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Kate era andata a casa già da mezz'ora e tra poco sarebbe stata ora di cena. Ero sdraiata sul letto mentre osservavo il soffitto rimuginando alle varie cose successe durante la giornata. Justin e le sue stupide apparizioni. I suoi sguardi così strani. Le sue vicinanze a me. Fastidioso e imbarazzante.
Kate, il suo continuo cercare di farmi star lontano da quel maniaco. Come biasimarla. Mi voltai su un fianco guardando il vuoto. Lasciai uscire un sospiro carico di frustrazione e stanchezza.
Devo smettere di pensare!.
Solito mio grande difetto, rimuginare così tanto da perdere cognizione di ogni cosa. Mi misi seduta sul letto e spostai lo sguardo verso la stanza. Non prestavo particolarmente attenzione. Il mio sguardo cadde sullo zaino...cavolo devo studiare. Mi issai sulle braccia e andai verso esso. Lo aprì ed estrassi il libro di chimica e fisica.

🦋🦋🦋

Non mi accorsi del tempo che passai sui libri, ritornai alla realtà quando mia nonna mi scosse la spalla avvertendomi che era pronta la cena. Era da tutto il giorno che non avevo messo niente sotto ai denti e il mio stomaco mi stava urlando contro per questo. Fortunatamente avevo finito le ultime cose da ripassare. Sorrisi soddisfatta e mi alzai dalla sedia andando verso la porta. Uscì e inizia a percorrere i soliti corridoi. Fin da quando ero piccola i miei genitori mi ripetevano che lo studio era molto importante, per le cose quotidiane e per il mio futuro. All'epoca lo studio non mi interessava gran ché, era stancante è noioso...come lo è tutt'ora. Ma comunque portavo voti sempre alti a casa soddisfando le esigenze dei miei. Il loro sorriso era qualcosa di unico nel vedermi eccellere. È questo mi portava ad andare avanti. Fino a quando la loro vita decise di finire nel modo più ingiusto e brusco possibile. Da lì presi tutto sul serio e inizia ad eccellere sempre di più. In ogni cosa. Chiusi gli occhi respirando malamente.

Era sera e stavamo tornando allegramente dal mare. La macchina era piena di allegria e non si faceva altro che ridere e ridere. Era stata la giornata più bella del secolo, finalmente riuscivo a stare con i miei genitori senza intrusioni da parte del lavoro. Mamma era allegra e sorridente, sul suo viso non c'erano tracce di stress. Anche papà era felice e rilassato. Era da tutta la giornata che il suo telefono non si accendeva segnalando l'arrivo del lavoro. Ed io ero allegra nel vedere la felicità dei miei genitori. Si tenevano la mano nel mezzo, dove c'era il cambio. Si guardavano con occhi colmi di amore. Il tramonto illuminava il tutto. Spettacolare. Come tutto quello che avevamo intorno. Una strada lunga e larga, hai margini c'erano gli scogli con il mare calmo che accarezzava delicatamente le rocce. Ma-•

I miei pensieri vennero interrotti bruscamente dalle urla di mia nonna. Alzai lo sguardo e mi trovai sul punto di cadere dalle grandi scale in marmo. Sussultai aggrappandomi alla ringhiera e sporgendomi leggermente, tornai dritta e guardai avanti.

-"Kia tesoro"

Guardai mia nonna che stava sbucando da fuori il muro. Mi sorrise.

-"forza e ora di cenare, ti sto chiamano da un ora"

Rise tornando poi in cucina. Scossi la testa e mi affrettai a scendere stando attenta a non volare per terra e spaccarmi il collo. I ricordi di quel giorno erano troppo per me. Iniziavano e rischiavano di non finire più. Mi staccavano dalla realtà portandomi al vuoto. Orribile, straziante, lacerante.
La mia dea interiore cadde per terra con le braccia e il corpo sanguinante. Tutto intorno a lei era traboccante di sangue e dolore. Urlò lacerando le pareti del mio cuore.

-"tesoro stai bene, sei così pallida"

Disse mia nonna salvandomi dal nero. Le sorrisi mentre cercai di ricacciare le lacrime. Non potevo! Non potevo!. LORO NON VOLEVANO QUESTO!.

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