One touch of his hand (parte 4)

Start from the beginning
                                    

Damon non la capiva tutta quella perplessità. «Sono bello e ricco, che posso farci?» scherzò, passandole le braccia intorno ai fianchi «Si traduce in fidanzato perfetto, non in pazzo.»

Anche se forse un pochino lo era.

Aveva invitato tante volte le ragazze ad uscire, ma solo perché sapeva che avrebbe avuto un personale tornaconto dopo, non gli era mai importato dei soldi che spendeva per dare loro l'illusione di essere importanti.

Forse era per questo che aveva sentito l'esigenza di fare per Elena qualcosa di diverso, di più... eclatante. Perché lei importante lo era per davvero.

«Lo sai, vero, che a me va bene anche se non spendi una fortuna...?» gli domandò, tanto per essere sicura che non fosse quello il caso.

Non avrebbe mai voluto che si sforzasse di spendere perché pensava che non ci fosse altra strada per farla felice. Lei che addirittura doveva rubargli il portafogli per pagare una volta tanto.

Ma, Santo Dio, era il ventunesimo secolo, doveva abituarsi a smezzare anche i conti.

«Vuoi dire che non ho fatto colpo?» fece, invece di rispondere. Non seppe mai se fu per avere conferma, o per evitarsi qualche altra discussione in arrivo.

Era disponibilissimo a mettere tutto sul tavolo con lei, ma che senso aveva chiedere un appuntamento se non per liberarsi dei problemi di tutti i giorni e passare una serata solo loro due, in barba al resto che tanto sarebbe stato tra i piedi anche dopo?

Certo era che era la prima sera che si vedevano dopo tutti quei giorni ed era logico che lei volesse risolvere tutte le incomprensioni che avevano portato a quelle sporadiche conversazioni perché non ricapitasse.

Forse aveva semplicemente scelto la sera sbagliata.

«Hai fatto colpo in, credo, tutti i modi possibili.» Elena lo abbracciò, e a quel punto lui rifletté che avrebbe potuto anche parlargli della fame nel mondo, sarebbe stato contento lo stesso. «Nessuno aveva mai prenotato un ristorante intero per me.»

Poi gli venne un dubbio atroce: «Ti ho messa a disagio?»

Non aveva nemmeno pensato di chiedere alla Barbie – che sarebbe stata utile una volta tanto – che tipo di appuntamento le sarebbe piaciuto. E non perché volesse fare per forza il fidanzato perfetto, semplicemente il contorno non gli interessava, se Elena era contenta.

Per lui quelle cose non avevano grande significato, perciò tanto valeva accontentare lei, a cui invece importava come se bastasse quello, a dimostrare che ci teneva.

Invece, non si era fatto troppe domande, aveva avuto quell'idea e l'aveva messa in pratica.

«Oh, no. No.» si affrettò a negare lei, prima di tornare a guardarlo. «Solo io e te in questo posto in riva al mare... in realtà, è molto romantico. Mi piace.»

Il posto era quanto di più originale riuscisse a immaginare, esattamente uno di quelli che le sarebbe piaciuto, proprio come le avevano promesso tutti quelli che la conoscevano, e non c'era mai stata. Poi le faceva semplicemente piacere che lui avesse fatto quella scelta per tutti quei motivi che le aveva già spiegato. Era felice di non essere la sola a pensare a certe cose.

Damon però non sembrò convinto. «Ma avresti preferito che ci fosse più gente.» concluse, per lei.

«No, è perfetto.» lo contraddisse la ragazza, accarezzandogli dolcemente la mascella. «A me basta che stiamo insieme, poi il resto puoi sceglierlo come ti piace.»

Sarebbe potuta uscire con una delle sue felpe imbarazzanti per andare a un chiosco di hot dog se lui gliel'avesse chiesto, anche se non le dispiaceva per niente vestirsi e farsi bella per uscire con lui. L'unica cosa che le interessava, di fatto, era sembrargli bella e desiderabile.

Dear Diary - The Vampire DiariesWhere stories live. Discover now