19.

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Justin P.O.V

Ero più calmo. Le mani facevano un po' male ma nulla che non potessi controllare. Era da un po' di tempo che vagavo per le vie del centro. Non so...qualcosa mi diceva che dovevo farlo. Poi, tornare a casa non mi andava. Avrei rivissuto ogni cosa precedente. Avrei rimuginato e la rabbia sarebbe ritornata nuovamente. Perciò, possiamo anche evitarlo. Sbuffando presi il pacco di sigarette all'interno del porta oggetti e ne estrassi una. La misi alle labbra e l'accesi buttando poi il pacchetto all'interno del portaoggetti. Ispirai per poi buttare fuori il fumo in una nuvola bianca. Passai vicino alla strada del centro commerciale e in quel momento vidi una figura femminile traballare sul marciapiede. Perché mi è famigliare?. Quella giacca l'avevo già vista, eccome se l'avevo vista. Avanzai lievemente e la osservai in volto. Era leggermene rosso e bagnato sulle guance. Era Kia. Perché piangeva?!.

Kia P.O.V

Dopo che Kate se ne andò persi la cognizione del tempo. Non so per quanto rimasi lì a fissare il vuoto. So solo che la commessa della gelateria venne fuori per chiedermi se andava tutto bene. Senza dire niente lasciai giù i soldi e mi avviai verso la fine del centro. Kate mi aveva lasciata a piedi e mi sarebbe toccata un bel po' di strada da fare per tornare a casa. Ma questo non mi importava. Le parole di Kate erano penetrate nella carne e le sue lacrime erano come sale sulle ferite aperte. Kate mi aveva sempre avvertito su Justin. Diceva che non era un ragazzo raccomandabile. E le solite tiritere. Ma nel momento in cui mi aiutò persi i pensieri negativi su di lui. Mi sentivo debole, avevo bisogno di riposare. Con la coda dell'occhio vidi una macchina avvicinarsi ma non ci feci caso. Chiusi gli occhi asciugandomi le lacrime. Dopo pochi secondi delle mani si posarono sulle mie braccia fermandomi. Mi irrigidì girandomi e strattonando la presa. In quel momento mi scontrai con degli occhi color caramello. Justin.

-"perché...perché stai piangendo?"

Sussurrò facendo un passo verso di me. Meccanicamente ne feci uno indietro. Vidi il suo viso sbiancare dal mio gesto. Il suo sguardo penetrava nel mio in cerca di trovare risposta.

-"cosa vuoi?!"

Dissi tagliente. Lo vidi per un secondo sussultare dal mio tono. Il suo viso iniziò a piegarsi nella tristezza e nella delusione. Ma ovviamente, non era vero. Giusto?. Era bravo a fingere. Era un ottimo bugiardo. Un attimo attore. Vero?.

-"vieni fa freddo, ti accompagno a casa"

La sua espressione tramutò in fastidio e vidi i suoi muscoli irrigidirsi.

-"grazie ma so camminare anche da so-"

-"sta zitta ed entra in macchina"

Lo guardai in modo truce e mi voltai iniziando a camminare. Sentì un sospiro alle spalle e delle braccia afferrarmi e trascinarmi.

-"lasciami o giuro che urlo!"

Dissi iniziando ad arrabbiarmi. Non mi ascoltò e aumentò la presa sui polsi. Vidi dei lievi flash della sera prima ma cercai di reprimerli.

-"Justin per favore lasciami"

Sussurrai. Si voltò verso di me guardandomi. Come se stesse leggendo quello che passava per la mia testa mi guardò dispiaciuto e diminuì la presa facendola diventare delicata.

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