Capitolo ventottesimo

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Qualcuno chiamò Ashton all'improvviso e dovette andare via subito.
- Ti accompagno a casa se vuoi. - propose gentilmente, ma si vedeva che aveva molta fretta. Non feci in tempo a rispondergli che Jack s'intromise nella nostra conversazione.
- Dovrei andarmene anch'io ora. Volete che vi dia uno strappo ragazzi? - ci chiese tirando fuori le chiavi della sua macchina. Ancora una volta non feci in tempo a replicare che anche il fratello minore si mise in mezzo.
- Accompagno io Sydney. - affermò. Lo fissai intensamente, tanto da far vacillare la sua insicurezza. - V-volevo dire... - balbettò. Ma lo fermai con un gesto della mano.
"Vai pure Ashton." scrissi. Aspettammo che Jack e lui se ne andassero e poi in tacito accordo salutammo anche noi i neo-genitori per poi uscire. Camminammo per un tratto fianco a fianco in silenzio. Poi all'improvviso Luke mi prese la mano e mi costrinse a seguirlo.
Non opposi resistenza più per la sorpresa che per altro e dovetti correre per riuscire a seguirlo con le sue grandi falcate.
Aprì una porta e ci ritrovammo in uno sgabuzzino senza finestre ed illuminato solo da una piccola lampadina. Il suo corpo mi sovrastava e il suo sguardo era cupo.
- Cosa ci fai qui? Perché sei venuta qui con Ashton? - mi chiese tutto d'un fiato. Rimasi qualche attimo di troppo a pensarci, tanto che se qualcuno avesse visto la scena sarei sembrata una stupida.
"Volevo fare un giro con lui, ma poi gli è arrivato un messaggio da Ben." gli spiegai.
- Anche Ashton ti ha chiesto di uscire ora? - sputò quasi furioso. Non vedevo quello sguardo dal giorno in cui mi aveva portato sulla scogliera.
"Sono andata io da lui." ribattei infastidita.
Luke restò impietrito dalla mia risposta. - Come? - riuscì a dire solo dopo un po'. Lo fissai sconcertata e seccata dal suo comportamento. - Non ti bastava uscire con Michael? - domandò furioso. La sua figura mi spaventava leggermente, ma feci comunque un passo avanti e lo guardai malamente.
"Perché non potrei uscire a fare un giro con Ashton? Perché io e Michael non possiamo frequentarci?"
- P-perché... - balbettò senza concludere la frase.
"Lo so che è solo per te che ho conosciuto gli altri, ma questo non ti permette di decidere al posto mio e loro se possiamo uscire insieme. Se non vogliono uscire con me possono dirmelo in faccia da soli." scrissi. Luke si voltò e si passò una mano tra i capelli frustrato. Quando finalmente si voltò nuovamente verso di me mi sembrò passata un'eternità.
- Io ti piaccio? - mi chiese alla fine. Rimasi a bocca aperta per la sua domanda, ma mi ripresi subito.
"Che cosa intendi?" replicai quasi confusa. Lui fece spallucce e si morse il labbro prima di ripetere la domanda.
- Io ti piaccio? - ripeté con tono più sicuro della prima volta.
"Mi piaci come?" domandai. "Come... persona?"
Non sapevo come definirlo per me e quell'unica parola doveva essergli sembrato uno schiaffo in faccia vista la sua espressione ferita, ma si limitò ad annuire.
- Se ti chiedessi di uscire con me, tu accetteresti? - volle sapere senza riuscire ad incrociare il mio sguardo. Uscivo con Michael, ma non eravamo una coppia, quindi potevo uscire con Luke... come amici.
"Vuoi uscire con me?" feci invece sconcertata. "Dopo essere scappato, avermi detto che sono una droga per te e dopo avermi detto tutte quelle cose lasciandomi totalmente confusa, adesso mi vieni a dire che vuoi uscire con me?!"
La rabbia e lo sconforto che s'impossessarono di me quando avevo visto la finestra spalancata della mia camera, ritornarono più forti di prima.
- Non era mia intenzione scappare... sono solo stato preso dal panico. Mi hai chiuso nel tuo armadio solo perché erano arrivati i tuoi genitori, hai idea di come mi sia sentito in quel momento? Sto cercando di lasciarmi alle spalle questi mesi schifosi dalla mia vita e ricominciare a rigare dritto, ma tu con quel gesto mi ha fatto sentire come... come... non lo so, un farabutto! -
Rimpiansi le mie parole, ma non osai contraddirmi. Lui dopotutto mi doveva ancora un sacco di spiegazioni.
"Pensi invece che con Michael lo abbia già presentato ai miei come se niente fosse? Senti, non è per te, non è niente di personale il mio gesto, l'avrei fatto anche se ci fosse stato Michael al tuo posto - solo che lui non l'avrebbe mai fatto perché sa più o meno come sono messe le cose -, è una questione mia."
- Ok, scusa. Non dovevo attaccarti in quel modo. - si scusò pentito del suo tono. Ma poi incrociò il mio sguardo deciso. - Ma usciresti con me, Sydney Brent? -

Words. || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora