27.

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Il vento iniziò ad alzarsi. L'odore di pioggia era pungente. Il cimitero era deserto. L'unico rumore che si sentiva era il mare agitato. Alzai lentamente lo sguardo. Sentivo la pressione schiacciarmi al terreno. Sentivo le gambe cedere. Mi fermai. Di fianco a me c'erano due lapidi di marmo roseo. Sentii già le lacrime arrivare agli occhi. Mi voltai.

Mamma. Papà.

Caddi per terra osservando le due foto. Erano un unico cuore. Tutte e due sorridevano vicini. Era il giorno della mia nascita. Misi una mano sulla bocca. Le lacrime iniziarono ad uscire senza fermarsi. La vista era ormai offuscata. Mi sentivo bloccata e lacerata dal dolore. Misi le mani a terra stringendo fra le dita i sassolini. Li strinsi con forza. Non sentivo neanche il dolore. Non sentivo più niente.

-"mamma...papà. Nonna è andata via. Per sempre. Adesso sarà con voi. Però è in giusto..."

Dissi con la voce rotta.

-"non ho più nessuno è...non...non riesco a sopportare una cosa del genere. Ma...forse me lo merito. Sono troppo egoista. Non merito niente. Ho dato la colpa ad un'altra persona...quando so per certo che è solo colpa mia. Sono solo un errore. Combino casini e non rendo mai felice nessuno...devo soffrire per questo...devo punirmi in qualche modo. Almeno...almeno..."

Iniziai a singhiozzare accasciandomi per terra. Mi avvicinai alla lapide abbracciandola. Il freddo marmo rispecchiava esattamente il mio stato interiore. Sentivo freddo. Il cielo si spaccò per via di un tuono che illuminò tutta la zona. Mi abbracciai di più alla lapide. Le lacrime si mischiarono poi alla pioggia.

Justin P.O.V

Rimasi fermo immobile mentre le sue parole viaggiavano dentro al mio corpo. Sentivo rabbia. Ma anche...consapevolezza. Sapevo che aveva ragione. Era tutta colpa mia. Mi appoggiai alla parete cadendo per terra. Misi le mani tra i capelli tirandoli. Non posso lasciarla sola. Per quando avesse ragione. Per quanto volesse che io non gli stessi accanto. Sapendo che mi avrebbe odiato fino alla morte...non avevo intenzione di lasciarla andare. Sentii i miei occhi diventare lucidi e mi spaventai di questa cosa. Il naso iniziò a pizzicare mentre la gola si chiuse ed iniziò a bruciare. Cosa stai facendo?! Non ti metterai mica a piangere!! BIEBER NON PROVARCI NEMMENO. ALZA IL CULO E TROVA KIA! Sbattei più volte le palpebre. Mi alzai velocemente iniziando a correre fuori dall'ospedale. Cazzo la macchina!
Mi ero completamente dimenticato d'essere venuto qui con l'ambulanza. Gemetti per la frustrazione tirandomi i capelli. Dove sarà? Cosa starà facendo? Starà bene? Starà facendo qualche cazzata...? Il panico iniziò a viaggiare lungo le mie vene. Spalancai gli occhi iniziando a far viaggiare la mia mente. Se si stesse facendo del male? Se...volesse. No! Non può farlo. Presi il telefono provando a chiamarla...cosa abbastanza stupida. Non rispose. Gli lasciai dei messaggi e la provai a chiamare per ben 20 volte. Nel frattempo iniziai a correre verso le possibili zone in cui l'avrei potuta trovare. Ma non ne avevo la più pallida idea. Sospirando per la frustrazione mi accorsi che iniziò a piovere. Continuai a correre digitando un'altro numero. Dopo poco rispose.

-"cosa vuoi Bieber?"

-"Kate...Kate ho bisogno del tuo aiuto!"

Dissi schivando alcuni passanti. Odiavo chiedere aiuto alle persone. Ma dovevo mettere da parte questo odio per trovare Kia. E sottrarla a qualunque suo gesto estremo.

-"oh Bieber che chiede aiuto? Se vuoi portarmi a letto come 2 anni fa puoi anche andartene a fan-"

-"KATE PORCA DI QUELLA PUTTANA SMETTILA DI FARE LA BAMBINA E ASCOLTAMI! Si tratta di Kia"

Parlai sentendo del vuoto dentro lo stomaco. Dopo poco mi trovai davanti a casa di Kia. Bussai più volte e suonai al campanello.

-"COSA CAZZO LE HAI FATTO FIGLIO DI PUTTANA. SE TI TROVO TI UCCI-"

-"VUOI CHIUDERE QUELLA CAZZO DI BOCCA. LASCIAMI PARLARE!"

La mia pazienza si stava esaurendo. Guardai fuori dalle finestre ma avevano tutte le tende, cosa che copriva la visuale.

-"la nonna di Kia è morta. Ha avuto un attacco cardiaco ed è caduta dalle scale mentre io e Kia stavamo entrando in casa. L'abbiamo portata in ospedale ma non ce l'ha fatta. Kia è scomparsa. Non ho la più pallida idea di che cosa voglia fare e soprattutto dove sia...Kate sto iniziando a preoccuparmi per lei. Ho seriamente paura che voglia fare delle cazzate!"

La sentì singhiozzare.

-"KATE NON È IL MOMENTO DI PIANGERE! PORTA IL TUO CAZZO DI CULO QUA! SONO DAVANTI ALLA CASA DI KIA. VEDI DI TROVARTI QUI! DOBBIAMO TROVARLA! "

Detto ciò chiusi la chiamata. Misi il telefono in tasca ed andai verso la porta. Provai a fare pressione e si aprì. Stranito entrai. Corsi in tutte le stanze della casa urlando il suo nome. Niente. Non era qui. Dei flash mi balenarono in testa. Tutto l'accaduto si stava metabolizzando. Scossi la testa, scacciai velocemente quelle immagini. Soprattutto, Kia in quello stato. Sia a casa che in ospedale. Dopo qualche minuto uscì dalla casa e vidi la macchina di Kate. Velocemente entrai. La guardai e notai i suoi occhi rossi e gonfi e tutto il trucco colato. Le sue braccia tremavano come anche il suo corpo.

-"fa guidare me. Non sembri nelle condizioni più adatte"

Non le diedi il tempo di rispondere che scesi dalla macchina. Lei scavalcò il sedile e con agilità si mise sull'altro.  Non dandoci peso entrai in macchina velocemente e partì a tutto gas.

-"in casa non c'è. Dove potrebbe essere?!"

Dissi guardandomi intorno. Aspettai qualche secondo e mi voltai non sentendo risposta. Il viso della rossa era cupo e perso nel vuoto.

-"Kate! Dobbiamo restare lucidi! Non perderti!"

-"Bieber stai zitto! Sto cercando di pensare"

Urlò in modo isterico. Sospirai cercando di non perdere la pazienza. Strinsi la presa che avevo sul volante e serrai la mascella. Dovevo rimanere calmo e non comportarmi come uno stupido. Dovevo pensare lucidamente e ragionare con maturità per evitare che la collera e la confusione potessero prendere il controllo.
Girammo per tutta la città. Guardammo in ogni quartiere. Ma di Kia non c'era traccia. Kate provò a chiamarla. Ma niente. Non potevamo nemmeno denunciare la scomparsa. Sarebbero dovuti passare prima 2 giorni. Il panico iniziò a prendere il sopravvento.

-"forse è troppo tardi...forse"

-"KATE NON CI PENSARE NEMMENO. NON PROVARCI. NON PUÒ FARLO E NON LO FARÀ...non può farlo"

La voce mi si spezzò verso le ultime parole. Al solo pensiero che Kia potesse lasciarmi in quel modo...mi toglieva ogni forza. All'improvviso la ragazza di fianco a me saltò su.

-"il cimitero! Come cazzo ho fatto a non pensarci prima!"

Senza farmelo ripetere due volte feci retromarcia e sfrecciai verso il cimitero.

Rimani Con Me Where stories live. Discover now