Dopo qualche secondo di silenzio, accadde quello che Billy non si sarebbe mai aspettato. Suo padre si mise a ridere.

- Per Zeus, lo sapevo!- esclamò, scambiando un sorriso con Piper- Dovevi aver preso qualcosa da me! Lo sai, io sono nato e cresciuto al Campo Giove e quando sono stato al Campo Mezzosangue, ho capito che le regole forse non mi piacevano così tanto. Ho capito che essere figlio di due mondi poteva permettermi di avere una scelta. E l'ho fatta, decidendo di non scegliere, per così dire. Ma anche tu hai fatto la tua, vedo-

- Ci aspettavano questo giorno- aggiunse Piper- sapevamo che, prima o poi, sarebbe saltato fuori il tuo vero io. E il tuo vero io, a quanto pare, non è romano-

Billy li fissò attonito.

- Quindi non... siete arrabbiati?- chiese.

- Non abbiamo motivo di esserlo, anzi, semmai siamo orgogliosi di quanto tu sia maturato nel giro di poco- rispose Jason.

- Solo, non sarà semplice fare come ci chiedi- disse Piper- voglio dire, Annabeth e Percy hanno agganci a New York, ma noi... ci vorrà un po', ma potremmo anche noi tentare di vivere nel mondo mortale. È un rischio che si può correre-

A quel punto, Billy sorrise.

- Non posso chiedervi di fare tutto questo per me, vi chiedo però di pensarci- spiegò- nel frattempo, se non vi dispiace... dopo le feste vorrei fare un tentativo. Prima di venire qui ho parlato con Adam, mi ha detto che la sua scuola ha anche dei dormitori o eventualmente può ospitarmi lui senza problemi tutto il tempo che sarà necessario. Anche Riley ha detto che, nel caso, c'è posto a casa dei suoi nonni per me-

L'espressione di Piper fece capire a Billy che stava pensando qualcosa del tipo "ecco, si è rotto il cordone ombelicale. È giusto, ma sono triste". Tuttavia, nessuno dei due gli disse qualcosa per smontare la sua idea.

- Devi trovare la tua strada- gli disse Jason- noi siamo sempre con te-

Era fatta, il peso che Billy sentiva da un po' sul cuore si era alleggerito. I suoi genitori erano fantastici, riusciva a pensare solo a quello. Senza farsi problemi corse ad abbracciarli entrambi. Sarebbe stata dura stare senza di loro, anche se solo momentaneamente, ma sentiva di doverlo fare, era necessario per crescere. Doveva allontanarsi da loro, spezzare quel cordone ombelicale, altrimenti sarebbe rimasto in eterno l'insicuro Billy Grace.

Con un certo sollievo comunicò la notizia agli amici poche ore dopo, terminata la cena. I semidei erano tutti raccolti davanti al falò, con i figli di Apollo che suonavano e cantavano e i ragazzi della casa di Afrodite che ballavano per intrattenere i compagni. Adam non ne volle sapere di lasciarlo andare al dormitorio, spiegando che lo usavano solo i peggiori soggetti, quindi praticamente decise all'istante che sarebbe stato a casa sua. Incredibilmente, i suoi genitori non dissero di no, anzi, nemmeno Clarisse parve preoccupata della decisione, brontolò solo qualcosa riguardo l'aggiunta di un letto da prendere chissà dove.

Per la prima volta, Billy si sentì sereno e senza pensieri. Nemmeno il sapere che di lì a pochi mesi avrebbero affrontato un pericoloso viaggio lo turbava; sarebbe stato con i suoi amici, tutto regolare.

La casa di Afrodite accolse l'idea con un entusiasmo incredibile. Iris lo abbracciò più volte, ripetendogli quanto fosse felice che avesse deciso di stare al campo con loro. Iniziò a elencare le numerose cose che potevano fare insieme anche durante le feste invernali, i weekend se non aveva troppo da studiare, quelle pasquali e molto altro. E a Billy piacque molto sentire tutto quanto.



Pochi giorni dopo, tornarono tutti a casa o dalle famiglie per la fine delle vacanze invernali. Poco prima del rientro a scuola, Ian Magnussen mandò loro un messaggio Iride nel quale li informava che i lavori stavano procedendo bene e che tutti si stavano dando da fare per lavorare alla Argo III.

Billy si trasferì a casa Rodriguez il giorno prima dell'inizio delle lezioni alla Booth, in modo da avere un po' di tempo per sistemare le proprie cose e ambientarsi un attimo. Non fu difficile, l'appartamento di Adam era esattamente in centro e a pochi passi dalla scuola, potevano andarci a piedi. Non erano neppure tanto distanti da casa di Riley, bastava prendere il traghetto e un paio di fermate di metropolitana. Quando mise piede in camera di Adam, Billy capì cosa intendeva Clarisse riguardo il letto in più: la stanza dell'amico era parecchio spaziosa e la disposizione era stata cambiata per farci stare due letti invece che uno.

- Hai dovuto cambiare tutto per me...-

- Non fa niente! A casa ci sto pochissimo e sai, la vita da figlio unico è noiosa, a volte. Non ho bisogno di tutto questo spazio, alla fine-

Billy sorrise, guardando fuori dalla finestra la città al tramonto.

- Bello il panorama- commentò- è una sensazione stranissima, sai? Insomma, stare qui...-

- All'inizio sarà sicuramente dura- gli disse Adam- i tuoi ti mancheranno, fidati. Ma sono certo che troveranno il modo di trasferirsi qui anche loro! Solo, forse ci vorrà un po'-

- Lo so, ma credo che avrò molte cose a cui pensare. Casa nuova, vita nuova, scuola nuova...-

- Riley quasi dall'altra parte della strada, probabilmente nella tua stessa classe...-

Arrossendo, Billy si voltò verso Adam e si ritrovò un cuscino dritto sulla faccia.

- Ti sto prendendo in giro, dai, non arrossire così!- rise il nipote di Ares- Tra l'altro, sta sera ti va grassa, sai? Papà è tornato presto dal lavoro e cucinerà lui. Fa il miglior chimichanga di tutta Manhattan, credi a me!-


Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo [CONCLUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora