Capitolo trentacinquesimo

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Non esistevano parole per descrivere come Jet Black Heart mi avesse fatta sentire. Ero un groviglio di emozioni contrastanti che non fecero altro che diventare sempre più caotiche canzone dopo canzone. Vidi i ragazzi scendere dal palco fradici di sudore, ma li persi presto di vista a causa della folla compatta. Mi avvicinai incerta al palco aprendomi un varco con gomitate e spinte.
Delle mani si posarono sui miei fianchi facendomi sobbalzare spaventata. Mi girai di scatto ritrovandomi faccia a faccia con il ghigno divertito di Clifford. Gli diedi un pugno scherzoso sul braccio scatenando la sua ilarità.
- Dove stavi scappando? - mi chiese ammiccando. Alzai gli occhi al cielo. Sapeva benissimo che stavo andando a cercarli. Qualcuno tra la folla mi pestò il piede. Mi guardai attorno seccata, ma non riuscii ad individuare il colpevole. Michael mi prese per la mano e mi trascinò lontano dal caos. Uscimmo fuori dal locale. L'aria frizzante della notte era un toccasana per il mio corpo accaldato. Presi un respiro profondo per poi voltarmi verso di Mike che mi stava studiando attentamente da sotto le palpebre socchiuse.
- Allora... - parlò lui con voce roca. Doveva averne persa un po' cantando. Non dissi niente. Rimasi a fissarlo aspettando che desse voce ai suoi pensieri. - Hai mai pensato di ritornare a parlare? - mi chiese alla fine Mike inclinando la testa leggermente di lato. Rimasi stupita dalla sua domanda, non tanto perché credevo che non avrebbe mai posto domande riguardo al mio silenzio, ma tanto perché non ci avevo mai pensato. Mi avvicinai a lui e ci sedemmo sui gradini.
Dovetti pensare un bel po' alla risposta.
"No." risposi alla fine sinceramente. "Non ho mai avuto bisogno di esprimere i miei pensieri quando poi a nessuno importavano."
Michael rimase pensieroso per qualche minuto prima di riprendere la conversazione.
- E lo faresti con me? - volle sapere il ragazzo incatenando i suoi occhi ai miei. Rimasi ancora più sorpresa dalla sua richiesta. Non era del tutto insensata, dopotutto con lui mi ero aperta più che con chiunque altro. Mi morsicai il labbro nervosamente. Chiusi gli occhi e presi un respiro profondo. Socchiusi lentamente le labbra.

Non ce l'avevo fatta alla fine. Anche se era Michael. Non me la sentivo ancora di parlare. Ovviamente non se la prese, o almeno non lo diede a vedere. Mi sentivo un po' in colpa, ma davvero non riuscivo a prendere il coraggio a due mani. Se avessi parlato e avesse pensato che non sembravo più io? Se non ero come si immaginava? La mia voce, le mie inflessioni. Non volevo che succedesse qualcosa di simile. Rimanemmo in silenzio per un'eternità prima che per tacito accordo decidemmo di rientrare per andare a vedere come stavano gli altri. Ci immergemmo nella folla. Non mi servì guardarmi le spalle per percepire la presenza di Michael dietro di me.
Il primo che trovammo era Ashton intento ancora a mettere a posto la sua batteria.
- Dove sono gli altri? - domandò Mike guardandosi attorno. Ashton imitò corrucciato.
- Calum ha detto che doveva andare in bagno, Luke non ne ho idea. Se n'è andato appena finita l'esibizione e non l'ho più visto. -
Non sembravano preoccupati per la sparizione di Luke, ma io avevo un brutto presentimento al riguardo.
- Ti aiuto a mettere le cose in macchina. - fece Michael afferrando la sua custodia. Aspettai qualche minuto che si presentasse qualcuno, ma a parte i due ragazzi che continuavano a fare su e giù per gli strumenti, degli altri non c'era traccia. Alla fine andai a cercarli. Trovai Calum che stava parlando con una ragazza dal capelli rossi, ma non lo disturbai, poiché sembravano immersi in una conversazione molto intensa. Luke invece era seduto dall'altra parte del locale al bancone. Non vidi cosa stava facendo fino al momento in cui non me lo ritrovai a qualche centimetro di distanza. Gli picchiettai sulla spalla. I suoi riflessi erano parecchio rallentati ed i suoi occhi in tempesta ora erano opachi.
- Sydney. - biascicò. Il mio nome a causa dell'alcol che aveva in corpo era uscito del tutto storpiato.
"Che stai facendo?" chiesi cercando di non perdere il controllo. Il suo alito puzzava allo stesso modo del tizio che aveva allontanato lui stesso all'inizio della serata. Luke strizzò gli occhi sullo schermo. Ci mise più del necessario per leggere ciò che avevo scritto. Lucas si aprì in un sorriso deformato.
- Non vedi? Sto cercando di divertirmi un po'! - sbottò con tono felice che però non vidi nel suo sguardo. Alzò il bicchierino che aveva davanti e se lo scolò tutto d'un colpo. Poi chiamò il barista per farselo riempire. Speravo che la bottiglia di whisky da cui aveva riempito il bicchierino non fosse stata piena quando Luke aveva iniziato a bere. Il ragazzo tirò fuori dalla tasca posteriore dei jeans neri un paio di banconote e le passò al tizio che lo aveva servito.
Iniziai a sudare freddo ed a tremare.
- Che succede qui? - chiese una voce alle mie spalle. Non mi serviva voltarmi per sapere che c'era Calum.
- Vuoi unirti a me? - domandò invece Lucas buttando giù ancora il whisky.
- No. - disse in tono disgustato il moro. - E comunque dovresti smetterla, dobbiamo andare ora. -
- Aspetta. - fece Luke. Si mise la mano nuovamente in tasca, forse per tirare fuori ancora dei soldi, ma non ne tirò fuori niente. Provò a cercare nelle altre tasche con fare accigliato, ma niente. - Calum hai un paio di dollari per la mancia per Jem? - chiese.
A quel punto vidi rosso. "Dove sono i soldi che ti ho dato, Luke?" feci. Lui lesse ma non rispose. Non sembrava nemmeno importargli. Anche Cal guardò la schermo del mio telefono e mi fissò confuso.
- Quali soldi? - volle sapere serio. Anche Michael ed Ashton ci raggiunsero a quel punto.
"Quelli che ho guadagnato per voi e quelli dell'esibizione di questo pomeriggio. Glieli ho dati prima." scrissi con gli occhi colmi di lacrime di rabbia. Le asciugai con forza senza riuscire a distogliere lo sguardo da Lucas.
- Syd? - chiese Michael preoccupato dalla mia reazione, ma lo ignorai. Ero troppo furiosa.
Sentii la mano di Calum sulla spalla. - Avete un paio di dollari? - chiese di nuovo Hemmings. In quel momento passò completamente il mio limite di sopportazione. In un attimo sentii la mano bruciami e il segno delle mie cinque dita erano stampate sulla guancia di Luke.
- Cos'ha fatto? - domandò Ashton turbato avvicinandosi al suo amico.
Calum rispose al posto mio. - Hemmings si è appena bevuto i nostri soldi. -
Michael mi portò via di lì.

Words. || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora