37.

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Justin P.O.V

La febbre non si stava abbassando. Dio ma perché deve essere tutto così difficile?! Serrai la mascella. Andiamo Justin! Non volevo portarla in ospedale, avevo il terrore che mi togliessero dalla sua "custodia". Che mi dicessero che non avrei potuto più stare con lei.

Il dottore era davanti a me e a Kate. La rossa era agitata e continuava a guardare la vetrata, dove al di là c'era Kia che riposava.

-"Kia non è in grado di stare da sola. Il suo trauma l'ha portata ad un collasso fisico e psichico. In più non ha nessuno, di parentela. Inoltre è anche minorenne"

Parlò il dottore osservandoci. Kate si mise una mano sui capelli tirandoli. Si morse l'intento guancia. Sospirò chiudendo gli occhi per la frustrazione.

-"non può stare da sola..."

Disse Kate. Ovvio che non sarebbe stata da sola.

-"sono maggiorenne. Posso benissimo prendermi cura di lei-"

-"ti ricordo che anche tu fai parte della parte dimenticata...e soprattutto dell'incidente..."

Tuonò la rossa al mio fianco. Incrociai le braccia al petto cercando di mantenere la calma. La guardai male.

-"ti ricordo che non hai la possibilità di ospitarla. Stai zitta e ragiona. Eravamo già d'accordo sul da farsi!"

Kate mi lanciò un'occhiata piena di odio, cosa che ricambiai subito. Il dottore attirò la nostra attenzione. Prima che Kate potesse aggiungere qualcosa, intervenni.

-"mi prenderò cura di lei"

Il dottore mi osservò.

-"visto che non ha nessuno ed è l'unico che ha la possibilità di tenerla d'occhio...non c'è altro modo. Non ha nessuno quella ragazza"

Osservò Kia da dietro la vetrata con aria triste. Serrai la mascella.

-"Kia non è sola. Non lo sarà mai. Smettetela di dirlo. Smettetela di pensarlo! Farò cambiare idea anche a lei!" •

Sospirai. Perché dicevano che era sola? Perché pensava che fosse sola? Lei non lo era. Non l'avrei mai abbandonata. Il pensiero non mi sfiorava nemmeno. Lei potrebbe abbandonarti. Lei non ti vuole nemmeno. Sospirai guardando il suo viso. Cercai di concentrarmi sulla sua condizione di salute. Dovevo fare qualcosa. La febbre non si sarebbe mai abbassata. La presi, delicatamente, in braccio per poi avviarmi verso il bagno. Sentii dei mugolii da parte sua. Strinse gli occhi. Mi morsi il labbro.

-"non ti piacerà...ma è l'unico modo"

Entrai in doccia chiudendo le ante. La poggiai lentamente al suolo tenendola stretta al mio petto. Il suo respiro caldo era irregolare e affaticato. Velocemente aprì l'acqua gelata. In pochissimi secondi ci cadde addosso. Il suo corpo ebbe un sussulto. La vidi aprire gli occhi velocemente per poi urlare.

-"JUSTIN COSA CAZZO STAI FACENDO!"

Si strinse a me per provare ad ottenere più calore. Rabbrividì sia per l'acqua congelata che per quel contatto. Sospirai stringendola a me. Iniziò a tramare.

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