Capitolo terzo

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Continuai a tenere gli occhi chiusi, sperando in cuor mio che se avessi tenuto le palpebre serrate abbastanza a lungo, Luke sarebbe sparito, ma invano. Aprii lentamente gli occhi trovandomi nel mezzo di un vero e proprio tsunami. Quegli occhi azzurri erano talmente scuri da risultare quasi neri in quel momento. Era furibondo e lo si notava anche dalla sua postura rigida. Sarei voluta sparire risucchiata dall'asfalto, ma non successe niente.
- Sydney Brent, giusto? - chiese Lucas gelido. Sarei quasi voluta scoppiare a piangere, ma mi trattenni, non ero più così emotiva come una volta. Tuttavia come facevano le persone a cambiare così repentinamente giudizio su di te? Il semplice parlare con sua madre l'aveva reso furioso nei miei confronti, se non l'aveva già portato ad odiarmi, come se non avessi già abbastanza gente attorno con pregiudizi infondati su di me. No. Dovevo smetterla di essere così apprensiva. Mi allontanai di un passo stringendo forte il telefono in tasca con la mano sudaticcia. Annuii di risposta cingendo le labbra. - Parliamoci chiaro, Brent. - iniziò il ragazzo di fronte, come se fosse in procinto di un lungo discorso. Tirai fuori il telefono e scrissi una nota.
"Possiamo andare a prendere un caffè, per favore?"
Lui lesse e mi fissò come se avessi scritto in lingua araba. Forse avevo fatto degli errori a causa dell'ansia che mi attanagliava lo stomaco. Controllai la nota rileggendola almeno una decina di volte, ma non trovai nessun errore, ero stata pure educata ed avevo aggiunto il punto interrogativo. Alzai lo sguardo aspettando una risposta.
- Ti sto per minacciare di starmi lontano e tu mi chiedi di prendere un caffè? - domandò lui incredulo. Rimasi a bocca aperta per qualche istante, per poi riprendermi mentre le mie gote si tingevano di rosso per l'imbarazzo.
"Io non lo sapevo! Scusami." scrissi. Doveva essere una scena davvero esilarante, ma io ero seriamente spaventata da quel ragazzo in quel momento, non c'era niente di quello che avevo incontrato la prima volta. Lo guardai leggere la nota. Un gemito di frustrazione uscì dalle sue labbra, mentre aggrottava la fronte.
- Mi stai prendendo in giro? - disse lui corrucciato. Forse sarebbe stato meglio girare i tacchi e scappare via. Scossi vigorosamente la testa. - Mi spieghi come faccio a minacciarti ora se mi chiedi scusa per una cosa simile? -
"Non ne ho idea. Non sono mai stata minacciata, solitamente la gente sta alla larga da me ed io cerco di essere invisibile."
- Di bene in meglio. - borbottò lui di risposta. Si passò una mano sulla nuca e poi se la passò tra i capelli scompigliandoli. Il suono dell'arrivo di un messaggio destò la sua attenzione. Luke tirò fuori il suo telefono e lesse il messaggio. Alzò gli occhi al cielo e si voltò dandomi le spalle. - Dovreste farvi una vagonata di cazzi vostri, ragazzi! - urlò Luke a pieni polmoni. La mia visuale consisteva principalmente nella sua enorme schiena. Si sentirono delle risate riecheggiare nel vento. Mi spostai di lato. Tre ragazzi si stavano avvicinando a noi a grandi falcate. Uno di loro sembrava in qualche modo la mia versione maschile. Capelli blu, camicia scozzese stropicciata, pantaloni neri. La differenza più evidente stava negli occhi, i suoi erano di ghiaccio, i miei erano pura Nutella. Arretrai di un'altro passo.
- Tu Luke, invece dovresti smetterla di importunare tutte le ragazze carine che incontri! - ribatté il ragazzo dagli occhi di ghiaccio. Ecco un'altra conferma del fatto che il ragazzo di fronte a me non si faceva scrupoli ad usare le ragazze. Mi strinsi le mani al petto, quasi volendomi chiude a riccio su me stessa. Proteggermi dalle parole di quei ragazzi. Luke non rispose, forse perché tra l'importunare e il minacciare una ragazza, era meglio la prima scelta.
Girai i tacchi. Avevo bisogno del mio spazio, del mio silenzio.
- Hey, dove credi di andare? - mi fermò il riccio con tono amichevole. Mi girai lentamente col cuore che martellava in petto e il viso in fiamme.
"A casa." scrissi. I ragazzi lessero la nota sul mio cellulare, per poi guardarmi stranita.
- Sei muta? - domandò il moro. Rimasi spiazzata per un attimo. Era decisamente la prima volta che qualcuno mi poneva questa domanda. Scossi la testa lentamente.
- Quindi tu sei la ragazza che non vuole parlare di cui è ossessionato Luke! - sbottò il ragazzo dagli occhi di ghiaccio.
- Michael! - lo rimproverò Lucas con voce strozzata. - No-non sono ossessionato da lei! -
Michael si voltò verso di lui e lo guardò male. - Non avrai mica fatto quello che hai detto, vero? -
Luke distolse lo sguardo imbarazzato, mentre Michael si voltò a guardarmi dispiaciuto. Mi travolse in un abbraccio caldo. Normalmente mi sarei divincolata in un secondo da un abbraccio come quello, ma Michael sembrava troppo dolce e per bene.
- Luke è solo un coglione, non devi ascoltarlo. - mi sussurrò all'orecchio.

Words. || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora