Capitolo 29 - Abbiamo pensato che vi dobbiate frequentare di più

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Capitolo 29 - Abbiamo pensato che vi dobbiate frequentare di più

«Elio ci sta fissando e la cosa mi fa alquanto paura.» esclamò Lio ad un tratto, guardando in direzione del piccolo pinguino. Il mio sguardo si spostò sul pupazzo: era comodamente coricato sulla poltrona, protetto dalla copertina rossa, ed intento a fissarci. Effettivamente era un po' inquietante. Era arrivato il tempo di scendere al piano di sotto e mostrarsi ai genitori, quindi mi diedi un'ultima sistemata veloce e prima di uscire tirai un buffetto ad Elio il pinguino. Sotto i nostri genitori erano già svegli da qualche ora e li trovammo occupati: Iris e mia madre portavano al compimento il dolce, mentre gli uomini di casa leggevano il giornale. Alla televisione trasmettevano un programma pre registrato sulla Vigilia di Natale.
«Buongiorno.» entrammo in scena attirando l'attenzione dei presenti, i quali rimasero incantati nell'osservarci. Lio si accomodò accanto al padre mentre io mi dirigevo nella zona cottura per dare un'occhiata al cibo che presto avrei mangiato. Iris, in quello stesso momento, si voltò verso di me squadrandomi da capo a piedi. Mia madre si accorse della mia presenza e la imitò. Per un attimo trattenni il fiato ansiosa di sapere che cosa ne pensassero del mio outfit «Quanto siamo eleganti oggi.» dissero, infine, entrambe. Arrossii al complimento ed esalai un respiro profondo liberandomi da un peso. Ci tenevo a fare una bella figura. «Grazie mille.» le ringraziai. Mi avvicinai alla pentola curiosa e annusai un buonissimo profumo, il quale fece gorgogliare il mio stomaco. Stavo morendo di fame, mi ero appena svegliata e non avevo avuto modo di mangiare colazione. Abbandonai l'angolo cottura e mi sedetti al tavolo accanto a Lio «Dormito bene?» chiese mio padre alzando lo sguardo dal Sudoku. Io ed il biondo annuimmo. Ripensai alle nostre nottate cariche di...tutto e a come io dormissi serena e rilassata vicino a lui. Questa mattina non avevamo un'idea precisa di che cosa fare, infatti avevamo vagato per metà della casa senza nessuna azione utile da compiere «Oh, giusto! I regali!» Iris si sbatté una mano sulla fronte e corse verso il salotto, con il ticchettio dei tacchi che rimbombava nell'ambiente. La seguimmo avvicinandoci all'albero di Natale e la trovammo intenta a tenere svariati pacchetti colorati tra le braccia, come in un tipico film natalizio. Ci ordinò di sederci sul divano e, ad uno ad uno, ci consegnò i regali. In effetti, mi era parso mancasse qualcosa. Mentre loro tornavano in cucina terminato lo scambio dei doni, io rimasi con Lio seduta sul comodo divano. Analizzai ciò che avevo ricevuto: due maglioni caldi, un bracciale d'argento con un piccolo numero '8' e due libri. Non ero una ragazza pretenziosa quando si trattava di regali, anzi, mi piaceva già il fatto che qualcuno avesse pensato almeno per un secondo a che cosa regalarmi. Il silenzio riempì il vuoto della stanza, io osservavo il camino e Lio era immerso nei suoi pensieri.

Verso ora di pranzo trascinai il ragazzo in cucina per aiutare a preparare tavola. Volevo rendermi utile dato che avevo cincischiato per tutta la mattinata «Ti lascio il compito di decoratrice!» mi sorrise dolcemente Iris. Non si trattava di un compito qualsiasi, era molto importante decorare la tavola nel migliore dei modi possibili e con molta cura. I nostri padri, nel mentre, si erano spostati in salotto per proseguire con dei discorsi di lavoro e lasciarono libero lo spazio della tavola. Lio aveva posizionato piatti e bicchieri mentre io mi ero dedicata alla disposizione di tutti gli oggetti. Al centro posai due candele bianche su candelabri dorati e decorati da pungitopo. Su ogni piatto i tovaglioli di carta, anch'essi dorati, erano stati modificati con la tecnica dell'origami. Notai, nel mentre, le due madri scambiarsi sguardi diversi dal solito e non avevo idea del motivo. Era successo qualcosa in nostra assenza? Cercai di non farci troppo caso e proseguii nella missione che mi era stata assegnata da Iris. Poco dopo i nostri padri tornarono in cucina e nel giro di qualche secondo ci trovammo accerchiati dagli adulti. Era strano quasi quanto gli sguardi che si erano scambiate le nostre madri. I loro sguardi in quel momento, però, non trasmettevano nulla «Dovremmo parlarvi ragazzi.» disse Iris con le mani giunte. Mia madre era sempre colei che parlava per tutti perché, oltre a farlo in modo adeguato, era sempre l'unica che riusciva a capirci quindi iniziò il discorso «Io, Filippo, Iris e Gianluca abbiamo pensato che voi vi dobbiate frequentare di più, quindi che ne pensate stasera di andare ad una festa in centro? Sarà molto carino...». Rimasi interdetta dalle frasi uscite dalla bocca di mia madre. In quel momento avevo capito il perché di determinati sguardi, stavano tramando contro di noi. Da un lato, però, ero anche sollevata perché per un attimo avevo avuto il timore ci avessero scoperti «Ehm, okey.» dissi seguita da Lio, il quale era intento a guardare altrove. Terminato il discorso alquanto imbarazzante ognuno era tornato a svolgere le proprie mansioni come se nulla fosse accaduto. Lio, poco dopo, raggiunse mio padre e Filippo per scegliere il vino più adatto per il pranzo, mentre io avevo aiutato Iris a decorare il dolce. Osservai con occhi a cuoricino il bellissimo, e probabilmente anche buonissimo, tiramisù che la madre di Lio aveva appena terminato di preparare. Era il mio dolce preferito ed io non vedevo l'ora di poterlo assaggiare. La aiutai a creare una serie di disegni in tema natalizio con il cacao sopra al dolce e successivamente a riporlo in frigo. Mia madre ci avvisò che a breve il pranzo sarebbe iniziato quindi ci accomodammo a tavola. Filippo stappò la bottiglia di vino seduto capotavola, mio padre osservava l'origami che avevo realizzato e mia madre portò il primo giro di antipasti. Mancava solamente Iris, la quale era scomparsa al piano di sopra senza dirci che cosa stesse facendo. Scese qualche secondo dopo con una macchina fotografica in mano e i nostri genitori risero tra di loro, chissà per che cosa. Mi girai verso destra, ovvero verso Lio, che era accanto a me e mi sorrideva. Iris scattò qualche foto a tutti i presenti, alla tavola che avevamo imbandito e soprattutto al cibo cucinato. Gli antipasti erano stati presentati su dei taglieri di legno e sembravano a primo impatto davvero invitanti: sformatino di verdure con fonduta valdostana, gamberetti con salsa rosa, affettati e lardo con castagne. In poco tempo i taglieri erano stati spazzati via, soprattutto dai più giovani che non avevano fatto colazione e avevano atteso con tanta ansia il pranzo di Natale. Fino a quel momento la giornata stava trascorrendo nel migliore dei modi, in maniera molto tranquilla, tra regali, cibo prelibato e soprattutto vino. Il primo piatto era la specialità di mio padre, spaghetti con burro e tartufo, mentre il secondo era polenta con salsiccia. Mi chiedevo, effettivamente, come avevamo fatto sino a quel momento ad avere ancora fame nonostante tutte le portate sostanziose. La parte più divertente del pranzo era stato girare la polenta insieme a Filippo. Infine, il pranzo si era concluso con il dolce di Iris. Io ero sazia, però allo stesso tempo non volevo rinunciare ad almeno una fetta di tiramisù quindi mi ero concessa ancora un piccolo spazio.
«Chi vuole il dolce?» chiese la madre di Lio sorridendo. Tutti annuirono «Io lo divido con Lio perché sono sazia.» proposi nella speranza che il biondo condividesse la mia idea. Madre e figlio annuirono, per poi tagliare una fetta per ciascuno dei presente, tranne che per me.
Mi accarezzai la pancia piena e bevvi un ultimo sorso di vino. Dopo un pranzo di questo genere mi sentivo piena come un uovo, colma fino all'ultima parte del mio corpicino. Rimanemmo ancora un po' di tempo insieme ai nostri genitori per chiacchierare riguardo i regali appena ricevuti, ma anche sulla scuola e le vacanze. Ogni tanto sussultavo e cercavo di non farmi scoprire dai genitori perché Lio, cattivo com'era, appoggiava la mano sul mio ginocchio e man mano saliva sempre più sù finché io non lo bloccavo. In quel momento mi ero chiesta perché avessi messo la gonna invece che i jeans. Ah sì, perché nei jeans sarei scoppiata dopo un pranzo di questo tipo.

Sparecchiata tavola pulimmo solo più i piatti e prendemmo un goccio di digestivo prima di rifugiarci nella nostra tana. I nostri genitori si erano seduti di nuovo a tavola, ma per giocare a carte. Io ero troppo stanca dopo tutta la quantità di cibo che avevo mangiato e necessitavo di un bel abbiocco post - pranzo in camera. Lio si sedette sul bordo del letto, mentre io mi distesi sulla poltrona rossa reclinabile per scambiare qualche messaggio con Emma. Lei era con Alex, al momento, e stavano festeggiando insieme il Natale. Le giornate qui erano molto rilassanti e piene di novità, a tal punto da non avere nemmeno il tempo di fermarsi e pensare anche alla vita del nostro paesino. Quando, invece, vi erano quei piccoli momenti liberi ripensavo a tutto e mi rendevo conto di quanto mi mancasse vedere la cricca.
Sulla poltrona ripensai alla prima volta in cui avevo conosciuto Alex, Jeamy e Lio.

Flashback

*Stasera allora invito anche Alex, va bene?* mi scrisse Emma.
*Ok ok* risposi.

La sera, non appena i miei se ne andarono via, preparai il salotto per la serata film con Emma. Pop corn, un film carino da vedere e bevande gassate. Questi erano i requisiti per la nostra serata. Posizionai la coperta sul bracciolo del divano in modo che non desse fastidio e bloccai la televisione prima che il film potesse partire da solo. Nello stesso momento suonò il campanello, il quale mi fece saltare come una molla e andai ad aprire. «Emma!» esclamai eccitata saltandole addosso. «Ele!» rispose allargando le braccia. Questo era uno dei nostri tipici saluti.
Ci abbracciammo teneramente e dietro di lei spuntarono tre ragazzi, tra cui Alex Męndoza, il nuovo ragazzo di Emma. Nel giro di qualche secondo ci separammo dall'abbraccio, il quale ci fece imbarazzare perché avevamo manifestato davanti a loro tutto il nostro entusiasmo.
«Entrate.» mi feci da parte per farli entrare in casa. Da un lato ero curiosa di conoscere questi ragazzi, dall'altro ero diffidente come mio solito. Dovevi star in allerta e fare attenzione, dovevo controllare che il ragazzo in questione andasse bene per la mia migliore amica. Non volevo che lei soffrisse per amore, anche se era naturale, volevo proteggerla ed assicurarmi che Alex che non volesse prenderla in giro.
Si avvicinò il primo ragazzo, proprio Alex. Aveva i capelli neri e gli occhi color nocciola, era molto alto e aveva con sé uno skateboard.«Piacere, Alex.» si presentò stringendomi la mano e sorridendo .Un sorriso caloroso che mi aveva trasmesso fiducia. Aveva appena guadagnato qualche punto, ottimo. «Elena.» sorrisi ricambiando la stretta. Per ora tutto stava procedendo bene. Si avvicinò il secondo ragazzo, a me totalmente sconosciuto. Aveva i capelli castani alzati in una cresta e gli occhi azzurro molto chiaro. Portava un piercing al sopracciglio e un dilatatore all'orecchio destro. Aveva uno stile particolare e anche dal suo sorriso mi venne trasmessa fiducia. Forse Emma aveva scelto il ragazzo giusto. «Sono Jeamy.». L'ultimo ragazzo invece non si presentò, mi guardò e tornò a mandare messaggini sul suo smartphone. Aveva i capelli biondo scuro alzati in una cresta, occhi azzurri ed era poco più basso di Jeamy. Wow, io lo ospitavo a casa mia e non aveva nemmeno la decenza di presentarsi o almeno salutare. Che bella persona, eh. «Ah, lui è Lio.» mi rispose Jeamy spezzando il momento imbarazzante. «Ah.» mi limitai. Ero contenta di aver conosciuto Alex e Jeamy, invece questo Lio non mi convinceva affatto

***

Che ricordi. Mi sembravano passati anni dal giorno in cui li avevo conosciuti, eppure era passato solo qualche mese e in quel poco tempo erano successe un sacco di cose. Non vedevo l'ora di riabbracciarli appena ritornata a casa dalle vacanze.

Il nostro amore impossibile (INAI's series)Where stories live. Discover now