20.

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Un po' confusa mi avviai verso la mia camera chiudendo poi la porta. In questi giorni nonna era davvero strana. Aveva più difficoltà a fare le solite cose. La vedevo affaticata e giù di morale, per quando provasse a nasconderlo. Tra qualche settimana sarebbe dovuta andare alle sue solite visite dal dottore. Ma non sembrava molto entusiasta ad andarci. Ogni volta che ne parlavo...preferiva, di gran lunga, cambiare argomento. Eppure il peggio era passato. Stava guarendo. Il dottore aveva detto che ormai era in una fascia protetta. Sospirai.

Ero nervosa. Stanca. E non riuscivo a pensare lucidamente. Le sedie blu dell'ospedale non aiutavano per niente. Avevo tutta la schiena dolente. Ma poco importava. Guardai l'orologio sentendo sempre di più l'ansia attanagliarsi alle mie ossa. Mia nonna era da più di 3 ero che era in sala operatoria. Aveva avuto un attacco di ictus. Gli occhi iniziarono a bruciarmi e ben presto la vista si offuscò. Tirai su col naso.•

La tristezza avvolse in un freddo abbraccio il mio cuore. Donandomi un orribile stato di vuoto.

Cercai di scacciare via quei pensieri. Dio che settimana. Meglio evitare di pensarci. Sospirando presi dell'intimo dal cassetto della biancheria è il pigiama. Mi avviai verso il bagno poggiando i vestiti sulla vasca. Aprì l'acqua della doccia e nel mentre mi spogliai.
Dopo un paio di minuti rientrai nella camera già asciugata e profumata. Legai i miei capelli in una coda ordinata per poi mettermi nel letto. In quel momento nonna entrò nella camera.

-"tesoro, non mangi?"

Disse guardandomi.

-"si arrivo subito"

Dissi sorridendo. Mi sorrise di rimando e uscì dalla mia camera.

🦋🦋🦋

La sveglia iniziò a suonare in modo fastidioso. Gemetti issandomi sulle braccia. No, non c'è la posso fare. Caddi addosso al cuscino stringendolo. Alzati va!. Sbuffando mi scoprì prendendo il telefono e spegnendo la sveglia. Guardai l'ora. 7:50. MERDA. Mi alzai velocemente quasi cadendo. Mi diressi in bagno lavandomi il viso e sistemandomi i capelli. Corsi nella cabina armadio prendendo dei leggins neri e una felpa bordò. Mi legai i capelli in una coda alta. Velocemente presi il mio zaino con telefono e cuffiette e mi avviai verso le scale. Sentì mia nonna borbottare qualcosa dal piano di sotto.

-"nonna da quanto parli da sola?"

Dissi spostando lo zaino davanti e tirando la zip. Quando alzai lo sguardo sbiancai.

-"Justin che ci fai qui?!"

Parlai quasi urlando. Lui mi sorrise leggermente.

-"Kia sai cara, si saluta"

Guardai mia nonna e poi Justin. Incrociai le braccia salutando con le dita da sotto il braccio. Vidi Justin ridere nascondendo il viso girandolo. Guardai l'orologio e sbuffai buttando giù lo zaino.

-"tranquilla ti accompagno io"

Disse Justin mettendo le mani nelle tasche e facendo spallucce. Salutai mia nonna con un bacio sulla guancia ed uscì di casa.

-"questa me la devi spiegare"

Dissi avvicinandomi alla portiera. Lui mi precedette e me la aprì come da gentleman. La richiuse appena fui dentro. Fece velocemente il giro della macchina e salì.

-"Justin la cosa sta diventando al dir poco inquietate"

-"piccola così mi offendi"

Si mise a ridere mettendo in moto la macchina.

-"ok andiamo, che ti prende"

Dissi incrociando le braccia in modo divertito.

-"ti ricordo che oggi devi farmi le ripetizioni..."

Alzò le spalle umilmente. Già! Le ripetizioni. Era da un po' che non le facevamo. Oppure ero io che avevo perso la condizione del tempo...si esattamente.

-"cavolo devo preparare tutto il programma...bene Bieber preparati a morire. Ti torturerò"

-"beh in realtà avevo un cambio di programma"

Confessò guardandomi. Alzai un sopracciglio.

-"niente scuse"

Dissi ridendo. Mi misi dritta a sedere e lo guardai in modo serio. Si voltò verso di me con lo stesso sguardo. Il mio stomaco iniziò a dolere è una strana sensazione di calore si espanse lungo il collo e la gote.

-"non puoi far un eccezione"

Il suo viso cambiò addolcendo ogni suo tratto. Sta usando la faccia da cucciolo con me?! Non può! Brutto babbano!.

-"Bieber non ci provare nemmeno!"

Si voltò verso la strada è poi dopo qualche secondo si voltò di nuovo con la medesima espressione.

-"andiamo! Kia!"

Disse cercando di mostrare più speranza possibile. Mi chiedo se sia vera...o meno. Sospirai e guardai fuori dal finestrino.

-"Sembri un bambino..."

Alzai gli occhi al cielo. Dopo qualche secondo vidi la scuola in lontananza. Una strana sensazione simile all'ansia si impadronì del mio stomaco. Ma cosa?.
La risposta era abbastanza palese. Stavo per scendere dalla macchina di Justin, davanti a tutta la scuola. Chiusi gli occhi. Sicuro che tutti avrebbero pensato male. Cosa avrebbero mai pensato?. Wow la Hill si è fatta abbindolare dal fascino del ragazzo. Sicuro che sarà finita nelle sue grinfie.
Mi strozzai con la mia stessa saliva. NO, MAI.

-"Kia mi stai ascoltando? Sai, vorrei una risposta..."

Si fermò lasciando la frase a metà. Mi osservò attentamente. Con la coda dell'occhio vidi il suo viso incupirsi. Che abbia capito? No impossibile.
La macchina si fermò. Ok Kia. Adesso fai finta di niente. Esci dalla macchina. Sorridi normalmente è più invisibile che puoi te ne vai. Nessuno deve vederti.
Forse ne stavo facendo una tragedia. Da quando mi importava dei pensieri degli altri. Non è da me. Tralasciando...se Kate mi avrebbe vista con lui...cazzo. Avrebbe messo fine ad ogni suo dubbio, come se la giornata precedente non avesse tirato fuori dubbi. Alzai invisibilmente gli occhi al cielo.

-"Kia..."

La voce roca del biondo al mio fianco mi riportò alla realtà. Lentamente mi voltai verso di lui. Quando incatenai gli occhi con quelle pozze colore caramello la mia ansia svanì per qualche secondo...lasciando spazio ad un fastidioso calore alla bocca dello stomaco.

-"grazie Justin del passaggio, adesso vado. È già tardi. Non voglio arrivare in ritardo. La prof..."

Lasciai sottintendere il percorso della fresa. Feci pressione sulla maniglia e uscii velocemente dalla vettura. Chiusi la portiera. Un'altra si chiuse, stranamente, troppo velocemente e bruscamente. Non mi voltai lasciando correre. Mi guardai attorno. Come immaginavo c'erano già degli occhi puntati addosso. Merda. Cercando di fare la più indifferente possibile sistemai lo zaino sulla spalla e mi avviai verso l'entrata, ma qualcosa di saldo e forte mi strinse il braccio bloccando i miei movimenti. Mi voltai quasi colta dalla sorpresa. Justin mi guardava serio e senza emozioni. Aveva intuito?. Mi guardai attorno lasciando, senza volere, intravedere il mio disagio. La sua presa si fece più forte e il suo viso prese una piega triste. Ma ben presto i suoi occhi color miele si incupirono lasciando spazio all' espressione che tanto odiavo. Quella espressione che non lasciava intravedere nessuno briciolo di umanità. Senza dire nulla lasciò bruscamente il mio braccio voltandosi e andando via.
Solo in quel momento mi accorsi d'aver trattenuto il respiro.
Che scema!.
Chiusi gli occhi voltandomi. Metà scuola aveva gli occhi su di me. Cercai di evitare chiunque. Tutte a me!. Speravo che almeno Kate non avesse visto la scena...ma sbagliavo. Aveva visto tutto.

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