Capitolo 28

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La mattina seguente mi sveglio con Abigail aggrappata a me come un koala, indossa la mia maglia che ho messo io stesso ieri notte quando era ancora incoscientemente lucida, la maglia le copre a malapena il suo bellissimo sederino tonto. Piano piano scostò le sue braccia da me e scendo di sotto a preparare la colazione, i pancake.

"Non abbiamo fatto sesso vero?" Mi giro mentre sbatto l'impasto.

"Amore, no. Che cosa vai a pensare? Non abbiamo fatto niente di niente, anche se volevo con quelle mutandine microscopiche avrei potuto affondare le mani, ma ricordati che un buon uomo non fa sesso con una donna incosciente, è controproducente anche se tu faresti eccitare ugualmente.."  Faccio una piccola risata.

"Intanto non chiamarmi così, e poi io te abbiamo chiuso. Vai a scopare con la tua segretaria!" Prende la sua giacca poggiata sul divano e va all'uscita.

"Abigail ascoltami, non è come pensi.."

"Vai a quel paese Alex!" la seguo mentre sta per aprire la porta tenendola per il braccio.

"Io ero tranquillo lei ha fatto tutto, ti giuro piccola. È un assatanata, voglio veramente spiegarti tutto però tu credimi, per favore!" Acciglio lo sguardo verso di lei e lei mi acconsente a parlare come un bagliore di speranza.

"Parlavamo di negoziare per un azienda e allora lei ha cominciato a toccarmi e sedersi sopra di me bloccandomi e usando le mie mani come un suo oggetto schifoso, appena mi divincolavo per togliermi sei arrivata tu. Io ti amo perfavore perdonami se ti ho ferito." Mi inginocchio baciando le sue mani.

"Ho bisogno di pensare, non farti vedere voglio tempo." Se ne va così lasciandomi con quella risposta lugubre che mi metteva paura a stare solo senza di lei...

Chiusa la porta comincia a rompere tutto quello che mi sta attorno. Ormai persa la mia vita non aveva un senso, ma non mi sarei arreso. Per prima cosa non devo lasciarla così. Devo inseguirla e spiegargli tutto ancora una volta.

POV ABIGAIL

È bello passeggiare per le strade di Miami il clima è caldo e nonostante abbia dei brividi per quello che sia successo so si essere tranquilla di potermi fidare di lui. Non lo so ma dentro di me so che lui non è colpevole che quella odiosa isterica malata del sesso gli ha saltato addosso come una sanguisuga. Non ammetto di dire che non sono gelosa o arrabbiata però per mia ragione la cosa più giusta da fare è farlo soffrire, fargli capire lui al posto mio.

C'è un piccolo bar all'angolo delle strada dove fanno dei dolci davvero molto buoni. Mi siedo vicino due coppie che si baciano tanto per restare in tema di ragazza depressa.

"Cosa posso ordinare?" Prende ordinazioni il cameriere dal viso un pò stanco.

"Vorrei la torta del giorno quella al cioccolato con le fragole!" Risponde osservando il menù.

"Ne porti due.." Alex risponde dietro di me.

Alex? Ma che cosa?

"Che cosa ci fai qui? Ti ho detto che voglio tempo. Lasciamo stare!" Altero la voce davanti al cameriere.

"Okay... Porto le due torte!" Svigna il cameriere impaurito del mio tono di voce agitato.

"Vaffanculo devi lasciarmi."  Lo spingo in modo ride facendolo sedere nel lato opposto al mio.

"Basta ABIGAIL non fare la bambina dispettosa!" Mi passa il pollice sul labbro.

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