Capitolo quarantunesimo

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Quando rientrai in camera non sapevo più cosa pensare e nemmeno come comportarmi con con quel dannato ragazzo. Gettai la borsa sul letto. Dopo la nostra piccola conversazione ci eravamo divisi. Lui era troppo assorto a cercare un vestito, mentre io non potevo soffocare a lungo la tentazione di tornare sull'argomento tabù.
Tirai fuori il cellulare dalla tasca. Avevo una decina di videochiamate senza risposta solo da Michael ed una trentina di messaggi solo da lui, poi ovviamente dovevo aggiungere le altre innumerevoli da Calum ed Ashton.

Mikey:
Scherzavo, Syd!

Mikey:
Davvero non dicevo sul serio!

Mikey:
Rispondimi quando non
sarai più incazzata con me.

Passai in rassegna gli altri messaggi velocemente e tutti mi chiedevano dove fossi finita.

Syd:
Ero occupata e non
ce l'ho con te.

Mikey:
Eri con Luke?

Dovevo dirgli la verità? Forse avevano trovato una soluzione.

Syd:
Sì, mi ha invitata a cena
stasera.

Michael ci mise più del dovuto a rispondermi.

Mikey:
Non andarci.

Mi sorpresi a leggere quelle parole, ma forse in fondo non dovevo stupirmi troppo. Ciò che aveva fatto Luke gli bruciava ancora troppo per poterlo perdonare con leggerezza. Io in prima persona non dovevo fidarmi ciecamente di lui, ma ci stavo ricadendo di nuovo. Probabilmente mi sarei ritrovata a piangere tra le braccia di Michael il giorno dopo, ma speravo di no.

Syd:
Devo. Voi trovate una soluzione
per la chitarra di Luke.


Non avevo idea di cosa mettermi. Dopotutto mi aspettavo solamente di camminare in un gruppo di ragazzi per tutto il giorno e tornare distrutta in hotel, dormire col mio pigiama e basta. Uscire con Lucas Hemmings non sarebbe stato nemmeno un opzione accettabile qualche giorno prima.
Qualcuno bussò alla porta. Sussultai per lo spavento e gettai un ultimo sguardo frustrato alla mia valigia. Andai ad aprire.
- Sydney. - mi salutò Luke con un mezzo sorriso sulle labbra. Per un attimo mi dimenticai il motivo per cui ce l'avevo con lui. La mia mente era diventata un foglio bianco davanti a quello sguardo a metà tra il divertito ad il malinconico. Sembrava una persona diversa per qualche motivo... Com'era possibile che me ne fossi accorta solo in quel momento? Sbattei le palpebre e lo studiai attentamente, tutto il resto di lui era uguale a sempre. Ma i suoi occhi. Era la prima volta da molto tempo che li incrociavo abbastanza tempo da scorgere ogni più piccola sfumatura di blu nelle sue iridi. - C'è qualcosa che non va? - mi chiese riportandomi con la mente alla realtà. Scossi la testa, per poi notare che aveva una borsa in mano.
"Sei in anticipo." dissi in imbarazzo. Non ero affatto pronta per uscire e lo si poteva benissimo notare dai miei capelli disordinati.
- Oh, non sono venuto per prenderti ora. Solo per darti questo. - mi comunicò porgendomi il sacchetto che aveva tra le dita. Lo afferrai titubante, per poi guardare cosa conteneva. Un vestito. E non un vestito qualunque, quello che mi aveva fatto vedere. Rimasi imbambolata qualche secondo. - Puoi usarlo stasera se vuoi. -
"Perché l'hai preso?" volli sapere ancora sconcertata. Lui si corrucciò.
- Non hai fatto shopping in questi giorni, volevo che ti rimanesse almeno un ricordo di questa gita. - mi spiegò impacciato. Non avevo fatto compere per il semplice motivo che avevo la testa sempre altrove e non avevo prestato attenzione a vestiti e cose del genere. Avrei voluto fargli una bella strigliata per aver speso soldi inutilmente per me, ma non volevo rovinargli anche quella serata.
"Grazie, Lucas." riuscii solamente a scrivere.

Mi raccolsi i capelli in una coda alta e dopo averla rifatta come minimo dieci volte, mi era finalmente venuta bene. Passai l'elastico e ovviamente nel momento meno opportuno si ruppe. Imprecai nella mia mente e cercai un altro elastico nella valigia. Non ne trovai. Stavo quasi per gettare un grido di sconforto quando Catherine mi corse in aiuto.
- Ti presto il mio se vuoi. - disse lanciandomene un nero. La ringraziai con un sorriso e finalmente finii di farmi la coda.
- Non sarà Pietro quello, vero? - fece Danielle fissando sorpresa l'amica. Lei di risposta fece spallucce.
- Già, Pietro torna indietro. - replicò Catherine. - Quindi, Sydney, ti prego di riportarmelo, è l'unico decente che ho. -
Non commentai il fatto che l'elastico avesse un nomignolo, ma assentii comunque.
- Dove vai comunque? - non riuscì più a trattenersi Danielle, mentre mi aggiustavo il vestito. Mi fermai un attimo. Non mi ero mai confidata con nessuno, anche perché non ero mai uscita con nessuno, tuttavia era saggio raccontarlo a due ragazze che conoscevo solo superficialmente? Assolutamente no.
"Esco." risposi solamente. Le due ragazze mi fissarono sorprese.
- Ma non possiamo uscire stasera. - replicò Danielle. Persi un battito. Cosa voleva dire che non potevo uscire? Luke mi aveva chiesto un appuntamento!
- Domani si parte e le prof hanno vietato a chiunque di andare fuori dall'hotel. - mi avvisò Catherine. Rimasi spiazzata, ma non ebbi tempo di lasciarmi andare nella frustrazione che qualcuno venne a bussare. Non andai ad aprire io, ma Danielle. Spalancò la porta in modo che potessi vedere ci c'era alla porta. Luke era lì. Avrei osato dire in tutto il suo splendore, perché si era tirato a lucido. Certo non indossava uno smoking, ma con i jeans neri e la camicia bianca con le maniche tirate su fino al gomito era stupendo.
- Sto cercando Sydney. - parlò Luke.
- State uscendo dall'hotel? - si impicciò senza ritegno Catherine. Luke sorrise, ma non rispose.
- Sydney? - mi invitò a seguirlo Lucas. Ero indecisa se farlo o meno. Alla fine mi alzai e raccattai la mia borsetta dal letto.
- Non potete uscire. - provò a dire Danielle. A quel punto il sorriso del biondo vacillò.
- E chi vi ha detto che usciremo? - chiese ambiguamente. Non diede il tempo di replicare alle ragazze che mi afferrò la mano e mi trascinò via.

Words. || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora