Capitolo 11 - Halloween

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Capitolo 11 - Halloween

La sveglia suonò facendomi aprire di scatto gli occhi. Rimasi qualche secondo nel letto ad osservare il soffitto, immobile come un vegetale. Mi alzai di malavoglia strisciando i piedi sul pavimento e sbuffando. Sarebbe stata una lunga giornata ed io non ero pronta per affrontarla. Avrei seguito lezione a scuola nella speranza di non essere innervosita da Lio, sarei uscita e con Emma avrei cercato qualcosa di interessante per la festa. E la sera ci sarebbe stata la famosissima festa di Halloween organizzata da Alice. L'unico pensiero positivo era il fatto che mi avrebbe accompagnata Marco, facendomi sentire a mio agio. Un volto amico era sempre molto utile per me. Mangiata colazione mi fiondai fuori di casa in direzione della fermata del bus. Con la musica nelle orecchie mi lasciai trasportare dal ritmo di una canzone rock, era una scarica di energia che scorreva interamente nel mio corpo. Salutai Emma seduta accanto al suo fidanzato e mi sdraiai sul sedile dietro vuoto. Ero accasciata come una fanfarona, musica, cappuccio e volto mezzo coperto dai capelli.
Tra un brano e l'altro il viaggio trascorse relativamente in fretta, nonostante il mio corpo necessitasse di un rapido pisolino.

Scesa dal bus seguii i miei amici, ma da un lato mi pentii. Lio mi aveva vista e si era avvicinato a passo felpato verso di me. Sbuffai. Scostati i capelli dal mio volto, per non essere accecata. «Rosati!»mi richiamò. Che cosa provavo per lui in quel momento? Rabbia. La sera precedente mi aveva convinta a seguirlo al Luna Park, peccato che dopo mi avesse abbandonata per Alice Rocchi. Non mi aveva fatto piacere. Dal punto di vista logico non avrebbe fatto piacere a nessuno, essere invitati e poi abbandonati come un bambino con il giocattolo. Però un lato positivo vi era stato: avevo conosciuto Marco. «Che vuoi?»sbottai irritata. Mi guardai intorno in cerca di una scusante per allontanarmi da lui e la trovai. Tentò di rispondere ma io lo lasciai crogiolare nel suo brodo correndo verso Marco. Lo avevo pensato e lui era comparso. Era vicino all'ingresso del cortile. Mi avvicinai e finalmente mi notò, sorrise. Mi sentii più sicura rispetto a prima. «Ciao Elena, come stai? Tutto bene?». Lo osservai attentamente. Ciuffo, giacca di jeans pesante, pantaloni della tuta grigi e un felpa dello stesso colore. «Bene, solo un po' assonnata -ridacchiai- ma tutto apposto. Tu?» Mi sorrise, ma non fece in tempo di rispondere perché percepii una presenza maligna accanto a me. Ricomparve Lio. Precisamente, che cosa voleva da me? «Scala.»disse Lio dietro di me. Si guardarono e si scambiarono una stretta di mano. Erano amici? Non ci potevo credere, ma ancora peggio il fatto che mi avesse seguita. Avevo pensato di averlo seminato, invece no. Era la mia ombra ormai. Una parte di me lo reprimeva, l'altra era convinta che fossi arrabbiata perché mi aveva lasciata da parte per Alice. «Lio...ciao.» rispose Marco guardandoci entrambi. Aveva già percepito la cattiva aria che soffiava verso noi due. «Stasera vai alla festa di Halloween?»gli chiese con voce tranquilla. Ridacchiai maleficamente dentro di me. Fingeva di essere suo amico davanti a me per ottenere una buona impressione, ma io ormai potevo dire di conoscerlo. Era bravo a fingere. O almeno, una volta era suo amico. Con me vicino aveva già cambiato idea probabilmente. Questa domanda mi avrebbe aiutata a farlo tacere, mi preparai a mandarlo allegramente a quel paese con stile. «Sì, viene con me.»mi intromisi guardandolo con aria strafottente.

Ci guardò male, senza nascondere le sue emozioni, e non appena si rese conto dell'arrivo Alice decise di abbandonarci. Salutò il suo sbiascicando qualcosa e ci lasciò da soli.Finalmente. Alice era la sua scusante, il suo ripiego, e io ridevo per questo. Dentro di me ero soddisfatta di come lo avessi bloccato. Ogni tanto dovevo vincere anche io. Non appena ci passò vicino ci disse «Io ci vado con Alice alla fine. » la cinse con un braccio e lei mi fulminò con lo sguardo. La coppia perfetta. Nel mentre suonò la campanella, la quale smuovò la massa di studenti radunati nel cortile. Salutai il ragazzo e mi diressi verso la mia aula, pregando per un miracolo. La giornata era appena cominciata e già volevo terminasse. Mi sedetti vicino ad Azzurra e mi preparai mentalmente.

Il nostro amore impossibile (INAI's series)Where stories live. Discover now