Capitolo 17

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"Noi torniamo in Australia e tu ci seguirai, che lo voglia o meno!" Urla esigente mio padre. Non mi ha mai rimproverato, né dato ordini infatti, adesso, faccio fatica a riconoscerlo.
Ma prima di questo, partiamo dalla mattina.

Un risveglio perfetto, vicina ad Harry. A chi non farebbe bene iniziare la giornata così? Ero felicissima solo nello stare al suo fianco, nessun pensiero negativo, nessun problema. Solo noi e un letto. Non si può descrivere la perfezione di questo uomo. Ogni millimetro ed ogni espressione del suo viso è bellissima, è una calamita per i miei occhi. Kaleb è più muscoloso, ma nessun muscolo è paragonabile alla bellezza e semplicità di Harry.

"Mi guarderai ancora per molto?" Mi sorrise aprendo un occhio. La sua voce da appena sveglio è sinfonia per le mie orecchie: roca, lenta e sensuale. Non che di giorno cambi, ma la mattina è come un alleluia cantato dagli angeli.

"Recupero ciò che ho perso." risposi a bassa voce, il mio dito si infilò sulla sua fossetta facendolo ridere.
Amo Harry tanto quanto lo odio. Fa uscire in me ciò che non voglio: il romanticismo, la dolcezza. Ma come evitarlo con un soggetto come lui?

"Dobbiamo fare la spesa" disse, una sfumatura di fastidio gli ricopre gli occhi "per il pranzo di oggi." Ecco, la mia mattina era stata appena rovinata. Non immagino come questa giornata diventerà la peggiore della mia vita all'ora di pranzo.

"Quindi non era un incubo l'invito che abbiamo fatto?" Mi lamentai coprendomi la testa con il lenzuolo, sperando che questo mi risucchiasse.

"No" il letto si mosse sotto il corpo di Harry che si alzava, prese il lenzuolo e le coperte togliendole dal mio corpo, scoprendomi. Un'ondata di freddo mi invase dalla testa ai piedi ma quando lui si sdraiò su di me tornai calda. "Ti lascio vestire, andiamo a fare colazione e poi facciamo la spesa"

Mormorai un lamento ma poi feci come richiesto. Sto diventando troppo morbida con Harry, e tutto nel giro di un giorno.
Dopo la spesa tornammo a casa, lui inziò a cucinare mentre io apparecchiai la tavola e pulì tutto. Iniziavamo entrambi a sentire tensione, ansia. Prevedevo liti, discussioni e questo non faceva altro che aumentare il mio tormento.
La prima volta che il campanello suonò andai io. Non per esagerare, ma la mia mano tremava. Alla fine era solo il vicino di casa, che a me sembra un pedofilo, ad augurarci auguri di buon Natale e offrendoci in regalo un pacchetto di dolci.
"Andrà bene, calmati." disse Harry quando chiusi la porta, bianca in volto.
Il campanello suonò di nuovo, feci per andare ma Harry mi fermò aprendo lui.

"Buongiorno!" Salutò i miei genitori allegro ma loro, in tutta risposta lo guardarono male. Iniziamo bene.

"Evita di fingere che sia un pranzo di piacere." Disse mia mamma venedo verso di me. Io immobile non sapevo come salutare così mi proposi a prendere le giacche in modo da scappare almeno un minuto da loro.

"La zia e Clary?"

"Stanno arrivando." Rispose tagliente mio padre guardando la casa di Harry. Ispezionava ogni angolo, in cerca di un difetto da rinfacciare, fortuna che prima pulì tutte le stanze sapendo che lo avrebbe fatto. Quando vuole mettere a disagio qualcuno per attaccarla cerca qualunque cosa in modo da iniziare una discussione. Io so, però, che come si riscalda velocemente si raffredda a sua volta molto facilmente. Il problema è mia madre la quale negli ultimi anni si era affezionata molto a Kaleb, sperando a un matrimonio entro il prossimo anno.
Nessuno fiatava e se qualcuno emetteva dei rumori veniva guardato come per dirgli 'avanti, parla." in modo minaccioso.

"Avete sete?" Chiesi aprendo il frigorifero. Entrambi non accettarono e volevo urlare 'non è veleno! Magari lo fosse!' Iniziai ad odiarli per gli sguardi crudeli che dedicavano ad Harry.
Una volta che arrivò mia cugina con Jamie e mia zia col compagno, ci sedemmo tutti a tavola. Harry servì in mezzo al tavolo gli antipasti preparati da lui, ognuno ne prese uno tranne i miei genitori. Non dissi niente, che morissero di fame se volevano fare la guerra della fame come i bambini!

Kismet • Harry StylesWhere stories live. Discover now