Capitolo 1

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Dall'ultimo capitolo•

Sono ancora le sette di sera.
Mi lavo.
Preparo il pigiama, l'intimo e le creme dopo doccia.
Controllo con una mano la temperatura dell'acqua, calda. Mi sto finalmente riscaldando da questo tempo gelido. Londra, è letteralmente l'opposto di Sydney, quindi qui è inverno e fa freddo quando invece in Australia sono quasi tutti al mare, al caldo, in questo periodo. Inizio a insaponarmi i capelli finché ad un certo punto la caldaia si blocca come aveva previsto Maricruz, l'acqua inizia a scorrere fredda e tagliente come il ghiaccio. Esco tremante dalla doccia e mi copro con un accappatoio alzando il cappuccio. Vado verso la caldaia, dannazione, avrei dovuto chiedere come sbloccarla.
Devo chiedere aiuto a Rick, o Jared. Insomma, al vicino.
Che imbarazzo, come presentazione iniziale mi devo presentare alla sua porta con solo un accappatoio. Almeno l'intimo lo indosso.
Busso imbarazzata alla porta del mio vicino.
Apre la porta e rimango a bocca aperta.
Non ci credo.
Tra tutti i posti, i paesi e le case.
Qui.
Tra tutte le persone che potevo rivedere.
Lui.

"Harry."

Faccio un passo indietro e lo guardo a bocca aperta. Non è cambiato molto. Ha solo i capelli più lunghi di qualche centimetro, le spalle più grandi, è più alto e.. le sue braccia! Da due stecchini magri con un paio di tatuaggi ora sono possenti e tatuate, solo una in realtà è tatuata. Gli occhi sono sempre verdi, al momento scuri causati dalla poca luce, ma sono unici, bellissimi. Sono i suoi occhi che tante volte ho amaramente ricordato. Le sue labbra carnose e rosse...

"Ci conosciamo?" Chiede aggrottando la fronte. La sua voce. Si è abbassata di qualche tono, o forse si è semplicemente svegliato da poco.

"Harry..." indietreggio ancora e nom riesco collegare la testa con le parole. "Non puoi essere tu!" Inizio ad agitarmi "Sto sognando! Ahahah! Oppure è una visione! Sicuramente, perché è impossibile che tu..."

Appoggia la sua grande mano sulla mia spalla. Mi sta toccando. Non è un sogno. Guardo la sua mano ancora sulla mia spalla e poi di nuovo lui che mi osserva perplesso.

"Veramente non mi riconosci?" Sussurro, ma assomiglia più ad un lamento di una bambina piccola. Come gesto antistress mi tocco i capelli, ancora bagnati, facendo cadere sulle mie spalle il cappuccio.
Harry mi guarda un secondo.
Sgrana gli occhi e fa scivolare la mano dalla mia spalla.

"Vi..." sussurra, e non sentivo quel diminutivo da quando se n'era andato.

"Cosa ci fai qua?" Mi chiede calmo ma io, al contrario, l'attacco tirandogli uno schiaffo scaricando tutta la rabbia che provo verso di lui.

"AVEVI DETTO CHE SARESTI TORNATO!" si tocca la guancia "L'AVEVI PROMESSO!" Carico un pugno, però lo ferma subito. Non posso usare le sue mosse contro di lui.

"Io sono tornato! Ma la tua lingua era dentro la bocca Ashton!" Ribatte. Ashton?

"Quando?"

"Innanzitutto, cosa fai qui?"

"Mi hanno trasferita per lavoro."

"Intendo davanti alla mia porta, in accappatoio." Mi guarda dalla testa ai piedi. Mi copro il più possibile.

"La caldaia è rotta e Maricruz ha detto di chiedere al vicino, aveva detto che ti chiamavi Rick, poi Jared ma mai avrei potuto pensare che fossi tu e-"

"Vuoi dire che sei tu la nuova vicina di casa?" Mi interrompe portando indietro i capelli con una mano. È stressato.

"Sì..."

Rientra in casa lasciando la porta aperta. Io rimango fuori tirando i bordi dell'accappatoio per coprirmi il più possibile. Torna con una valigetta porta oggetti in mano e si posiziona davanti la mia porta. Lo sposto e apro la porta entrando prima io e poi lasciando campo libero a Harry.

Kismet • Harry StylesWhere stories live. Discover now