43.

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Sussultai quando avvertì il rumore dell'acqua schiantarsi contro il suolo della doccia. Mugolai qualcosa socchiudendo gli occhi. Con le mani tastai la parte, scoperta, di fianco a me. Lentamente aprì del tutto gli occhi, sbattendo più volte le palpebre. Ero stremata. Non pensavo d'aver usato così tanto sforzo fisico. Ne è valsa la pena. Sentii le mie viscere più nascoste contrarsi. Erano turgide e pesanti. Non era molto piacevole la sensazione, ma era sopportabile. Avvertì dei gemiti strozzati. Erano un mix di dolore e sollievo. Lentamente mi misi a sedere per poi alzarmi, cosa assolutamente sbagliata visto che la testa iniziò a girarmi vorticosamente. Cristo santo!...grugnì non curandomi del verso. Mi appoggiai una mano sulla fronte cercando di avanzare senza sbattere per terra. Dopo che mi ripresi mi avviai verso il bagno. I gemiti erano diventati più che piacevoli, dolorosi. Curiosa aprì la porta. Sentii il mio riaccendersi a quella visione. Justin era di spalle completamente nudo. Mi leccai le labbra osservando i suoi muscoli delle spalle contrarsi. L'acqua, fredda, percorreva ogni pezzo di pelle, deliziosamente, muscolosa della sua schiena. Intravidi con gioia il suo tatuaggio dietro al collo e altri lungo la sua schiena. Dio...quanto può essere attraente questo ragazzo. Per non parlare del suo sedere. Un fremito mi ingoio letteralmente. Il suo sedere era qualcosa di...di spettacolare. Cercai di non sbavare. La mia trance venne riscossa da un gemito di dolore. Lentamente mi avvicinai alla doccia aprendo l'anta. Mi introdussi all'interno con agilità. Justin si voltò velocemente verso di me con gli occhi spalancati. Qualcosa di duro e lungo mi sfiorò la coscia. Quando capì di cosa si trattava arrossì in modo violento. La mia gola si seccò del tutto causandomi una reazione dolorosa. Il mio stomaco si contrasse e il mio cuore iniziò a palpitare. Non osai guardare in basso. Sia per rispetto che per l'enorme imbarazzo che si stava annidando dentro di me. Tutta la sicurezza che avevo sparì subito. Avrei seriamente voluto sprofondare nel terreno. Oppure soffocata dall'acqua. I suoi muscoli si rilassarono. I suoi lineamenti si calmarono prendendo, però, una piega dolorosa. Cercai di riacquisire un briciolo di lucidità per capire la situazione. Ma, diciamo, che era fin troppo evidente. E premeva con costanza sulla mia coscia. Il mio respiro era bloccato dentro ai miei polmoni. Cretina reagisci!

-"non volevo disturbarti..."

Sussurrò cercando di mascherare il dolore. Cosa che non funzionò per niente, anzi andò a peggiorare quando la sua vista cadde sui miei seni nudi. Chiuse gli occhi assumendo un espressione di puro dolore. Preoccupata mi avvicinai mettendogli una mano sul petto. Si ritrasse. Quel gesto mi fece provare del vuoto. Per un momento pensai che non mi volesse.

-"Kia...non ti conviene stare qui. Potrei perdere il controllo. Non voglio farti male...o..."

Non volle continuare la frase. Vedevo delle immagini percorrere le sue iridi infilzandosi poi nella coscienza. Mi guardò supplicante. L'ho ridotto così...si è nutrito del mio piacere mentre adesso sta...sta soffrendo. Dovevo fare qualcosa. In quel momento mi sentii egoista. Chiusi gli occhi è presi un grande respiro. Il suo sguardo lesse le mie intenzioni. Si tirò indietro. Ancora quella sensazione.

-"Kia...no, i "Patti" non erano quelli. Ho solo perso il controllo del mio corpo..."

Mimò nell'aria le virgolette. Solo in quel momento mi resi conto che l'acqua gelida stava letteralmente bagnando il mio corpo. E cazzo! Era congelata. Quando i miei sensi si focalizzarono su di essa urlai attaccandomi al suo corpo. Lo sentii gemere sonoramente. Cazzo non lo stai aiutando in questo modo! Smettila di fare la bambina!!! Mi staccai velocemente borbottando delle scuse.

-"lasciati aiutare...posso rimediare"

Lui scosse la testa. Mi morsi con violenza il labbro. Come potevo lasciarlo in quella situazione. L'acqua congelata non sembrava svolgere il suo lavoro. Visto che non riusciva a calmare i suoi innumerevoli gemiti. Ansimò mettendosi le mani nei capelli. Sospirò frustrato. Ok basta. Velocemente mi attaccai a lui spingendolo al muro. Sussultò per il mio gesto così improvviso. Cercò di spostarmi, feci pressione cercando di incastrarlo. Iniziai a baciargli il collo toccandogli i pettorali e tutta la zona della pancia, avvicinandomi piano piano al suo basso ventre. Un gemito soffocato lasciò le sue labbra.

-"Kia...smett-"

Attaccai le mie labbra alle sue con foga e voglia. In un primo momento non ricambiò. Gli morsi il labbro. Ansimò contro la mia pelle. Gli presi le mani mettendole sui miei seni. Mi sentii completa. La pressione delle sue mani mi riaccese completamente.

-"stringi..."

Ansimai. Continuai a baciarlo. Questa volta ricambiò iniziando a palparmi. Gemetti per quella bellissima sensazione. L'acqua non sembrava più così fredda. Il mio corpo si stava scaldando.

-"Kia...non voglio farti del male..."

Mi lasciò i seni facendomi provare una sensazione di freddo. Mi strinse i fianchi. Vorace scesi lungo il suo petto, iniziai a chinarmi. Lo vidi spalancare gli occhi. L'acqua gli cadeva lungo il collo correndo sul suo corpo teso. Deglutì arrivando alla scritta "Purpose". Lentamente baciai quella zona arrivando poi ai peletti. Chiusi gli occhi per l'imbarazzo continuando. Qualcosa sfiorò la mia guancia. Lo sentii ansimare. Mi irrigidì. Socchiusi gli occhi. Gli spalancai quando mi trovai davanti al suo, enorme è dire poco, membro. Era, terribilmente, duro e tirato. Si riuscivano ad intravedere le vene. Era lungo, molto lungo. Con una circonferenza, al dir poco, notevole. Sentii una strana voglia di assaggiare tutto quel ben di Dio. I miei pensieri iniziarono ad ampliarsi volando in posti non adatti. Ma lasciai correre. Il mio basso ventre si contrasse con violenza. Ansimai.

-"Kia...ti prego...lascia star-"

Lo presi in mano con delicatezza. Pulsava. Era bollente. Iniziai ad andare avanti e indietro, curiosa delle sue possibili reazioni. Justin si appoggiò al muro tirando indietro la testa. Quel gesto accese la mia voglia di renderlo felice. Lentamente avvicinai il mio viso al suo glande. Gli baciai la punta con imbarazzo. Dio è enorme. Ci credo che le ragazze gli vanno dietro così tanto...Cancellai quegli orribili pensieri dalla testa. Ansimò. Iniziai a baciare tutta la sua lunghezza. Lasciavo lunghi baci umidi e gentili. Lo feci per due volte per poi soffermarmi all'inizio. Aprì la bocca. Iniziò a fremere.

-"oddio..."

Gemette Justin vedendomi in quella posizione. Vidi del liquido uscire. Con curiosità lo leccai causando quasi un urlo da parte sua. Vedendo la sua sofferenza decisi che era il caso di muoversi. Misi in bocca tutta la punta succhiando e leccando. Mi era difficile. Mi sentivo piena. Ed estremamente eccitata. Sentivo di avere il controllo sulla situazione è...mi sentivo felice. Ero felice del fatto che stessi provocando piacere a lui. Cercai di prenderlo più in profondità. Con, parecchia, difficoltà ce la feci. Iniziai ad andare avanti e indietro con velocità. Lui ansimava e gemeva ad ogni mio movimento. Sentì le sue mani accarezzarmi la testa e le spalle.

-"s-s-sei così...così brava"

Respirò con difficoltà. Vedevo i suoi muscoli contrarsi. Iniziai ad aumentare la velocità. Il mio basso ventre iniziò a contrarsi. Mi sfuggì un gemito. Gli presi le natiche, beandomi di quella situazione, spingendolo sempre di più verso di me. Non ero nemmeno a metà. Continuai ad aumentare sentendo il suo corpo agitarsi.

-"Kia...piccola...spostati...rischio di-"

Succhiai con più avidità lasciando correre la mia lingua sul glande. Mordicchiai la sua lunghezza facendolo gemere per approvazione. Continuai questa tortura alternando la velocità. Prima lento, poi leggermente più veloce. Volevo lasciare la sorpresa per ultima. Sentivo la sua durezza premere contro la mia lingua, il palato e su tutto il mio interno. Lo guardai. Dio quanto poteva essere bello. Le sue labbra erano schiuse mentre i suoi occhi erano serrati con forza. La sua testa era leggermente inclinata all'indietro. Sorrisi continuando. Mi accarezzò la testa. All'improvviso la sua presa, sui miei capelli, si fece più forte. Senza farmi male.

-"k-Kia sto per venire...t-ti prego...spostati o..."

Decisi di diminuire la velocità. Pressai di più le labbra. Iniziai a mordere a tratti tutta la lunghezza arrivando poi verso la punta. Ansimò ancora di più. In quel momento decisi di fare una cosa, rischiosa, ma ci dovevo provare. Lentamente provai a metterlo in gola. Mi fu difficile. Sentivo una strana voglia di rigettare il corpo estraneo. Quando arrivai verso la gola dovetti trattenermi dal non soffocare. Le mie pareti si strinsero intorno al suo membro. Tornai indietro ripetendo quel gesto mentre i suoi gemiti aumentavano. Rifeci quel movimento più volte, finché un liquido caldo e dolce scese lungo la mia gola. Accompagnato da un enorme gemito che racchiudeva il mio nome.

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