Prologo

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- Come stai, Sydney? -
Ancora non capivo. Ancora non capivo dove si trovasse la fine della stupidità umana. C'erano ancora persone convinte che sarebbero riuscite a farmi parlare nuovamente. Non avevano perso ancora la speranza. Capivo che la speranza fosse sempre l'ultima a morire, ma con me aveva gettato la spugna e semplicemente si era suicidata.
Mi limitai a fissare il professore di scienze. Sapevo che così l'avrei irritato, ma non gli avrei risposto comunque. La sua mascella fece un guizzo. Avrei tanto voluto sorridere, ma era meglio se non avessi mosso nessun muscolo del viso. Stavo camminando su un sottile filo di indifferenza, non dovevo farmi travolgere dalle emozioni. Non più.
- Ok. - si limitò a rispondere lui alla fine tirando un sospiro. La campanella suonò in quel preciso istante ed anche quel patetico giorno di scuola era finalmente terminato. Come sempre schizzai via evitando chiunque, anche se poi nessuno mi rivolgeva la parola comunque da tempo. Le voci iniziavano a circolare per i corridoi tra i primini ed i novellini, mentre quelli che sapevano chi ero si limitavano ad alzare le spalle o a scuotere la testa con un sorriso che diceva "Che idioti che siete.", senza però smentire le voci. Io invece ogni tanto mi divertivo a scoprire cosa si dicesse di nuovo su di me. Mi appostavo accanto a gruppi di ragazze fingendomi immersa nella lettura di un romanzo ed indossavo gli auricolari senza mettere su la musica. Le ultime voci dicevano che avevo subito un non so quale trauma durante una vacanza in un posto che non avevo nemmeno mai sentito parlare. Insomma, niente di interessante. Mi infilai gli auricolari nelle orecchie e misi Fireworks di Katy Perry. La scuola dove andavo distava un paio di chilometri dall'oceano, la stessa distanza da casa mia fino a scuola, quindi era molto raro che andassi in spiaggia, quel giorno non avevo voglia di vedere i miei genitori, specialmente mia madre. Il rapporto con lei peggiorava sempre di più, e ora semplicemente contavo i giorni che mi dividevano dal mio diploma. Camminavo lentamente, a testa bassa. Quasi non mi rendevo conto di quello che mi circondava. Solo della musica e del leggero vento che soffiava verso di me l'odore della salsedine. Era da un po' che non andavo in spiaggia e quel giorno mi sembrava perfetto. Alla fine arrivai a destinazione. Come sempre il paesaggio mi lasciò senza parole. Come se comunque avessi voluto dire qualcosa... Presa dall'euforia iniziai a correre verso l'acqua. Tutto era desolato, non una persona, gli unici esseri viventi che si scorgevano erano i gabbiani che stridevano come segno di benvenuto, anche se non potevo sentirli. La musica mi rimbombava ancora nelle orecchie e fui quasi tentata di togliermi gli auricolari, ma evitai. Non mi piaceva la solitudine, ne avevo il terrore e sentire la voce dei cantanti negli auricolari mi aiutava a combattere questa mia paranoia. Inspirai a pieni polmoni l'aria frizzante. Mi sentivo come se fossi stata dieci metri sopra il cielo, come se avessi potuto toccare le nuvole con un dito. Era raro che mi sentissi così, ma quando succedeva ogni cellula del mio corpo si risvegliava da un torpore fastidioso e riprendeva vita in un attimo. Avrei quasi voluto urlare la mia felicità al mondo intero, ma riuscii a trattenermi. Chiusi gli occhi ed iniziai a girare su me stessa. Dovevo sembrare una pazza squilibrata in quel momento, ma non m'importava. All'improvviso mi trovai sbattuta a terra. Un auricolare scivolò via ed i capelli mi oscurano la vista. Riuscii a captare una voce maschile dietro a me. Delle mani forti umidicce mi tirarono su senza fatica e mi ritrovai in piedi davanti ad un ragazzo confuso. Dovevo essergli finita addosso, ma com'era possibile? Non c'era anima viva prima. Deglutii a fatica cercando di calmare il cuore che aveva preso a battere all'impazzata e tolsi l'auricolare rimasto fissando con occhi sgranati il biondo di fronte. Gli arrivavo poco più sopra dello stomaco e trovai difficile tenere incastrati i miei occhi nocciola nei suoi troppo azzurri.
- Cosa stavi facendo? - mi chiese lui confuso. Solo in quel momento notai che indossava una tuta nera da surf. Era letteralmente venuto dal mare. Presa del panico arretrai. - Hey, sto parlando con te. - un velo di ironia si era impossessato della sua voce. Sbattei gli occhi sbarrata. Aprii la bocca, ma non dissi niente. Era passato così tanto tempo da quando avevo parlato con una persona che non mi ricordavo come si facesse a chiedere scusa. Richiusi la bocca e mi passai la lingua sulle labbra secche. Non avevo intenzione di parlargli, chi era lui per riaccendere la parola nella mia gola? Scossi la testa e mi portai una ciocca di capelli lilla dietro l'orecchio. Tirai fuori il cellulare dalla tasca della felpa e aprii le note.
"Scusa. Pensavo di essere sola." scrissi e glielo feci leggere. Lui guardò lo schermo corrucciato.
- Fa niente. Comunque io mi chiamo Lucas. Lucas Hemmings, ma gli amici mi chiamano Luke. - si presentò sorridendo leggermente. Ricambiai imbarazzata.
"Io sono Sydney Brent." risposi solamente.

***

N.A.
Ciao a tutti!
Probabilmente chi sta leggendo questa nota autrice ha appena trovato la mia storia o la sta rileggendo! :) Ad ogni modo ringrazio tutti quelli che vorranno continuarla a leggere dopo questo prologo. La FF ha avuto una lunga evoluzione sia dal punto di vista della trama, che dal punto di vista lessicale, se così si può definire. Spero di essere riuscita ad esprimere tutti i sentimenti che volevo farvi sentire attraverso le parole che ho scritto, ma specialmente spero che la storia sia all'altezza delle vostre aspettative!
Il carattere dei personaggi contiene un pizzico del mio, specialmente quello della protagonista, mentre come aspetto potete immaginarvela un po' come volete, solo con i capelli lilla! *lol* I ragazzi invece li ho immaginati un po' com'erano nel 2013, quando Luke non aveva ancora il piercing, Michael aveva appena cominciato a tingersi i capelli, Calum era senza tatuaggi ed Ashton aveva dei capelli... normali(?) Ho cercato anche di mettere fatti abbastanza realistici, per quanto la FF sia completamente inventata ovviamente, come potrete leggere alla fine. Spero vivamente che finita questa storia abbiate voglia di leggere altre mie storie, ad ogni modo ora vi lascio alla lettura di Words.

Words. || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora