Capitolo 36 - Una piccola palla di pelo

29K 1.1K 39
                                    

Angolo autrice🔐

Holaa, sono tornata da Barcelona ed ecco l'aggiornamento.Mi manca già Barcelona. Vabbè non vi importa molto ahah.Baci.
Prossimo aggiornamento:Domani.

---------------

Capitolo 36 - Una piccola palla di pelo

«Emma, ho bisogno del tuo aiuto» esclamai agitata. Era sabato mattina, verso ora di pranzo, ed io mi ero svegliata completamente in panico perché la sera stessa ci sarebbe stato il ballo invernale. Avevo ricevuto solo ieri l'invito da parte di Lio, quindi non avevo avuto il tempo ed il modo per cercare un abito adatto. Tutto stava andando bene, nonostante questo piccolo equivoco, ma allo stesso tempo avevo il sentore che sarebbe successo qualcosa alla festa. Era una sensazione odiosa che non mi piaceva provare perché sembrava che dopo ogni emozioni felice dovessi per forza trovare l'altra faccia della medaglia, ovvero la tempesta. Dentro di me avevo come il presentimento che Miriam sarebbe stata una delle cause di questa mia sensazione. La mia amica all'udire la mia ansia si organizzò immediatamente per risolvere la questione, decidendo che nel pomeriggio ci saremmo incontrate per comprare l'abito. Dopo aver pranzato mi ero riposata e poco dopo preparata per uscire. 

Incontrai Emma in una piazzola a metà strada tra casa mia e la sua. Avevamo raggiunto il centro commerciale della città, nel quale vi erano diversi negozietti in cui cercare qualcosa di adatto. Non avevo la più pallida idea di che cosa comprare perché i primi abiti che avevo provato in camerino mi avevano fatta sembrare un involtino primavera o una meringa. Di norma, in questa struttura, si potevano trovare moltissimi abiti però io ero un soggetto difficile ed ogni volta dovevo sudare per trovare qualcosa. Emma, invece, aveva trovato subito un abito lungo color oro e con un cinturino in vita. Per la maggior parte dei negozi fu un buco nell'acqua completo ed io ormai ero stanca di fare avanti e indietro, a breve mi sarei stramazzata al suolo. Presi un respiro profondo ed entrai con la mia amica nell'ultimo negozio, nella speranza di poter trovare l'abito, oppure sarei andata direttamente in tuta. Ci fu come una sorta di miracolo ed eccolo lì: era perfetto. Provai questo vestito lungo fin sopra le ginocchia di un color azzurro pastello e monospalla. Avevamo impiegato ore e mi pareva di non farcela più, poi era arrivato come se lo avessi chiamato disperata. Tanti involtini, ma dopo un 'amore a prima vista'. Emma mi fece fare ancora due o tre giravolte in camerino ed io sbuffai stanca. «Sì, ma ora paghiamo e andiamo» la supplicai. Lei ridacchiò e mi spinse dentro al cubicolo per togliermi il vestito. Dopo tutto lo sforzo sentivo solamente un'immensa voglia di distendermi sul letto insieme alla mia amica per guardare un film o una serie TV. 

«Siamo a casaaaa!» urlai non appena mettemmo piede in casa. Ci togliemmo le giacche perché faceva un caldo fotonico dentro casa e mi stupii di non vedere mia madre sbucare da qualche parte. Guardai Emma confusa, la quale non parve intendere al 100% il perché del mio dubbio. Udii dei passi giungere dall'ufficio di mio padre e finalmente la donna comparve, con un sorriso alquanto strano. La conoscevo come le mie tasche e sapevo che mi nascondeva qualcosa, non sapevo cosa ma lo avrei scoperto immediatamente. «Ciao mamma »la analizzai attentamente. Lei passò lo sguardo da me alla mia amica «Ciao tesoro..»«Ciao Emma, tutto apposto?» era troppo emozionata e non riuscivo a capire il perché. Non capivo. «Ciao! Sì sì, tutto bene» Emma sorrise. «Mamma, cosa nascondi?» le domandai schietta. Lei assunse un'espressione palesemente finta, stava fingendo di essere confusa, ma io sapevo che stava mentendo e che nascondeva qualcosa. «Ma cosa dici, tesoro? Non nascondo nulla. Sono solo felice oggi». Assunsi un'espressione stranita, più reale della sua, e cercai di mostrarmi indifferente. Presi per mano la mia amica ed insieme prendemmo due confezioni di gelato panna e fragola, senza dimenticare i nostri magici cucchiaini colorati, prima di rifugiarci in camera. Sì, avevamo due cucchiaini particolati legati ad una storia alquanto lunga. Avevamo cinque anni ed era la prima volta che lei veniva a casa mia dopo essersi slogata il polso, il tutto giocando con un altro bambino a scuola. Stavamo mangiando latte e cereali, quando d un certo punto da color rosso i due cucchiaini diventarono color azzurro e lilla. Da quel momento li avevamo chiamati 'magici cucchiaini colorati' ed ecco perché i nostri colori preferiti erano l'azzurro e il lilla. In camera cercare di fare il più attenzione possibile per la salvaguardia dell'abito che avrei indossato la sera stessa al ballo, dopo tanta ricerca non potevo rovinarlo. Eravamo eccitate all'idea di fare una maratona di Pretty Little Liars, ma non appena mi focalizzai lo sguardo sul mio letto rimasi stupita dal vedere che sopra di esso vi era una poggiata una scatola di cartone con dei fori lungo il lato destro. Ero stupita e confusa allo stesso tempo. Mi voltai verso Emma, la quale alzò le spalle indifferente. Non poteva essere un pacco ordinato da internet perché recentemente non avevo comprato nulla online. Non appena mi avvicinai al pacco misterioso sentii un qualcosa muoversi all'interno e indietreggiai di scatto. Era quello che pensavo io..oppure mi sbagliavo? Forse era questo il motivo della strana felicità di mia madre. Io e la mia amica ci sedemmo sul bordo del letto, ciascuna ad un lato della scatola, e prima di aprirla ci mandammo un'occhiata. «3..2..» provò lei, ma io la bloccai subito «E se fosse una bomba?» la presi in giro e lei scoppiò subito a ridere «Ma smettilaaa...» «3..2..1». Togliemmo insieme il coperchio e all'interno della scatola scoprimmo la presenza di una piccola palla di pelo, un gattino con dei bellissimi occhioni azzurri. «Non ci credoo!» urlai emozionata, ma dopo qualche secondo mi resi conto dell'errore e mi tappai la bocca. Non potevo urlare davanti ad un cucciolo indifeso perché si poteva spaventare. Mi tappai la bocca e urlai dentro di me per la felicità. Emma ridacchiò e prese in braccio il gattino sussurrando un 'ma che carino'. In quel momento avevo capito lo strano sorriso di mia madre e la sua insensata felicità, tutto aveva acquistato un senso.

«Mamma» la chiamai. Non volevo urlare di nuovo per non spaventare il gattino, allora mi alzai e raggiunsi la porta. Emma ripose il cucciolo nella scatola e mi seguì, mentre io scendevo una parte di scale per farmi sentire «Mammaaaaaa» la chiamai ulteriormente. Questa volta si fece viva e salì verso di noi con un sorriso a trentadue denti. Non ebbe il tempo di parlare perché la tempestai di domande «Ma come? Ma quando? Perché? Aahh, un gattino». La mia euforia la fece ridere. «Okay, okay, speravo in questa reazione da parte tua» ammise. Ero molto prevedibile. Dovevo sapere tutto a riguardo. «Dimmi». Mi chiedevo che cosa ci facesse un gattino in camera mia, come ci fosse finito, e soprattutto se era solo mio od un sogno. Era solo mio? Lo potevo strapazzare quanto volevo? Rise e tutte e tre scendemmo in cucina per chiarire la situazione.  «Questo pomeriggio, mentre voi due eravate al centro commerciale, sono andata a passeggiare insieme ad Iris» «Ad un certo punto ci siamo fermate per sederci su una panchina e riposarci, ma siamo state distratte da questo gattino che vagava da solo. Sembrava solo, triste ed abbandonato. Allora Iris lo ha preso e siamo andate a casa sua» « Lì abbiamo incontrato Lio, lui ci ha aiutate a lavarlo e controllare che tutto fosse apposto, e prima di portarlo dal veterinario, lui ci ha detto 'Regalatelo a Elena, le farà molto piacere ne sono sicuro, e dite che l'idea è stata mia'. Questo perché avevamo avuto l'idea di lasciarlo a casa loro, ma lui ci ha fatto cambiare idea. Così è andata» terminò il racconto. Non appena aveva nominato Lio, io ed Emma ci eravamo mandate un'occhiata di intesa. Wow, avevano avuto un'idea bellissima. Dovevo chiamare Lio e ringraziarlo per il pensiero dolce. 

Tornammo in camera per guardare il gattino e non lasciarlo solo, ma io prima colsi l'occasione per chiamare Lio. Emma aveva avuto la mia stessa idea perché mi aveva passato il telefono ordinandomi «Chiama Lio. Subito!». Nascosi un piccolo sorriso e mentre lei giocava con il gattino io cercai il numero del biondo per telefonargli. Attesi qualche secondo e il mio cuore iniziò a battere all'impazzata durante l'attesa. «Pronto?» rispose «Lio »esclamai felice. Ero felicissima della sorpresa che mi avevano fatto, mi sembrava di essere tornata bambina a quando desideravo tanto avere un cucciolo in casa, ma i miei erano contrari perché non si sentivano in grado di prendersi cura di un animale domestico in quel momento.  «Hei, piccola, dimmi» percepii un sorriso anche da parte sua.  «Il gattino, è bellissimo!» mi morsi il labbro inferiore. Emma mi guardava emozionata, con uno stupido sorrisetto stampato in volto.  «Allora l'hai trovato» «Sì, lo adoro, grazie per l'idea! Grazie, grazie, grazie!» «Prego piccola, a stasera» «A stasera» chiusi la chiamata.

Posai il telefono sul comodino ed osservai la mia amica fare espressioni buffe al gattino che saltava sul letto senza fermarsi un secondo. Era iperattivo. Poco dopo mi resi conto che avrei dovuto dare un nome al gattino, solo che al momento non avevo ispirazione. Non avevo mai avuto molta originalità con i nomi.«Come lo chiamo?» chiesi ad Emma, la quale si girò trattenendosi dal ridere. «Non ne ho la più pallida idea» distolse l'attenzione dall'animaletto. Ottimo, non avrebbe avuto un nome.  «Sceglieremo dopo»                                                                              

Il pomeriggio trascorse abbastanza in fretta grazie alla maratona di Pretty Little Liars ed i giochini con il nuovo animaletto di casa. Giunsero le sette e mezza e noi ci rendemmo conto che a breve ci saremmo dovute preparare per il ballo perché mezz'ora dopo sarebbero venuti i nostri cavalieri a prenderci. Ero contenta all'idea di andare al ballo con l'abito che avevo scelto, ma allo stesso tempo non potevo trascurare lo strano presentimento che sentivo dentro di me. Dovevo assolutamente accantonare questi pensieri perché la serata doveva essere spettacolare. Ci alzammo dal letto e decidemmo che era ora di prepararsi.                                   


                                                                                                       


Ask:@lalalala34_

Instangram:@ilnostroamore_official
Twitter:@namelesspao__
Facebook:il nostro amore impossibile.

Il nostro amore impossibile (INAI's series)Where stories live. Discover now