Capitolo trentunesimo

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Continuammo a guardarci negli occhi per un periodo di tempo che mi parve quasi interminabile. Il frullio di delle ali sopra di noi distolse la nostra attenzione l'uno dall'altra. Alzammo lo sguardo tra i rami e ci ritrovammo a fissare la luna splendente nel cielo.
Rimasi ferma dov'ero.
- Forse... - iniziò Lucas rompendo il silenzio. - Forse dovrei riportarti a casa. - sospirò senza più riuscire ad incrociare il mio sguardo. Non risposi. Continuai a fissarlo quasi ipnotizzata.
"Mi hai baciata." scrissi l'ovvio sullo schermo del mio cellulare.
- Sc-scusa. Sono stato preso dal panico. - mi rispose imbarazzato. Anche al buio riuscii a notare le sue guance chiazzate di rosso. Non ribattei a quel l'ultima affermazione è finalmente per tutti e due mi alzai.
"Sei scappato di casa?" chiesi ancora incredula.
Luke non rispose immediatamente. Camminammo lungo il sentiero verso la macchina. Speravo ardentemente che non comparisse Jack improvvisamente come prima. Non sarei riuscita a sopravvivere ad un altro piano di Lucas in pieno panico. Arrivammo alla macchina e il ragazzo mi aiutò a salire nella sua macchina. Quando si sedette al mio fianco strinse prima la mani sul volante e poi si decise a parlarmi.
- Non era proprio mia intenzione baciarti. Almeno non a metà dell'appuntamento, forse alla fine... -, ma quando vide la mia espressione imbarazzata smise di farneticare sul bacio. Prese un lungo sospiro profondo e incrociò il mio sguardo. - So che questo è il peggior appuntamento in assoluto di tutta la storia degli appuntamenti disastrosi, ma volevo seriamente uscire con te. -
"Non è stato così disastroso, almeno non hai suonato il campanello di casa quando sei venuto a prendermi." cercai di strappargli un piccolo sorriso. E ci riuscii sul serio, non tanto da vedere la fossetta sulla sua guancia, ma almeno era un sorriso sincero.
- Volevo fosse il miglior appuntamento di sempre. Romantico al punto giusto, io che riuscivo a farti ridere... sai, come i classici appuntamenti che si vedono nei film. - fece con vergogna. - Poi ti ho vista scendere dalla finestra e non lo so... ho mandato tutto a rotoli. -
"È solo strano che ora usciamo insieme. Dopotutto fino ad ora non hai fatto altro che mostrarti scontroso con me." scrissi.
- Non volevo... - si bloccò. - Cioè, volevo essere scontroso con te perché non ci frequentassimo, ma ho sempre voluto uscire con te fin dall'inizio. Solo non volevo che mia madre ti utilizzasse come uno strumento per controllarmi come ha fatto con i miei fratelli. - ammise con vergogna. - È per questo che Jack non terrebbe mai la bocca chiusa con nostra madre, ed è per questo che sono uscito dalla finestra per venire da te. Non volevo che lei lo venisse a sapere. -
Lo fissai per qualche minuto incerta su cosa rispondere.
"Quindi ti sei comportato sempre così solo per proteggermi?" chiesi sorpresa.
- Sì. Lo so che sembra assurdo detto ad alta voce, ma è seriamente così. - parlò corrucciato. Fece partire il motore e mi accompagnò fino a casa. Le luci erano già spente. Guardai nuovamente il ragazzo al mio fianco. - Senti... - iniziò a parlare ancora Luke. Non lo fermai. - Ti capirei se dopo stanotte non vorresti più vedermi, parlarmi e quant'altro, ma te lo chiedo col cuore... non escludermi dalla tua vita. - mormorò.
Gli appoggiai una mano sulla sua e la strinsi leggermente. Lui ricambiò la stretta.
"Non ti escluderei dalla mia vita neanche se potessi."
Lui annuì debolmente leggendo quello che avevo scritto.
- Quindi siamo amici? -
Sfoggiai un sorriso divertito nonostante la situazione. "Basta che non sia un amici come prima." scherzai. Luke accennò un sorrisino timido.
- Direi proprio di no. Ora che sai tutto credo che non ci sia più bisogno di tenerti lontana. - replicò. Calò nuovamente il silenzio, ma stavolta non c'era più imbarazzo. - Senti... domani ti va di uscire di nuovo? -
Inarcai un sopracciglio un po' sospettosa. "Hai intenzione di portarmi in un altro posto super chic?"
Lui scosse la testa ridacchiando. - Uhm, no. Sai, ho proposto la tua idea di esibirci per strada agli altri ragazzi. Domani avevamo intenzione di provare nel pomeriggio, prima di andare a suonare in un locale che hanno trovato Michael e Calum. -
"Hanno accettato tutti?" domandai felice della notizia. Luke assentì.
- Già, quindi mi chiedevo se ti andasse di venire a vederci. - chiese timidamente. Non riuscii a trattenermi. Gli gettai le braccia al collo e lo abbracciai forte. Sentii le sue mani esitanti cingermi la schiena dopo qualche attimo di sorpresa. - Questo è un sì? - ridacchiò. Mi staccai da lui ed alzai gli occhi al cielo, per poi annuire. - Bene, allora ci vediamo domani a scuola. -
Feci per scendere dalla macchina, ma poi mi bloccai ripensando alle sue parole. Mi aveva detto che forse avrebbe provato a baciarmi quando mi avesse accompagnata a casa. Non mi diedi il tempo di ripensarci una seconda volta. Mi voltai di scatto e gli stampai un bacio all'angolo della bocca, non sapendo se mirare alla sua guancia o alle sue labbra.
La sua espressione totalmente confusa era inappagabile. Non gli diedi il tempo di chiedermi spiegazioni per il mio gesto, anche perché nemmeno io lo sapevo. Gli mimai un "Buonanotte" con le labbra e scappai via.

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N.A.
Ciao a tutte! Eccovi il nuovo capitolo di Words. :)
So che non mi sono fatta sentire per un po', ma ad ogni modo voglio ringraziare ognuno di voi per tutti i voti che ho ricevuto! Non mi sarei mai aspettata di arrivare a 260 voti! So che non è quel gran risultato visto che ci sono altre ragazze che arrivano a migliaia di voti, ma per me è un grandissimo traguardo, davvero, quindi vi ringrazio ancora di tutto cuore!
Detto tutto, mi dileguo e comincio a scrivere il prossimo capitolo!

Ps. Per chi volesse a San Valentino ho scritto una OS che si chiama "Love's a Game, Wanna Play?", sarebbe grandioso se qualcuno passasse a leggerla! :)

Words. || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora