One touch of his hand (parte 3)

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Se qualcuno avesse chiesto il parere di Jeremy Gilbert, in quel pomeriggio che avrebbe dovuto essere uno come tanti, avrebbe detto che avevano appena lasciato libere almeno cinquanta galline di un pollaio dove facevano esperimenti animali.

Il fatto che le galline non fossero così piene di piume, che fossero solo tre, che una fosse la sua ragazza, una sua sorella e l'altra una che conosceva da tutta la vita, non aiutava affatto.

Bonnie e Caroline erano arrivate da approssimativamente mezz'ora, e da che erano entrate nella stanza di Elena, non avevano smesso un minuto di strillare come se stessero tirando loro il collo.

Uscì dalla sua stanza per chiedere di fare silenzio, ma se chiamò le ragazze – la porta della stanza di sua sorella, tra l'altro, era anche aperta –, nessuno sembrò sentirlo, e lui tornò rassegnato in camera sua con uno sbuffo.

Infatti, loro tre erano stese sul letto di Elena che si stava facendo rimettere da Caroline lo smalto, scheggiato a causa della sua nottata movimentata mentre Bonnie sfogliava per tutte una rivista di vestiti che si immaginavano addosso nelle più disparate occasioni coi ragazzi.

«Bon, ti è arrivato un messaggio.» la bionda indicò vagamente la direzione da cui aveva sentito provenire il rumore con un certo fastidio, sventolando la sua limetta.

Bonnie si affrettò a controllare: «È Jer.» fece, stranita. Poi, lesse a voce alta, ridacchiando: «Fate silenzio, sembrate delle bestie al macello.»

«Che gentile.» fu il commento arido di Elena. «Chiudi la porta?»

Bonnie eseguì con un lamento gutturale, poi si ributtò sul letto a peso morto, guadagnandosi un'occhiataccia da parte di Caroline, la cui opera di smalto era stata messa a dura prova già dall'incapacità della modella di stare ferma.

«Perché lo smalto bianco?» chiese la diretta interessata.

La bionda si spostò i capelli dalla spalla, con fare di sopportazione. «Perché è elegante. Serve eleganza al primo appuntamento.» spiegò, e non intendeva sentire altri pareri.

Lanciò un'occhiata alla sveglia sul comodino della sua migliore amica e sgranò gli occhi.

«Santo Dio!» proruppe, facendo vibrare la boccetta sul piumone pericolosamente. «Mancano solo tre ore! E ancora ti devi fare la piastra, ti devo truccare e ficcare in quel vestito super sexy!»

«Non è che sono diventata una balena.» borbottò Elena, risentita.

«Ah, e devo anche acconciarti i capelli!» elencò ancora l'altra, ignorando la battuta e l'occhiata disperata che si scambiò con Bonnie. «Sarai una gnocca da paura stasera! Ti ho anche portato il mio rossetto rosso fuoco a prova di bacio e waterproof.»

Lo tirò fuori dalla borsetta un secondo più tardi, sventolandolo con quello che poteva essere tranquillamente definito orgoglio.

«Non costringetemi a una pomiciata con una delle due per provarvelo.» scoppiarono tutte a ridere, forse per via del tono conturbante con cui quella frase era stata snocciolata. «In realtà, l'ho testato su Ty, e posso dire che funziona, almeno le prime tre ore.»

«Non voglio sapere dov'è che sono finite le impronte di quel rossetto, dopo tre ore.» commentò Bonnie, cercando di reprimere le risate. «Non riesco a credere che tu lo veda di nuovo.»

«Perché no, scusa?» ribatté l'altra, tornando a dare la seconda mano di smalto bianco sulle unghie di Elena, che fu diffidata dal muoversi con una sola, lunga occhiata omicida. Per il resto, il tono era perfettamente tranquillo. «Avevo bisogno di svagarmi un po', e per adesso anche lui non ha una relazione, usiamo le protezioni, quindi non vedo il problema.»

Dear Diary - The Vampire DiariesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora