Riley

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L'idea rimase buona solo inizialmente, perché quando gli adulti lo scoprirono, diedero loro una bella strigliata.

Dopo aver momentaneamente concluso la riunione, Riley e gli amici erano letteralmente sgattaiolati via per andare a parlare con Ian Magnussen e Michaela Ricoletti. Erano passati a prendere Michaela, poi avevano mandato un messaggio a Ian, o meglio, glielo avevano letteralmente lanciato, attaccato ad una freccia di Donovan. Il figlio di Apollo si era appostato su un albero e aveva mirato verso la branda del ragazzo grazie alla finestra aperta. Precisione millimetrica, certo, ma aveva mancato la testa di Ian di mezzo centimetro e gli aveva fatto prendere un colpo. Forse un "ciao, dobbiamo parlarti un momento" sarebbe stato meno pericoloso.

Si diedero appuntamento davanti al fantomatico Bunker 9, lo usavano solo i ragazzi della casa di Efesto ed era un posto abbastanza sicuro. Quando Ian li raggiunse, i ragazzi erano davanti all'entrata. Adam e Billy stavano giocando con alcune teste di drago in bronzo appese alla porta.

- Occhio, mordono- li avvisò.

Billy ritirò subito la mano, ma Adam gli diede una pacca sul braccio, scuotendo il capo. Ian sorrise.

- Scherza- gli disse il nipote di Ares- ti prende in giro, scemo!-

Billy arrossì, borbottando qualcosa sottovoce. Quando vide Michaela, l'espressione rilassata di Ian cambiò. S'irrigidì e tornò serio.

- Allora, per cosa ho quasi perso la testa?- chiese.

Donovan allargò le braccia.

- Scusa, amico, ma non sbaglio mai il bersaglio, sono solo... eccessivamente preciso- si giustificò- comunque, dobbiamo chiederti delle cose riguardo le tue doti da figlio di Efesto-

Riley lo osservò. Ian era grande e grosso, era più alto di Donovan e Adam di almeno dieci centimetri e già loro non erano dei pigmei. Faceva un po' paura, ma era un ragazzo di indole molto buona, in realtà. Non sorrideva quasi mai ed era un peccato, sarebbe stato un bel ragazzo con un po' più di luce sul volto.

- Non capisco- ammise Ian, guardandoli tutti.

- Ecco, dobbiamo andare in Beozia- spiegò Riley, aggrottando la fronte e voltandosi verso Donovan, che annuì- sì, ok, è la Beozia, pensavo di aver detto una cosa stupidissima. Ok, quindi dobbiamo attraversare un bel pezzo di mondo, capisci? E, ecco, forse sai cosa si dice sulle Antiche Terre, il Mare Nostrum...-

Ian la interruppe con un gesto della mano e annuì col capo.

- Conosco a memoria la storia dell'Argo II- disse, per semplificare le cose- e so della profezia che ha pronunciato Ella, o meglio, una sua parte. Ma cosa mi state chiedendo, esattamente?-

- Di costruirci una nave volante del genere per andare in Grecia senza metterci più o meno tutta la vita o spendere milioni di dollari di viaggio- rispose Adam.

Spalancando gli occhi, Ian lo fissò, poi guardò gli altri, ma parevano dannatamente seri. Lui, invece, sulle prime aveva pensato ad uno scherzo, una ripicca per la sua persa in giro sui draghi di bronzo alla porta del bunker.

- Io non... non posso- fece, incerto- insomma, non ne sono in grado. Io non sono quel fenomeno di Leo Valdez, ok? Non so nemmeno perché mi hanno fatto capogruppo-

- Niente false modestie- intervenne Michaela- sei il capo, votato all'unanimità, perché sei il migliore e tutti si fidano di te. Non parlo solo della casa di Efesto, parlo di tutti-

Le parole di Michaela gli fecero raddrizzare le spalle, ma le sue efelidi si accentuarono a causa del rossore lieve che gli salì alle guance. Se avesse detto di no, l'avrebbe delusa e non poteva permetterselo, non dopo quel complimento, non dopo che per la prima volta riuscivano a parlare senza scherzi e insulti.

Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo [CONCLUSA]Where stories live. Discover now