39.

1.4K 92 2
                                    

I suoi occhi iniziarono a diventare sempre più lucidi. Osservai il suo viso. Per quanto stesse emanando emozioni negative non potei non ammirare la sua bellezza. Lentamente i suoi occhi presero a diventare di un lieve rosso. Le sue pupille si dilatarono mentre l'iride divenne più chiara del normale. Oltre al dolore vedevo il terrore. Lo conoscevo bene. Il terrore di non riuscire a mostrare le proprie emozioni, il terrore di aprirsi alle persone. Gli poggiai una mano sulla guancia. Quel gesto lo fece sussultare. Velocemente lo trovai sopra di me. Appoggiai l'altra mano sulla guancia. Il suo petto si alzava e si abbassava con una leggera velocità. Delle calde gocce scesero lungo il suo viso. Sorrisi dolcemente. Un singhiozzo lasciò le sue labbra. Il mio cuore si strinse in una morsa di pura tenerezza e consapevolezza. Lasciai che le lacrime cadessero, senza asciugarle. Justin stava soffrendo da troppo. I suoi occhi pieni di lacrime osservavano i miei con disperazione. Alcune lacrime caddero sulle mie guance cadendo poi di lato. Il suo corpo sopra il mio emanava calore. Schiuse le labbra.

-"abbracciami. Ti prego"

Sussurrò, al punto da non sentirsi. Ma lo sentì fin troppo bene. Velocemente le mie braccia si avvolsero dietro al suo collo, feci pressione verso il basso in modo da attirare il suo corpo sopra al mio. Si appoggiò stringendomi. Il suo viso era nel l'incavo del mio collo. Sentivo le sue lacrime colare lungo la mia pelle provocandomi una strana sensazione. Mi stringeva con disperazione. Io d'altro canto cercai di dargli tutto il mio supporto. Il mio cuore batteva forte. Era la prima volta che Justin si mostrava così vulnerabile? La mia testa ebbe una fitta. Chiusi gli occhi stringendolo più forte. Delle immagini mi travolsero.

Eravamo immersi nel verde. Il rumore dell'acqua ci coccolava. L'ansia era palpabile da entrambi i corpi. Volevo andarmene. Il suo viso supplicava di non farlo. Mi voltai con le gambe pesanti. Sentivo uno strano peso sul cuore.

[...]

Il mio corpo venne sbattuto sulla superficie rugosa è dura dell'albero. Sussultai per il dolore.
Il suo sguardo era fisso nel mio. Vedevo odio. Dolore. Pentimento. Emozioni contrastarsi.

-" so cosa pensi di me. So tutta la roba che hai in testa. So cosa ti dice la gente e so cosa Kate ti dice. So perché avete litigato. So...so!"

[...]

-"so che mi odi. So che stai cercando solo un modo per trovare del buono. Del positivo. Nei miei confronti. So ogni tuo sguardo rivolto a me...cosa dice. Ma...basta. Ti prego smettila di guardarmi in quel modo, perché già lo faccio io allo specchio. Smettila di parlarmi in quel modo, perché parlo già così io a me stesso. Smettila di odiarmi, perché io mi odio già. Smettila di pensare che sia un errore perché so già di esserlo. Smettila di incolparmi, perché so di avere delle colpe. Smettila di pensare a me come un essere spregevole, puttaniere, criminale...perché lo faccio già io e la gente. Smettila...ti prego. Almeno tu. Abbi una visione diversa da quello che la gente ed io ha di me."

-"ti prego...almeno tu"

[...]

La sua macchina parcheggiò davanti a casa mia. Ci fu silenzio.

-"vuoi venire dentro?" •

I miei occhi si riempirono di lacrime. La nausea mi attanagliò lo stomaco. Non posso avere una crisi, non adesso! La mia mente continuava a rimuginare e a trasmettere il ricordo. Cercai di concentrarmi per evitare di provare dolore. Ma fu inutile. La testa mi stava scoppiando, dopo qualche secondo la sentii leggera. I suoi singhiozzi mi riportarono alla realtà.

-"è tutto ok...ci sono io. Ci sono io..."

Lo accarezzai dolcemente cercando di calmarmi e calmarlo. Cominciai ad accarezzare i suoi capelli. Lentamente si calmò. Lo sentii gemere. Dopo qualche minuto si addormentò fra le mie braccia. Il suo corpo giaceva sul mio causandomi desideri persistenti. Il suo peso sopra di me mi faceva sentire protetta da tutto. Il suo calore mi trasmetteva tranquillità e pace. Il suo profumo mi avvolgeva. Sospirai asservendo il soffitto. Non sapevo a cosa pensare. Tutto il racconto di Justin era scioccante. Capivo il suo dolore. Perché...prima che perdessi la memoria lo odiavo? Mi aveva già raccontato come la gente lo considerava...
Ma c'era altro. C'ero dentro io. C'erano dentro le emozioni. Troppo grandi per due ragazzi, logorati dal dolore. Sembrava sincero. Il mio stomaco si contorse. Un leggero sibilo viaggiò nella mia testa. Quella voce che credevo si fosse calmata aguzzò i denti. Iniziò nuovamente a contrastare tutto quello che di buono, pensavo, ci fosse in Justin. Justin ti sta solo mentendo. Per il suo puro divertimento. Perché credi di averlo dimenticato? Il dottore ha detto che devi stare lontana dalle persone che sono state la coinvolte. Se l'hai dimenticato, c'è un motivo! Voltai di scatto la testa cercando di scacciare quei pensieri. Come può mentire?! Dopo che ha pianto...non può mentire su una cosa del genere. Chiusi gli occhi. È un bravo attore. E in fondo lo hai sempre saputo. Cosa pensi? Che davvero possa provare...qualcosa? Allora se non provava niente, perché è stato con me per tutto questo tempo? Perché? Se stesse facendo tutto questo...solo per uno scopo. Andiamo! Stai scherzando Kia?! Quale persona potrebbe far così! Sto letteralmente esagerando! Sono troppo paranoica! Alzai gli occhi al cielo. Lentamente cercai di spostare il corpo di Justin dal mio. Ma più ci provavo più lui mi stringeva. Sospira. Come faccio adesso?! No tu dimmi!
Dopo infiniti minuti a lottare contro le sue braccia, tentativo inutile tra l'altro, lo svegliai delicatamente.

-"Justin devo andare in bagno"

Mugolò qualcosa per poi darmi un bacio, lieve, sulla spalla.

-"poi torni...vero?"

Sussurrò ad occhi chiusi. Sorrisi ed annuì. Sorrise dolcemente. Si voltò abbracciando il suo cuscino. Il mio cuore prese a vacillare per la troppa tenerezza e per le emozioni che mi aveva causato. No, non può mentire.

Rimani Con Me Where stories live. Discover now