3.

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Varcammo la soglia del cancello della scuola dove tutti gli studenti stavano andando via in massa. Guardai distrattamente la gente notando una chioma bionda platino. Non prestando attenzione mi voltai verso Kate che mi tirò il braccio. Rivolsi le mie attenzione verso di lei.

-"Ci vediamo dopo Kia"

Tornando leggermene sulla terra sbattei le palpebre e ricambiai l'affettuoso abbraccio che solo ora mi accorsi che mi stava dando. Sorrisi.

-"a dopo Kate"

Mi lasciò un breve sorriso e si voltò sistemandosi lo zaino e prendendo da essi telefono e cuffie. Sempre con sguardo perso e distratto mi voltai dall'altro lato e incominciai a camminare. Sospirando osservai il cielo. Era limpido e calmo, il sole batteva sulla strada senza emanare tanto calore. Un lieve vento fece scuotere gli alberi, respirai a fondo la brezza di menta che si alzò in aria. Buono. Il vento raggiungense anche i miei capelli e li spostò dal viso buttandoli lievemente indietro, lasciando il mio collo scoperto. Dei piccoli brividi mi percorsero il corpo. Spostai lo sguardo verso il marciapiede grigio e osservai le righe che dividevano le mattonelle in cemento. Avanzai tranquillamente ma qualcosa arrestò i miei passi bruscamente. Mi voltai pronta a colpire la persona che si trovava dietro di me e che in questo momento afferrò il mio polso con forza.

-"ciao Kia"

Appena sentì la sua voce il mio cuore vacillò per un attimo. Alzai lo sguardo verso di lui. Il suo viso era rilassato mentre scrutava i miei occhi in cerca di qualcosa. I suoi capelli emanavano uno strano profumo di menta mentre venivano smossi dal venticello. Inclinai la testa leggermente verso destra e lo guardai incitandolo a togliere la mano dal mio polso. Doleva già. Dal suo sguardo mi fece intuire che non aveva intenzione di mollarmi e tanto meno andarsene a fanc-.

-"cosa vuoi Justin"

Dissi velenosa alzando i muri di difesa pronta a difendere e colpire. Mi sorrise leggermente e inclinò anche lui la testa.

-"voglio accompagnarti a casa"

Strattonai il mio polso dalla sua presa ma con scarsi tentativi, l'unica reazione fu del dolore. Feci una smorfia invisibile e lo guardai rude.

-"sai non sono una bambina, posso felicemente andare a casa da sol-"

Mi tirò a sé e fece scontrare i nostri corpi. I suoi occhi mi incatenarono in un turbine di emozioni. Sussultai al contatto dei nostri corpi. Il suo viso si avvicinò al mio in modo molto pericoloso. Cercai di spostarmi ma da lui ottenni solo un ghigno di sfida. Strinsi la presa che avevo sulla sua maglietta facendoli notare che non avevo paura dei suoi stupidi giochini.

-"ti conviene lasciarmi"

La mia voce malgrado i tentavi di farla apparire fredda e distaccata uscì fuori solo in un sussurro. Il suo sguardo si fece serio e le sue pozze color miele si spostarono verso le mie labbra. La sua lingua inumidì le sue carnose labbra a cuoricino e spinsero il suo corpo ad avvicinarsi al mio. In quel momento vidi ancora il suo sguardo trasformarsi in umano. Si perse e lasciò spazio ancora alla strana malinconia che vidi stamattina. Guardò ancora le mie labbra e poi spostò gli occhi sui miei. Il mio sguardo era perso e confuso. Non riuscivo a ragionare in quel momento, la mente vuota e lo sguardo che supplicava la parola impressa in essi:"non farlo ti prego". Lo vidi quasi tremare, chiuse gli occhi per un millesimo. Vidi le sue labbra muoversi in un sussurro e poi li riaprì . Al posto dell'umanità che trovai prima si lasciò alla solita espressione fredda e cupa. Si allontanò dal mio corpo come se il mio sguardo lo avesse fermato da tutto. Quando l'aria si scontrò col mio viso ripresi conoscenza e mi spinsi all'indietro quasi cadendo. Solo ora mi accorsi che non respiravo correttamente e che le mie mani tremavano. Rivolsi uno sguardo scioccato verso di lui e lo notai indifferente con le mani nelle tasche. Presi un gran respiro e guardai in basso voltandomi senza ragionare. La mente vuota. Camminai verso la direzione in cui stavo andando prima aumentando sempre di più il passo fino a correre. Il respiro era irregolare e sentivo le lacrime riaffiorare gli occhi. Respinsi quella strana sensazione che attanagliava lo stomaco e pesava sul cuore incatenandolo. Scossi la testa in modo brusco, i capelli ricaddero sulle mie spalle ondulando a contatto con il forte vendo causato dalla corsa. Prima di voltare l'angolo sentì urlare il mio nome.

-"KIA!"

Non mi voltai anche se inizia a sentire dei passi correre nella mia direzione. NO TI PREGO NO!. Per un attimo ripensai alla sua espressione, sia stamattina sia prima. Pensai a quanto cavolo fosse bravo a fingere. Chiusi gli occhi e riconobbi la sensazione strana che avevo prima. Era la consapevolezza che lui stava solo fingendo con me. Mi sentì una tale stupida per non avergli mollato una ginocchiata nello stomaco.

-"KIA!"

Ancora. Tutto il mio corpo venne scosso da un sonoro sussulto. Mi voltai verso di lui e lo vidi quasi vicino a me. Urlai mentalmente aumentando la velocità. Perché! Perché cosa ho fatto per meritarmi questo! Un singhiozzo senza lacrime lasciò le mie labbra e mi sorpresi di esso. Voltai lo sguardo di scatto e vidi l'angolo. Girai velocemente e mi trovai di fianco il cancello di casa Hill. Con una velocità sovrumana aprì il cancello nascondendomi tra i grandi alberi che avevo all'interno. Fortunatamente avevo un enorme casa è un enorme giardino con alcuni alberi. Con il fiatone mi tappai la bocca. Mi sporsi e in quel momento vidi Justin arrivare all'angolo e mettere le mani sul cancello. Il suo sguardo era perso e spaventato! Scossi la testa ritirandola. Che stia semplicemente immaginando tutto? Stupida.

-"Kia"

Lo sentì sussurrare il mio nome. Aspettai di sentire i suoi passi tornare indietro e dopo un paio di minuti buoni lì sentì andare via accompagnati da un gemito di frustrazione. Sussultai e quando non sentì più nulla mi fiondai sulla porta aprendola e chiudendola velocemente dietro di me. Sospirai lasciandomi quasi cadere. Sentì dei piccoli passi venire verso il corridoio e subito mi calmai. Sorrisi e vidi sbuccare fuori la figura minuta di mia nonna. Mi alzai velocemente. Mi sorrise calorosamente e mi venne ad abbracciare forte.

-"ciao piccola mia, tutto bene?"

Annuì chiudendo gli occhi e beandomi del suo abbraccio. Dopo un po' ci staccammo e mi sorrise dirigendosi verso la cucina.

-"nonna hai bisogno che ti aiuti in qualcosa?"

Domandai avvicinandomi a lei. Lei mi rivolse uno sguardo pieno di amore.

-"no piccola mia, tranquilla. Hai fame?"

-"no non ho tanta fame. Oggi Kate verrà a casa nostra. Non è un problema per te, vero?"

-"no tesoro, sai che adoro quella ragazza"

Lei sorrise leggermente. Si dileguò in cucina ed io presi il mio zaino correndo in camera mia velocemente. Salì le grandi scale di marmo e dopo aver svoltato alcuni corridoi mi trovai davanti alla mia camera. Aprì la porta e mi fiondai sul letto. Dio che giornata!.
Il mio cellulare vibrò e mi fece sussultare. Con curiosità lo presi. Sarà Kate. Con mia grande sorpresa notai che il numero era sconosciuto. Con il doppio della curiosità di prima aprì la sua chat.

Sconosciuto: Hey piccola mia

Guardai attentamente il messaggio. Il respiro mi si mozzò in gola e con fretta e furia digitai una risposta.

Io: chi sei? *faccina che alza gli occhi*

La risposta arrivò subito.

Sconosciuto: la persona più bella e speciale che tu conosca *faccina maliziosa*

Io: oh fammi indovinare...Justin

Chi altro se non lui e la sua sfacciataggine. Alzando gli occhi irritata feci per buttare il cellulare all'indietro ma la sua vibrazione mi fermò.

Justin cazzo Bieber: wow che intuizione piccola, ci vediamo...domani

Una domanda mi riaffiorò in testa digitando in fretta sulla tastiera.

Io: chi ti ha dato il mio numero?!

La risposta non tardò ad arrivare.

Justin cazzo Bieber :ho i miei metodi piccola mia, voglio qualcosa. La ottengo sempre.

Non risposi neanche è bloccai il telefono, anche se la mia intenzione era bloccare il suo contatto. Sbuffando lasciai il telefono sul comodino e mi tuffai tra i cuscini morbidi e soffici.

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