Now I can't wait to see that boy again (parte 2)

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Tornata in camera sua, aprì l'armadio e scelse dei vestiti con cui sarebbe andata in giro per negozi con la sua migliore amica: un normale paio di jeans, e la sua preferita preferita, appartenuta a suo padre, della squadra di football per cui tifava da quando aveva capito cosa significasse quella parola.

Mai mossa fu più sbagliata, perché non appena scese le scale, si trovò a dover affrontare l'espressione del tutto scettica della sua migliore amica.

«Sul serio? Una felpa di una squadra di football? Vuoi venire a fare spese conciata in quel modo?» lei aveva addosso un vestitino a fiori, corto poco sopra al ginocchio, con sotto delle calze spesse per ripararsi dal freddo. E poi, delle immancabili scarpe col tacco che suo padre le aveva regalato per Natale e che si abbinavano col suo outfit in modo fastidiosamente perfetto.

Ma a lei sarebbe stato sicuramente bene anche un sacco di iuta. Non che Elena sospettasse di avere un fisico peggiore del suo, il fatto era che sapeva quanto tempo Caroline impiegava a prepararsi, e lei non intendeva impegnare quasi un'ora tra la scelta dei vestiti, il trucco e una ripassata alla piega.

O almeno non quando non aveva un appuntamento galante. Peccato che non ne avesse uno nemmeno in programma.

E poi che si metteva a fare in tiro quando sarebbe stata comunque tutto il tempo con la giacca addosso, con quel freddo?

«Cos'ho che non va?» decise di chiedere, anche se sapeva che poteva essere una domanda potenzialmente pericolosa. Ma per fortuna, Caroline era abbastanza ansiosa di uscire, perché si limitò a scuotere le mani e la testa, come se non ci potesse credere.

«Tutti questi anni e non segui nemmeno uno dei miei consigli! Non so cosa fare con te!» si lamentò, prima di seguirla fuori dalla porta. «Sai che per un appuntamento con Damon dovrai vestirti più...»

«Femminile?» offrì Elena, già sapendo che, nel caso in cui Damon avesse deciso di proporle quell'offerta che non vedeva l'ora di accettare, lei sarebbe stata al suo fianco, nella scelta di un abito che fosse adatto per l'occasione. Già si immaginava di non aver alcuna voce in capitolo.

Sempre ammesso che ce l'avrebbero mai avuto un cavolo di appuntamento. Nemmeno lo sapeva perché aveva preso la questione tanto a cuore quando sapeva perfettamente che la loro relazione non era solo solida, era anche più di una stupida cena fuori.

«Carina.» la corresse l'altra, continuando a scuotere con disapprovazione la sua perfetta chioma bionda.

Elena non se la prese, era abituata a simili commenti da parte di Caroline, anzi, le faceva piacere che fosse sincera fino a quel punto, anche se sfociava spesso nell'invadenza, ma non avrebbe potuto fare a meno di lei, o di Bonnie nella sua vita. Già solo immaginarselo era tremendo.

«Allora... dov'è che andiamo?» domandò, invece, lei, pur di orientare la conversazione verso quello che di sicuro era il punto di quell'uscita, come tutte quelle per cui serviva lo shopping di emergenza, l'unico modo per Caroline di tirarsi su di morale.

Il gelato sarebbe arrivato dopo, quando loro sarebbero state in pigiami dalla taglia troppo larga, usati in situazioni del genere, quando di vestirsi per uscire proprio non se ne parlava.

«Alla boutique dei Fell.» rispose, pronta, saltellando sugli scalini del portico dei Gilbert, facendo svolazzare il suo bel vestito. «Ho bisogno di un abito da urlo per sentirmi meglio. Non sono neanche le dieci di mattina e ho già avuto una giornata da dimenticare.»

«Dai, racconta.» la spronò, allora, Elena, che sapeva bene quanto lei stesse morendo dalla voglia di vomitarle addosso tutto ciò che era successo e, tra le altre cose, anche dell'incontro che aveva avuto prima di presentarsi nel suo salotto.

Dear Diary - The Vampire DiariesUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum