Capitolo 18 - La nuova arrivata

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Capitolo 18 - La nuova arrivata

«Buon compleanno Elena!» urlò ancora un coro di voci. Questo mi fece sorridere come un'ebete. «Oddio.» una mano era sulla mia bocca spalancata per la sorpresa. Ero stupefatta, non potevo credere che mi avessero organizzato una festa a sorpresa e soprattutto che Emma mi avesse detto una balla per portarmi qui. Mi guardai attorno curiosa. Al soffitto era appesa una enorme palla da discoteca luminosa, mentre lateralmente all'intera sala vi erano una serie di luci al neon colorate. Davanti a me vi era una balconata che circondava l'ingresso e ai lati vi erano le scale per giungere nella sala vera e propria, nella quale si trovavano gli invitati. Il tema era oro e oro rosa, infatti l'ambiente venne decorato con palloncini, tovaglie, il cibo e la torta a tema con quei colori. Scese le scale, sulla sinistra, vi era un bancone nero lucido molto lungo, decorato con una serie di palloncini. Dietro di esso vi era il barman, il quale stava servendo da bere ad alcuni miei compagni di classe. Invece sullo sfondo vi era un fondale di scaffali in vetro con esposte le diverse bottiglie. A destra si dipartivano una schiera di tavolini e sgabelli su cui sedersi, anch'essi rigorosamente neri. Al fondo della sala vi era il palco su cui si trovava il dj con la console e le casse.

Questa era stata la mia prima festa a sorpresa. Non avevo neanche immaginato che potesse accadere una cosa simile, le avevo viste soltanto nei film. Era perfetta in tutto e per tutto. Il tema, i miei amici, musica piacevole e ovviamente il cibo.
Emma mi lasciò cinque secondi da sola per cercare Azzurra dispersa nella sala e io mi sistemai il vestito nero. Quando udii una delle mie canzoni preferite cominciai a battere il piede a ritmo, ma venni interrotta da una voce. La sua, inconfondibile «Piccola.» mi girai di scatto. Lio, più bello che mai, con indosso una semplice maglia bianca e dei jeans. Il mio cuore accelerò di qualche battito. «Ehi!» salutai vagamente imbarazzata mentre lui con tutta la sua altezza mi osservava sorridendo. Anche lui era stato complice di questa festa?

Le luci intermittenti rallentarono i movimenti permettendo a Lio di prendermi la mano. Si limitò ai gesti, non disse nulla. Senza il tempo di dire qualcosa mi feci trascinare verso una zona della sala poco illuminata e frequentata. Nessuno se ne accorse.
Ero sicura del fatto che volesse portarmi in un luogo tranquillo senza il disturbo da parte di altri invitati. Questo non mi dispiaceva, nonostante fossi la 'protagonista' della serata. Mi fece entrare in un piccolo ambiente, uno sgabuzzino stretto, dove erano collocati gli strumenti per la pulizia. I nostri incontri nei luoghi molto stretti, piccoli e dimenticati dal mondo. «Finalmente sono da solo con te. Oggi c'era quella sanguisuga di Scala che non ti lasciava stare nemmeno un secondo, volevo tirargli un pugno ad un certo punto.» sbottò irritato. Ridacchiai per il tono con cui lo aveva detto. Quando era geloso era davvero tenero. «Geloso?» domandai cercando di istigarlo. Assunsi un'espressione accigliata. Mi piaceva beffarmi di lui ogni tanto.
Non rispose, ma appoggiò le sue labbra sulle mie e mi baciò infilando direttamente la lingua. Lo avevo preso come un ''. I nostri corpi erano appiccicati, mentre le labbra si muovevano a ritmo. Mi prese in braccio e mi fece aderire al muro. Le nostre bocche andavano a ritmo della canzone della sala, mentre Lio spingeva leggermente facendomi gemere. Purtroppo mi divetti staccare per riprendere fiato. Lo guardai per qualche secondo con il cuore che batteva all'impazzata. Era bellissimo con gli occhi lucidi e le labbra rosse gonfie. Non riuscii a trattenere un sorriso. Era bello pensare che lui potesse essere solo mio in questo sgabuzzino. Sarei rimasta tutto il tempo con lui, ma ero la festeggiata e non potevo assentarmi per tutto il tempo dalla mia festa di compleanno.
«Avevo bisogno di te.» sussurrò al mio orecchio lasciando un bacio sul lobo. Anche io avevo avuto bisogno di lui e continuavo ad averne.

Mi appoggiai al muro riprendendo fiato e chiudendo gli occhi per qualche secondo. Sentii Lio muoversi, ma non ci feci caso. Li riaprii e trovai davanti alla mia faccia una piccola scatolina bordeaux con un nastrino argento. Me la porse stupendomi. Un regalo? La parte più razionale di me non voleva che lui spendesse soldi per me, ma un'altra era felice di questo gesto da parte sua. «Lio...non dovevi.» esclamai a bocca aperta. Il mio cuore accelerò di un battito e la curiosità prese il sopravvento. «Dovevo piccola.» sorrise e mi incitò ad aprirla davanti a lui. Rimasi sorpresa nel trovare una catenina con un ciondolo semplicissimo, in argento. La lettera 'L' di Lio. Era un gesto dolcissimo, che mi ricordava il film che guardavo da bambina: High School Musical. Non mi sarei mai aspettata un regalo da parte di Lio Romeo, era strano, ma allo stesso tempo un gesto bellissimo da parte sua.
«Me la leghi?» domandai arrossendo. Questo mi ricordò sempre il film. Lui annuì e prese le estremità della catenina. Spostai lievemente i capelli per aiutarlo e in un secondo la legò. Avevo percepito il suo respiro sul mio collo e il suo profumo mi inondò. Per mia sfortuna dovevo tornare nella sala principale, quindi scesi dal mobile su cui ero seduta e mi inoltrai fuori insieme a Lio.

Tornai ad  essere accecata dalle luci, mentre diverse persone mi sorridevano. In poco tempo venni invasa dalla tormenta chiamata Emma «Eccoti.»mi chiamò «È l'ora della torta.». Mi salì l'acquolina in bocca solo al pensiero.

*****

Purtroppo giunse il momento dei recuperi, in cui ero costretta a seguire delle lezioni pomeridiane. Per quanto mi piacesse studiare e prendessi voti alti, volevo trascorrere il pomeriggio in modo diverso. Oltretutto era un venerdì pomeriggio, avrei preferito guardare Netflix oppure uscire con le mie amiche. Dovetti partecipare al recupero di chimica, poiché nell'ultima verifica purtroppo ero andata male. Avevo però l'opportunità di poter migliorare ed ero intenzionata ad ottenere un ottimo voto. Non era da me andare male.
Terminate le lezioni mi diressi al bar della stazione e mangiai una semplice piadina speck e brie, una delle mie preferite. Non mi piacevano molti i formaggi solidi, ma il brie era qualcosa di fenomenale. Nella piccola mezz'oretta di pausa mangiai e guardai qualche post su Instagram. Era il mio unico momento per rilassarmi tra una lezione e l'altra, infatti me lo godetti fino all'ultimo?

Mi recai in succursale, nella quale si sarebbero svolti i corsi, e mi preparai mentalmente. La mia voglia era pari a zero. Entrai in aula 24 osservando i banchi, metà vuoti e metà occupati, mentre la cattedra era ancora vuota. Spesso non mi piaceva chiedere a qualcuno di sedermi vicino perchè vi erano altre classi, però in questo caso venni spinta da una forte curiosità. Nella fila centrale di banchi identificai un volto già visto, la ragazza nuova, la quale avevo incontrato il giorno in cui Alice mi aveva versato il thè addosso. A passo lento mi diressi verso di lei, «Posso?» domandai imbarazzata alla ragazza intenta a mandare messaggini allo smartphone. Non appena si accorse della mia presenza alzò lo sguardo e annuì «Certo.»
Bloccò il dispositivo e si rivolse a me con un sorriso, cosa che mi stupì.  «Piacere, sono Miriam.» Era una bella ragazza e sembrava simpatica, molto più rispetto ad altre ragazze. «Piacere, Elena.» mi presentai educatamente. La professoressa sembrò scomparsa e questo ci aveva concesso di conoscerci meglio. Aveva un'alta autostima rispetto a me, faceva battute divertenti e le piacevano le serie tv come me. Tutto era andato a gonfie vele, mi sembrava di aver conosciuto una nuova possibile amicizia. Purtroppo il mio umore cambiò quando mi chiese «Ma tu sei la ragazza di Lio Romeo?»
Rimasi interdetta, perché me lo stava chiedendo? Ero stata tentata di dire sì, ma se Lio lo avesse scoperto mi avrebbe riso in faccia. L'ultima cosa che volevo era essere presa di nuovo in giro. Stavano andando bene le cose e lui aveva smesso di darmi fastidio, in realtà lo faceva ancora, ma a me non infastidiva più. Anzi, mi piaceva la sua presenza. Quella domanda mi aveva fatto riflettere, che cosa eravamo? Non eravamo una coppia, però ci comportavamo come se lo fossimo. Non capivo. Che cosa voleva da me Lio? Qualcosa di serio oppure no?
«Ehm, no.» arrossii leggermente abbassando lo sguardo. Decisi di non accennare al nostro comportamento strano perchè dopo quello che mi aveva chiesto iniziai a nutrire alcuni dubbi. Tirò un sospiro di sollievo e sorrise. Le piaceva Lio? No, non poteva essere, però poteva essere il contrario.Ma...lui ed io...Ok, mi dovevo rassegnare al fatto che lui non avesse ufficializzato nulla e quindi non ero la sua ragazza. Ma potevo esserlo?

La professoressa entrò in aula interrompendo per fortuna il nostro discorso tetro e iniziò il recupero. Miriam era peggio di me, non riusciva a capire alcune basi, quindi cercavo in qualche modo di aiutarla. Lei frequentava il corso di grafica, però avevamo la stessa professoressa quindi il modo di spiegare era lo stesso alla fine, soltanto la classe di ceramica aveva un altro insegnante.
Inoltre la mora cercò di scrivermi bigliettini nonostante io fossi altrove con la testa. Pensavo a Lio e alle parole di Miriam. Se tra loro due fosse nato qualcosa? Lei era una bella ragazza: fisico spettacolare, autostima alta, divertente e molte altre qualità. Era la perfezione, mentre io il nulla. Era molto facile che riuscisse a catturare l'attenzione di Lio, del mio Lio. Ero maledettamente sfortunata. Insomma, mi sarei potuta innamorare di qualcun altro, giusto? O Lio sarebbe rimasto per sempre nel mio cuore? I dilemmi della vita. Era conveniente dimenticare Lio perchè tutti mi avevano detto che lui non era da cose serie. Però...era complicato. Lui con me appariva diverso, sotto una luce diversa, e sembrava volesse qualcosa di serio. Non lo avevo più visto in giro con le sue 'amiche'. Inoltre, se avesse voluto giocare con me, mi avrebbe già portata a letto. Perchè perdere tempo in questo modo? Aveva trascorso pomeriggi con me, mi aveva imprestato i suoi vestiti, addirittura mi aveva comprato un regalo costoso per il compleanno.
Però, con l'arrivo di Miriam, non ero più sicura. Perché dentro di me sentivo che sarebbe stato un disastro?

Il nostro amore impossibile (INAI's series)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora