Capitolo 37 - Ballo d'inverno e presentimenti poco rassicuranti

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Capitolo 37 - Ballo d'inverno e presentimenti poco rassicuranti

Dentro di me iniziai a provare un po' di paura, oltre all'ansia. Era da tutto il giorno che provavo questo presentimento strano, come se mi stessero avvertendo che qualcosa sarebbe accaduto. Qualcosa di negativo. Questo presentimento si sarebbe avverato o era solamente una mia stupida idea? Lio mi piaceva molto ed ero felice di essere la sua ragazza, però avevo paura che capitasse qualcosa come perderlo, cosa che non volevo assolutamente. Tante persone mi avevano avvertita su di lui per farmi stare costantemente in allerta, ma io mi fidavo ciecamente di lui. In svariate situazioni mi aveva mostrato quanto fossi importante per lui. Una parte di me credeva che lui fosse totalmente diverso dalla sua maschera di cattivo ragazzo, come aveva dimostrato trascorrendo il tempo con me. Speravo di aver riscattato il carattere buono di Lio perché in fondo ognuno aveva un lato buono, no? Nonostante questo, adesso avevo paura. Stirai il vestito azzurro e mi specchiai ancora una volta. Ero convinta della scelta che avevo fatto e sapevo che mi rendeva giustizia, solo che la mia ansia mi aveva resa insicura al punto di sembrare un bon-bon ripieno. La testa era talmente potente da fregarti in pochissimi secondi. Sentivo qualcosa di sbagliato, mi sentivo sbagliata. Il vestito da bon-bon, il presentimento molto forte e la sensazione orribile che mi bloccava lo stomaco. Nel mentre che sistemavo il necessario mi resi conto che Emma mi stava osservando attentamente «A che pensi?». Mi conosceva bene, purtroppo, ma nonostante questo provai a mentire. Non volevo rivelare ciò che mi attanagliava perché non volevo rovinare la serata a tutti con i miei stupidi pensieri. «Nulla»mentii senza successo «Dimmelo Elena Alice Rosati! Ti conosco troppo bene». Lo sapevo, non le sfuggiva niente. «Va bene...- mi accomodai sul bordo del letto - ho paura» cercai di non guardarla negli occhi «Di cosa?» chiese confusa, spostandomi una ciocca di capelli dal viso. Non potevo nascondermi con lei, era la mia migliore amica e mi conosceva come le sue tasche. Da un lato probabilmente dovevo sfogarmi con lei, in modo da liberare la sensazione opprimente che provavo addosso. «E' da questa mattina che provo dentro di me una sensazione strana - la vidi accigliarsi - ed è come se sentissi un presentimento negativo riguardo la serata, in particolare riguardo Lio..» «Ele..non devi preoccuparti, secondo me è solo una tua impressione ed è normale. La tua relazione con Lio è nuova e conosciamo i suoi trascorsi. Non penso sia semplice con tutte le ragazze che lo vogliono, ma tu, anzi tutti noi, sappiamo quanto Lio ti voglia bene. Ce ne siamo accorti. Non preoccuparti, non pensarci e divertiti al ballo! Comunque, se vuoi, sta notte dormo da te così fai sogni tranquilli..». Avevo prestato molta attenzione a ciò che mi aveva detto e non potevo non sorridere davanti alla bontà e alla saggezza della mia amica, era sempre chiara con me. Era uno dei miei sostegni. Annuii per la sua proposta e la abbracciai stretta. Le volevo molto bene. In pochi secondi avevo scacciato via quella stupida ed inutile sensazione. Perché ogni volta dovevo provare una morsa allo stomaco? Non volevo che qualche stupida morsa, forse anche dettata dal mio organismo o dalle mestruazioni in arrivo (chiamate da me 'Fausto'), rovinasse il mio ballo «Grazie di tutto»

Suonarono al campanello di casa, facendo scattare me ed Emma che eravamo ancora sedute sul bordo del letto. Erano arrivati i nostri cavalieri per il ballo. Non potei non riflettere su quanto il tempo fosse volato e avesse cambiato tutte le carte in tavola. Fino a qualche mese fa non avrei mai pensato di essere fidanzata, ma soprattutto con Lio Romeo che non avevo mai sopportato. I miei sentimenti per lui erano cambiati in pochissimo. Terminati gli ultimi ritocchi decidemmo di farci vive, scendendo al piano di sotto in cui ci stavano attendendo i due ragazzi. Emma si fiondò sul povero Alex, mentre Lio si avvicinò lentamente sorridendo e squadrandomi «Ciao piccola» mi salutò ammiccando «Ciao» sorrisi. Lui si fiondò sulle mie labbra per stamparmi un bellissimo bacio, ma qualche secondo dopo Emma ci interruppe perché dovevamo andare. Jeam sarebbe stato il nostro autista perché era l'unico del gruppo che aveva la patente, essendo un anno più grande di noi, e ci attendeva parcheggiato davanti casa mia. Sapevo che guidava una Mini One rossa, però per trasportare tutti aveva preso in prestito la macchina di sua madre. Azzurra era già con lui, seduta sul sedile davanti nel suo bellissimo abito. L'auto aveva la possibilità di raggiungere ben sette posti, quindi non avevamo problema. Prima di sedermi sorrisi al pensiero delle coppie che formavano la cricca. Chi avrebbe mai detto di me e Lio o Emma e Alex, o ancora Jeamy e Azzurra. La vita era strana a volte e certe cose non pensavi che potessero accadere, ma poi semplicemente accadevano. Poteva essere opera del destino secondo alcuni, per altri eravamo noi che costruivamo il nostro destino. Io pensavo che fosse proprio il destino a mandarci questi ostacoli da affrontare, a noi era stata affidata questa vita perché eravamo abbastanza forti per affrontarla. Nonostante i miei pensieri, Jeam partì e ci dirigemmo verso scuola.

Parcheggiata l'auto vicino alla ex stazione, ci trovammo in pochi secondi nella palestra della sede. L'ambiente gremiva di studenti e la musica si udiva in lontananza. Diversi studenti, vestiti elegantemente, sostavano nel cortile oppure attendevano fuori dal cancello, mentre altri si sbaciucchiavano senza ritegno. Notai che molte ragazze indossavano abiti alquanto succinti e che rivolgevano a Lio uno sguardo languido, cosa che iniziò a infastidirmi molto. Sembrava che volessero fare colpo sul mio ragazzo a tutti i costi. Possibile che non esistessero altri ragazzi attraenti su cui fare colpo? Non potevano dirmi che lui fosse l'unico perché ad ogni angolo ve n'era uno. Avevo cercato di mantenere un equilibrio, di essere il più tranquilla possibile per godermi la serata, però sentivo che il presentimento era tornato più forte di prima. L'ambiente della palestra era stato decorato in pieno stile invernale con fiocchi di neve appesi al soffitto e festoni azzurri coprivano la palla da discoteca illuminata. Lungo la parete di fondo erano collocate le tavolate con bibite e snack leggeri, mentre dalla parte opposta vi era il palchetto con la postazione dj. La musica a palla mi stordiva. Ai lati erano stati collocati tavolini, sedie e panche per accomodarsi durante l'attesa o per mangiare qualcosa. La pista era affollata di studenti che ballavano sulle note della musica e ridevano «Balliamo?» chiese subito Lio, porgendomi la mano. Io annuii e mi lasciai trascinare da lui verso il centro della palestra. Ci fermammo in mezzo alla pista, in un posticino meno affollato, e lui appoggiò le mani sui miei fianchi. Ballammo tre o quattro lenti e due pop e mi resi conto che ormai i miei piedi non funzionavano più. Non ero abituata a ballare sui tacchi. Ero stanca ed insieme a Lio ci sedemmo ad un tavolo per riposarci «Vado a prenderti da bere?» propose dolcemente e io annuii. Durante l'attesa mi guardai intorno e mi resi conto dell'assenza di Miriam. Troppo strano. Metà delle ragazze della scuola avevano girovagato attorno a Lio, mentre della mora non c'era stata nessuna traccia e questo mi preoccupava. Dov'era? Volevo divertirmi, però non mi scordavo di essere vigile e attenta. Avevo paura che lei potesse raggiungere Lio e combinare qualcosa di poco piacevole. Sentivo un forte groppo in gola che mi stava facendo agitare, aumentando i battiti del cuore. Il panico si stava impossessando di me. Sbuffai sistemandomi una ciocca di capelli e guardai i miei coetanei ballare in mezzo alla pista divertendosi. Fidanzatini che si sbaciucchiavano, amici che si scatenavano, ragazze che si abbuffavano al tavolo del cibo. Il tempo passò, ormai dieci minuti buoni, e di Lio nessuna traccia. Dovevo respirare, dovevo solo respirare. Perché mi facevo prendere dall'ansia in questo modo? Magari si era fermato a chiacchierare con qualche suo amico e a breve sarebbe tornato da me con due bicchieri colmi.

«Hei, un ballo con me principessa?» chiese Jeam mentre Azzurra dietro di lui muoveva ritmicamente la testa come per incitarmi ad accettare. «Devo proprio?» lo guardai rattristata. Non per il ballare con lui, ma la scomparsa improvvisa di Lio. Avrei voluto ballare con lui «Dai, voglio un ballo con la mia migliore amica » sorrise avvicinandosi a me. Ma sì, che cosa costava?Era pur sempre un amico molto importante, non uno sconosciuto. Il mio presunto ragazzo non compariva da dieci minuti ed ero ad un ballo scolastico, dovevo divertirmi almeno un po'. Annuii ridendo e raggiunsi la pista tenendo la mano del mio ranocchio. Mentre ballavamo il lento mi era tornato in mente il ricordo del giorno in cui il rapporto tra me e Jeam aveva intrapeso un percorso diverso. Era estate ed io ero fidanzata con un certo Daniele, il quale si era trasferito prima dell'inizio della scuola. Un giorno, mentre andavo alla pista degli skate per incontrarmi con Emma e Alex, lo vidi baciarsi con una ragazza dai capelli rossi fiammeggianti. Gli avevo tirato uno schiaffo talmente forte da lasciargli un segno rosso sulla guancia. Piangevo come una disperata e durante il tragitto verso casa avevo trovato Jeam. Lui mi aveva consolata e mi aveva fatto ridere per tutto il giorno. Senza di lui io, probabilmente, sarei rimasta a casa a piangere come una stupida per un ragazzo non meritevole. Finì il lento e lasciai Azzurra ballare con il suo principe mentre io tornavo alla base, ovvero il tavolino di prima. Dovevo finire il mio bignè alla crema. A proposito di principi, il mio dov'era? Ora, però, mi stavo preoccupando. Avevo sperato che dopo il ballo con Jeamy lui fosse tornato al tavolo attendendomi, magari con i bicchieri pieni di bibita. Eppure di Lio nessuna traccia.






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Il nostro amore impossibile (INAI's series)Where stories live. Discover now