Capitolo 30 - Ma guarda chi si vede

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Capitolo 30 - Ma guarda chi si vede

Pian piano il pomeriggio trascorsa e giunse ormai la sera. Come ci avevano consigliato i nostri genitori, decidemmo di recarci alla festa che si sarebbe tenuta in centro. Come sempre ero divisa in due parti: una volta uscire e scoprire cose nuove, l'altra non aveva voglia e voleva rimanere in casa al calduccio. Mi aveva stupita la loro idea perché sapevano che io non ero una ragazza da feste, o almeno non ci andavo di mia spontanea volontà. Mi ci recavo solo per la cricca perché senza di loro non mi sarei mai divertita.
Avevo deciso di non cambiarmi e di mantenere l'outfit scelto per il pranzo di Natale. Mi limitai a coprirmi con giaccone e sciarpa per evitare il freddo invernale. I nostri genitori si erano accomodati in salotto per godersi la serata e guardare un film vicino al caminetto, mentre Lio era già pronta accanto alla porta di ingresso, intento ad aspettarmi. Ci salutarono tutti, in particolare le nostre madri con un sorriso che avrei definito quasi malizioso. Da un lato ero consapevole del fatto che tramavano per metterci insieme, ma non c'era bisogno di tutto questo perché noi avevamo già fatto tutto da soli. Era una sera di Natale molto tranquilla. In lontananza si udiva della musica proveniente probabilmente da locali, mentre intorno a casa aleggiava il silenzio. Tutti gli edifici intorno erano illuminati da luci esterne e da decorazioni natalizie, mettendo in risalto il bianco candido della neve. Dal cielo scendeva qualche piccolo fiocco di neve, ma ormai aveva smesso di nevicare da qualche ora. Le strade erano pulite e perfettamente percorribili. Lio mi prese per mano e passando sempre sul retro ci dirigemmo verso il viale alberato che ci avrebbe condotti verso il centro di Courmayeur. Seppur fosse la sera di Natale, molte persone erano in giro.

Il locale era in perfetto centro, lungo la via principale, poco distante da una piazzetta in cui spesso si organizzavano incontri, convegni o esposizioni di automobili. Il locale era gremito di persone, alcune sedute all'interno altre lungo la via o sedute nel dehor esterno. Nonostante il freddo i giovani non rinunciavano a sedersi fuori nel dehor per bere qualcosa ed incontrarsi, scaldati da piccole stufe da esterno. La sala era completamente illuminata da luci neon blu e tra la massa di clienti si muovevano ininterrottamente tre o quattro camerieri. C'era il pienone la sera di Natale. Giunse da noi un cameriere sulla trentina e ci chiese se volessimo sederci all'interno o all'esterno. Io e Lio decidemmo di metterci nel dehor, nonostante il freddo, per poter scappare in caso di necessità. Il tempo di sederci al tavolino che una voce dolce ci chiamò stupita «Lio Romeo ed Elena Rosati?» mi voltai e vidi con mia grande sorpresa Margherita Amatucci. Rimasi stupita dalla sua presenza, ma soprattutto innervosita. Avevo sperato di trascorrere una vacanza tranquilla con Lio, lontano dalla nostra cittadina, invece...ci avevano raggiunto qui in montagna. Margherita aveva dei lunghi capelli biondi e occhi azzurri come il cielo, era una delle ragazze più belle della classe per la sua semplicità, ma essendo timida non parlava quasi mai con nessuno. Era simpatica e prendeva spesso il bus insieme a me, però quando si era baciata con Marco ero rimasta molto stupita. Questi, però, erano futili dettagli. Non cambiavano la mia opinione su di lei. «Margherita.» dicemmo all'unisono guardandola stupiti. Lei era seduta al tavolo accanto al nostro e sembra a che stesse per andarsene dal locale. «Che ci fate qui?» chiese curiosa passandosi una mano tra i capelli biondi e arrossendo leggermente. Una volta, lei e Lio, da piccoli, erano stati grandi amici. Le loro madri e nonne, in estate, avevano trascorso per molto tempo le vacanze in abitazioni vicine e loro due si erano trovati a giocare insieme. «Le nostre famiglie sono insieme in vacanza...tu piuttosto?» domandai cercando di non far trasparire il nervosismo. «Sono con Marco Scala, il mio ragazzo.» arrossì di nuovo. Il suo ragazzo. Ero felice che Marco avesse trovato una ragazza giusta e che avesse lasciato perdere quel caso disperato che ero. Forse era meglio così. Le avevo augurato momenti felici con lui e la ragazza aveva assunto un'espressione stupita. Neanche io mi sarei aspettata di dire una cosa del genere, infatti Lio strinse più forte la mia mano. «Ma non ti piaceva Marco?» chiese dubbiosa. Dire che mi era piaciuto era un vero e proprio eufemismo perché purtroppo ero stata attratta da lui, ma la persona che mi era sempre piaciuta nonostante tutto era stata Lio.
«No, in realtà io e Lio stiamo insieme...vero amore?» lo abbracciai.  «Certo piccola.» mi baciò ricambiando. Notai l'espressione accigliata di Margherita non appena io ed il biondo ci scambiammo effusioni. Lei lo conosceva da molto più tempo di me e sapeva bene gli ultimi trascorsi del ragazzo, era difficile credere che finalmente avesse messo la testa a posto e si fosse trovato una fidanzata seria. «Auguri a voi allora.» sorrise e se ne andò dopo averci salutato.
Non mi aveva fatto piacere vedere qualcuno della nostra cittadina, per il semplice fatto che volevo vivere momenti tranquilli con Lio. Non volevo nascondere la nostra relazione, ma volevo staccarmi da quel luogo e dalle persone oppressive. Questa conversazione aveva sforato il ridicolo e mi aveva resa alquanto nervosa e stanca. Mi era passata la voglia di stare nel locale e di festeggiare, volevo solo terminare la giornata nel migliore dei modi e rilassarmi. «Andiamo altrove?» chiesi a Lio, anzi, lo supplicai. Volevo passeggiare ancora un po' e tornare a casa per riposare. Lui annuì e prima di scappare dal dehor avvisammo il gentilissimo cameriere di prima che non saremmo rimasti.

Decidemmo di passeggiare fino al fondo della via principale e poi tornammo verso casa. Giunti nel giardino di casa mia ci fermammo un attimo per osservare il bellissimo cielo sereno, in cui ogni singola stella era ben visibile, e ci sedemmo sulla panchina vicini vicini. Lio mi aveva abbracciata stretta, coccolandomi tra le sue braccia calde, e questo mi aveva fatto tralasciare il freddo notturno. Sperai di vedere qualche stelle cadente perché purtroppo ero molto sfortunata e non riuscivo mai a vederne una. Preferivo mille volte questo: io e lui insieme. Preferivo questo ad una festa piena di sconosciuti o ad un locale colmo di persone. In quel momento eravamo tranquilli e i nostri cuori battevano all'unisono. «Piccola, a che cosa pensi?» chiese Lio staccandomi da quei pensieri. Mi lasciai trasportare dalle mie emozioni «A noi.» mi uscì senza rendermene conto. Si limitò a sorridermi, un sorriso sincero e pieno di amore. Eravamo seduti sulla panca con una coperta sulle gambe, stretti forte per non lasciarci mai più, osservando il cielo. E sperando che questo non finisse mai.

Il nostro amore impossibile (INAI's series)Where stories live. Discover now