambiente circostante. Era una di quelle giornate spensierate, uniche e divertenti. Una voce a me sconosciuta, però, mi chiamò «Ele.». Non ci feci troppo caso, ma quando sentii scuotermi senza che nessuno lo avesse fatto fisicamente arricciai il naso. Mi svegliai di colpo, venendo ancora scossa da non so chi, e il mio sogno allegro venne spazzato via.  Tenni gli occhi chiusi, non mi mossi e cercai di ascoltare i rumori attorno a me. La voce che aveva interrotto i miei sogni mi era parsa famigliare, eppure non riuscivo a riconoscerla. Chi mi voleva disturbare? Quale inutile essere aveva intrapreso quel tortuoso cammino. Lentamente aprii gli occhi, più stordita di una campana, e mi sforzai di mettere a fuoco l'ambiente circostante. Intravidi una figura indistinta seduta accanto a me sul bordo del letto.

Non era mia madre, non solo per la fisionomia, ma per la voce: era profonda e calda, non poteva appartenere a una donna. Ipotizzai potesse essere Carlo o mio padre, ma quest'ultimo entrava raramente in camera mia. Lo faceva solo mia madre. Strizzai gli occhi e provai a mettere a fuoco la scena un'altra volta: un ragazzo era seduto vicino a me che mi osservava. Mi venne un attacco di panico all'idea di una persona indistinta in camera mia intenta ad osservarmi. Mi scansai di scatto. Strofinai ancora finché finalmente vidi e capii chi fosse il ragazzo. Sbuffai con una smorfia e mi sistemai i capelli arruffati. «Lio?»chiesi confusa e infastidita. Non era possibile, che cosa voleva da me? Perché tantomeno in camera mia? Lui ammiccò «Sì, l'inimitabile e l'unico, a tuo servizio!» Lo avevo riconosciuto, ma il mio cuore batteva ancora forte per lo spavento.  Ripensai alla questione con più attenzione. Lio. Io che dormivo. Mia stanza. Letto. L'ansia mi avvolse da capo a piedi. Non riuscivo a non domandarmi questo:perché era qui nella mia stanza? E perché cavolo mia madre lo aveva lasciato entrare?! Io avevo dormito profondamente e non osavo pensare che cosa avesse provato a farmi o aveva fatto. E se avesse curiosato di nuovo nella mia cassettiera?
«Che diavolo ci fai qui?»domandai confusa.

Non mi fidavo di queste situazioni, di lui e tantomeno di me stessa. Dopo il bacio tutto era degenerato, provavo emozioni contrastanti e nuove, ero confusa e soprattutto non mi aggradava essere sola con lui. Sarebbe potuto accadere di tutto. Incredibile come un singolo gesto di 'affetto' potesse modificare l'idea che si aveva di una persona con cui non si andava d'accordo. Era normale oppure ero io che venivo condizionata facilmente? Potevo cedere e peggiorare il rapporto, qualsiasi fosse. Mi passai un'altra mano tra i capelli sperando di risultare meno un uccello, probabilmente avevo un nido di uccelli in testa, ma per fortuna al momento il mio ultimo pensiero era proprio il mio aspetto davanti a lui.
«C'è la cena stasera con i nostri genitori.» scrollò le spalle come se fosse normale. Peccato che non lo fosse. Non eravamo amici, non eravamo niente. E soprattutto, di quale cena stava parlando? Nessuno mi aveva detto di una cena con la famiglia Romeo. «Cosa?»domandai ancora. Continuavo a stupirmi della mia vita nonostante non dovessi perché era tutto scontato: un avvenimento dopo l'altro. Mia madre non mi aveva detto niente questa mattina. Poi ci riflettei qualche secondo: fino ad ora avevo dormito. Merda, probabilmente avrebbe voluto dirmelo tornata a casa, ma ero crollata come una pera cotta e aveva rinunciato. Intanto lo avrei scoperto comunque, in modo brusco. Merda. Perché mi riducevo a venire a conoscenza di queste cose al momento sbagliato?

In quello stesso momento bussarono alla porta interrompendo il mio flusso di pensieri scomposti. Ero apparsa come il meme dei diversi calcoli matematici davanti al volto. Mi alzai appoggiando la schiena alla testiera del letto. Sino a poco prima mi ero trovata ancora distesa sul piumone reggendomi con i gomiti, nonostante mi fossi scostata dalla presenza del biondo. Ero pur sempre appena sveglia, eh. Sapevo che sarebbe entrata anche senza una risposta e mi preparai mentalmente a quel momento. «Avanti!» urlai comunque. Mia madre entrò ma non appena vide Lio si fermò «Oh, ehm, Lio... non sapevo che fossi qui con Elena...volevo solo svegliarti e dirti che tra mezz'ora ceniamo.» Certo, come se non avesse fatto entrare appositamente il ragazzo in camera mia. «Mezz'ora?»domandai confusa. Ma che diavolo.Qualcuno stava tramando contro di me. Mia madre, quindi, aveva invitato prima del solito la famiglia Romeo? Da quanto tempo il biondo era in camera mia? Che ansia, mamma mia. «Sì, Iris e Filippo sono venuti un po' prima per parlare. Ehm, bene, torno di sotto e vi lascio soli.»chiuse la porta e se ne andò imbarazzata dalla stanza lasciandoci di nuovo soli. Imbarazzata cosa che aveva inventato questa farsa sin dall'inizio. Mi battei una mano sulla fronte allibita per questa situazione. Non ci potevo credere. «Simpatica tua madre, pensa che ci sia qualcosa tra noi due.» Era più simpatico con la bocca chiusa, doveva stare zitto più spesso. «Mai.» sbottai adirata muovendo le mani per negare. Neanche per un milione di euro. «Oh sì.» fece scoccare la lingua sul palato. Ci eravamo baciati una sola volta e per quanto fosse stato bello era un errore da non commettere più. Non stavamo insieme e non lo saremmo mai stati. No. Non ero così stupida da rovinarmi la vita, o così almeno pensavo. L'amore, purtroppo, era qualcosa che ti colpiva all'improvviso e spesso era incontrollabile.

Il nostro amore impossibile (INAI's series)Where stories live. Discover now