Michaela

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Michaela era davvero stufa di continuare a perdere tempo. Stava temporeggiando, quando invece avrebbe dovuto parlare a tu per tu con Ian e lo sapeva molto bene. Prima si era inventata la scusa che erano appena tornati, poi dei festeggiamenti della casa di Ares, poi ancora che l'intera casa di Efesto era presa dal ritorno di Leo Valdez... ma ora basta. In un modo o nell'altro, aveva lasciato passare quasi dieci giorni. Presto molti sarebbero andati via, si avvicinava la fine delle vacanze estive. Lei sarebbe rimasta, ma aveva una gran voglia di vedere suo padre. Decise di chiamarlo con un messaggio Iride, ogni volta che lo vedeva o gli parlava, si sentiva meglio, perché suo padre era una di quelle persone che sorridevano sempre e la cui gentilezza calmava e rassicurava.

Gettò la dracma, fece la sua richiesta e attese. Quando la nebbiolina scomparve, vide una stanza familiare, la cucina del ristorante di suo padre. I rumori dei fuochi accessi, dei tegami e delle posate erano qualcosa che la faceva sentire a casa. Un uomo piuttosto robusto e dal volto gentile apparve nella visuale.

- Pa- lo chiamò Michaela.

- Bambina!- esclamò lui, in italiano, facendole un gran sorriso.

- Ti sto disturbando, per caso? Volevo parlare un attimo con te-

- Affatto. Tu non disturbi mai, Michaela. Allora, tutto bene? La vostra missione? Oh, ma hai tagliato i capelli!-

Sorridendo, Michaela annuì.

- Sì, nuovo taglio- confermò- e la missione ha avuto successo, abbiamo recuperato la profezia. Solo che... beh, alcuni miei amici non sono tornati esattamente interi-

Spiegò velocemente a suo padre cos'era accaduto, evitando i particolari cruenti, vedendolo annuire mentre lei parlava.

- Capisco- le disse lui- e cosa ti turba, bambina?-

Michaela si morse un labbro, esitando un momento. Lo sguardo di suo padre, però, la convinse a proseguire.

- Ian ha perso un braccio per colpa mia- rispose, la voce leggermente tremante- se io fossi stata più forte... lo ha fatto per proteggermi. Mi protegge sempre e io non lo merito, pa, sono una pessima persona! Fare tutto per me, senza mai chiedere niente o lamentarsi...-

- Sai, bimba mia, gli uomini non sono molto difficili da interpretare. Ma di una cosa sono certo, essendo uomo: difficilmente, se facciamo una cosa di nostra iniziativa, è perché non lo vogliamo. Tu sai perché questo ragazzo lo ha fatto per te, vero?-

- Sì. Adesso lo so... è innamorato di me-

- Ecco! Lo vedi? Era come ti dicevo io, siamo così facili da interpretare! E sai, già mi piace il tuo amico Ian. Un giorno dovrò ringraziarlo per aver fatto tanto per la mia Michaela-

La semidea scosse il capo, accennando un sorriso.

- Il punto è un altro- insistette lei- in questi mesi, ho capito una cosa...-

Suo padre sorrise gentilmente.

- Che anche tu provi qualcosa per lui, vero?- le disse- Ma non te la senti di dirglielo, perché non ti senti degna dei suoi sentimenti. Ti conosco troppo bene, bimba mia, per non sapere cosa ti passa per la testa-

- Cosa devo fare, secondo te? È davvero giusto che io glielo dica? Che dopo tutto quello che ha passato a causa mia, io...-

- Lo è, Michaela. Lo è per entrambi. Dopo quello che hai passato, voglio che tu sia felice e, credo, che tu debba questa felicità anche a lui, no? Sia ben chiaro che poi dovrai farmelo conoscere! Purtroppo devo lasciarti, bambina... ma fidati di quello che senti-

Mandandole un bacio, suo padre passò la mano sulla nebbia a il collegamento scomparve. Michaela sospirò profondamente, ma si sentì decisamente più calma di prima. Chiuse un momento gli occhi, si fece coraggio e uscì dalla propria casa, dirigendosi con una certa sicurezza all'unico posto dove certamente avrebbe trovato Ian: il cantiere di riparazione della Argo III.

Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo [CONCLUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora