Capitolo 15 - «Stai bene con i miei vestiti»

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Capitolo 15 - «Stai bene con i miei vestiti»

La campanella suonò facendoci sospirare di sollievo. La giornata finalmente finì, tra pranzo e diverse lezioni. Non era trascorsa bene come avevo già immaginato, però ero stata confortata dalla comodità degli abiti di Lio. Con la borsa in spalla uscii dall'aula insieme ai miei amici, vogliosa di tornare a casa e guardare Netflix. In cortile venni adocchiata da un gruppo di ragazze snob le quali mi osservarono ridendo. Che cosa c'era di così divertente? Ero comoda nei miei abiti maschili, non era un problema loro. Mi resi effettivamente conto che tutta la scuola mi stesse guardando curiosa. Sbuffai mentalmente. Non era qualcosa di ambiguo indossare abiti maschili, mi guardavano come se avessi commesso un reato. Avrei dovuto considerare l'opzione di indossare abiti maschili per tutta la vita perchè per me erano molto comodi. Emma e Azzurra notarono questo fatto, guardandosi con circospezione, e la prima si rivolse verso di me parlando con un tono di voce alto «Eh sì Ele, stai benissimo con i vestiti di Lio.»Evidenziò bene il nome e le galline smisero di ridere, anzi, mutarono nel giro di pochi secondi trucidandomi con lo sguardo. Non sapevano quanto io stessi godendo in questo istante. Emma era una donna da sposare.

«Hey Ele..» riconobbi la voce profonda di Lio. Giunse dietro di me e mi cinse le spalle con un braccio. Quel suo gesto mi aveva fatto sorridere e aveva provocato emozioni strane dietro di me. Non era la prima volta che Lio si comportava in questo modo con me, ma ogni volta ero sorpresa e ciò che mi stupiva ancora di più era il fatto che lo avesse fatto davanti a tutta la scuola. Ed era una bella sensazione quando sorridevi di istinto per via di un gesto di una persona rivolto a te. Un abbraccio, un bacio, un gesto qualsiasi che riuscisse a farti sorridere con poco. «Aspetta, Elena Rosati che non rifiuta Lio Romeo. Che cosa sta succedendo?» Azzurra era alquanto sorpresa e con lei si aggiunse Emma con sguardo sospettoso «Che cosa ci siamo perse?» Loro due si erano perse alcuni dettagli fondamentali. Il rapporto tra me e Lio era cambiato durante questo ultimo mese, dall'odiarsi al piacersi. Era strano come per un bacio tutto fosse cambiato radicalmente. Purtroppo mi ero resa conto di provare qualcosa per Lio Romeo, il ragazzo che ci provava con tutte senza provare sentimenti seri. Il rischio di soffrire era alto, ero una masochista.

Alla stazione attendemmo qualche minuto il bus, chiacchierando tra di noi riguardo la giornata appena trascorsa, soprattutto riguardo la faccenda di Alice. Le mie amiche erano furiose con lei, pianificarono tra loro di prenderla idealmente a pugni, mentre Jeamy era fortemente contrariato dall'accaduto. Nonostante tutto avevamo riso per la situazione assurda, compresa me con indosso gli abiti del biondo. Il bus si fermò davanti a noi e ci radunammo accanto al palo giallo della fermata. Davanti a noi si aprì un'infinità di sedili vuoti e ci fiondammo al fondo. Nella fila di cinque posti si accomodarono le coppie, mentre io e Lio ci sedemmo vicini nella fila davanti. Si comportò bene e con grande sorpresa scese alla mia stessa fermata, come se avesse voluto trascorrere altro tempo con me. Mi comunque chiesi il perché e se fosse stato effettivamente così. Poi mi ricordai di ciò che mi aveva detto oggi in bagno e ripensai al fatto che volesse trascorrere il pomeriggio con me. L'idea mi piaceva, ma se era intenzionato ad un qualcosa in particolare lo avrei sbattuto fuori di casa senza esitare. Intravidi il giardino coperto da un manto di foglie secche e riflettei per un attimo. Riflettei su quanto amassi l'autunno, i suoi bellissimi colori, era la mia stagione preferita. Giornate in casa con candele agli agrumi o cannella e un libro, dai velux della mansarda la nebbiolina e le nuvole basse sulle montagne, i maglioni caldi. Presto sarebbe giunto l'inverno con la neve soffice. 

Lio mi seguì sino al portone di ingresso di casa mia, ogni tanto guardandosi intorno, senza fiatare. «Tra l'altro i tuoi ci sono?»domandò appoggiandosi al muro con uno sguardo penetrante. Ecco la fatidica domanda, l'avevo attesa. Da un lato non sapevo cosa aspettarmi, dall'altro necessitavo da stare sola con lui. Negai con la testa e lui sorrise. Non si trattava di un sorriso malizioso, bensì di uno genuino. Uno dei pochi visti sul suo volto. Si tirò all'indietro i capelli e continuò a parlare «Ah ok ok. Forse meglio così. Saremo totalmente soli.» Possibile stupro?Lo guardai sospettosa e in risposta alzò le braccia innocentemente. Lui era tutto tranne che innocente. Poggiai le chiavi sul tavolino accanto alla porta e mi fermai ad osservare casa. Avevo sempre amato l'ingresso per via delle volte a crociera e le arcate, architettonicamente era armonioso. Questa non era la nostra prima casa, ci eravamo trasferiti quando avevo avuto all'incirca dieci anni. Ci avevo impiegato un po' per abituarmi al nuovo ambiente. La casa precedente era stata costruita su due piani: al pian terreno vi era il vecchio magazzino dell'azienda dei miei genitori, invece al primo piano vi era il nostro appartamento. Essa affacciava sulla strada, vicino alla stazione dei treni e dei bus. Tornando a noi, l'ambiente era pulito e ordinato. I miei genitori erano a lavoro, quindi se Lio avesse tentato di stuprarmi ci sarebbe riuscito e nessuno mi avrebbe aiutata. Tralasciai le mie vicine pettegole, le quali avrebbero potuto riferire. Per un attimo mi dimenticai della presenza del biondo e per abitudine salii le scale della mansarda. Perché gli avevo permesso di entrare nella mia stanza? Perché non mi ero ricordata della sua presenza. Che stupida. Nessun ragazzo era mai entrato nella mia stanza, lui era il primo in assoluto. Prese il telefono in mano e digitò qualcosa che io non capii, ma poco dopo partì la canzone 'The Days' di Avicii e chiuse la porta di camera mia lentamente.Era stata un'ottima idea quella di mettere un po' di musica nella stanza per poter ravvivare il silenzio. 

Il nostro amore impossibile (INAI's series)Where stories live. Discover now