Dopo circa dieci minuti, il mio cellulare comincia a squillare, lo afferro dal cruscotto e rispondo, senza nemmeno vedere chi è, inserendo il vivavoce.

«Pronto?»

«Emy, mi manchi tantissimo.»

Oh, no, è Adam, se avessi guardato lo schermo avrei evitato di rispondergli.

«Ne possiamo parlare in un altro momento?»

«Sei in vivavoce? Sento l'eco.»

«Sì, sto guidando.»

«Dove vai?»

«È una lunga storia, adesso devo riattaccare.»

«Emy, aspetta...»

«Cosa c'è?»

«Ricordati che... ti amo.»

Mi ama? Non me l'aveva mai detto nessuno. Adesso non è il momento, sono arrivata a casa di Jake.

«Okay... ne parleremo.» dico a disagio.

«Come preferisci.»

Riattacco e ripongo nuovamente il telefono dov'era, poi parcheggio metri lontano dalla villa e scendo dalla macchina. Come al solito, la musica si avverte da qui e il vialetto è pieno di macchine. Raggiungo la porta, trovandola stranamente chiusa. Forse dovrei andarmene. Senza pensarci su, suono il campanello ma nessuno si degna di venire ad aprire. Non credo che sentano con quel casino. Dopo pochi secondi la porta si apre e davanti a me c'è Danny, l'ex ragazzo di Tiffany, con una bottiglia di vodka in mano. Non pensavo che conoscesse Jake.

«Emy, ciao.» mi saluta, con la voce impastata.

Dev'essere ubriaco fradicio.

«Ciao.»

Si fa da parte per lasciarmi entrare. Una puzza di fumo invade le mie narici, ma quanto hanno fumato? Osservo il solito spettacolino pietoso. Non riesco a capire la mentalità di questi ragazzi, come fanno a trovare divertente tutto ciò? Li trovo disgustosi e senza cervello. Mi addentro ancora di più tra la folla, non vedo nessuno che conosco. Dove sarà Mark? Continuo a camminare, fino a che non vedo un viso familiare; Jake. Ha una sigaretta tra le labbra e parla con qualcuno che non conosco, sembra guarito del tutto, non porta più le stampelle. Mi vede e fa cenno all'amico di aspettare, mentre viene verso di me.

«Emy.» mi abbraccia. Un abbraccio troppo forte e inaspettato. Riesco a sentire l'odore dell'alcol e del fumo, sembra gli si sia impregnato sulla maglietta. «Cosa ci fai qui?» mi chiede confuso.

«Be', mi chiedevo se... cioè, sai dov'è Mark?» chiedo confusa.

«Tuo fratello?»

«Sì...»

«Non lo so, l'ho visto uscire in giardino, più o meno un'ora fa.»

Di sicuro sarà impegnato a fare cose con quella poco di buono di Ashley, se ci penso mi sale un nervoso che vorrei spaccare tutto.

«Vado a dare un'occhiata, allora.»

«Vieni prima a bere qualcosa con me, dai.»

«Ehm... io non bevo.»

«Per favore, voglio sdebitarmi con te per il tuo aiuto, non ne ho mai avuto modo.»

«Va bene, ma pochi minuti.»

«Perfetto.» mi prende per mano.

Inutile dire che la cosa mi spiazza. Non sarei dovuta venire a questa festa, non vanno a finire mai bene, soprattutto per me. Seguo Jake fino alla cucina, mi poggio al bancone, guardando mentre prepara qualcosa.

«Jake, io non bevo alcolici.» lo informo, ma fa finta di nulla.

«Devi assolutamente provare questo.» mi porge un bicchiere con dentro chissà cosa.

Lo annuso, l'odore è un po' forte. «Non credo proprio di volerlo assaggiare.»

«Dai, è solo un po' di vodka alla fragola.» Non sembra per niente odore di fragola, ma io cosa ne posso sapere, non ho mai bevuto questa roba. «Per favore, soltanto un bicchiere.» Mi lascio convincere e porto il bicchiere alle labbra. «Allora, com'è?»

«Non male.»

«È una mia specialità.»

Non avevo idea che si cimentasse a creare questi intrugli. Per mio stupore, bevo tutto quello che c'è nel bicchiere e lo poggio sul bancone. Tutto sommato, era buono. Mi sto dilungando troppo, devo andare a cercare Mark.

«Adesso devo andare.»

Annuisce e d'un tratto vedo due Jake davanti a me. Oddio, si è sdoppiato? Mi appoggio al bancone e aspetto che passi.

«Va tutto bene?» chiede, avvicinatosi a me.

Annuisco e riprendo a camminare. Ho bevuto solo un bicchiere, com'è possibile che mi giri la testa così tanto? Può c'entrare il fatto che non sia abituata a bere?

Riesco a raggiungere il giardino, mentre la vista mi si offusca un po'. Se il cervello non mi inganna, non c'è traccia di Mark. Ashley mi avrà mentito? Ma allora perché aveva il suo cellulare? E poi Jake ha detto di averlo visto uscire in giardino. Probabilmente è verso la piscina. Continuo a camminare e la delusione cresce in me. Sono stata davvero una sciocca a venire qui, cosa mi aspettavo, di trovare Mark a braccia aperte? Sono davvero ridicola. Improvvisamente qualcuno mi da una spinta molto forte, facendomi ritrovare in acqua. La testa fa male e non riesco a raggiungere il bordo della piscina. Cerco di urlare, ma la voce mi si è bloccata in gola, come se fossi paralizzata. Mi dimeno nell'acqua, finendo con la testa sotto, più volte.

«Qualcuno... mi aiuti.» cerco di urlare, ma riesco solo a bere dell'acqua.

La paura sta prendendo il sopravvento, non riesco a vedere nessuno nei paraggi. Annegherò. Aiuto, aiuto...

Ti amo e ti odio!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora