Capitolo 2

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Mi sveglio nel mio letto con le voci di mio fratello John che inizia a gridare il mio nome "Aby devi andare con la mamma a fare la spesa, Aby svegliati." Il fratello maggiore, ventiquattro anni che non si notano, io e lui siamo molto uniti e ci assomigliamo in modo particolare siamo di carnagione scura, stessi occhi verdi e azzurri, stessa chioma. E' solo il carattere che ci frega, lui è già sotto di papà nell'azienda io invece devo ancora decidere che fare.

Perchè mia mamma vuole fare la spesa? Di solito Maria va a farla. Accetterò questa tortura e andrò a fare la spesa, ma già che ci penso comprerò qualcosa che mi piace, visto che devo mangiare sempre sano, ma adesso è il tempo di sgarrare. Mi faccio una bella doccia calda, lavo i miei lunghi capelli scuri. Dopo essere quasi pronta metto un vestito bianco con dei piccoli fiori, mi incalzo le converse e scendo giù.

"Mamma possiamo andare", risponda va bene, prendo una banana in cucina e vado nel garage.

Oggi quale macchina scelgo? Prendo la mia Porshe 911.

"Tesoro quante volte ti ho detto di vestirti in modo formale sembri rimasta ancora diciassettenne", è sempre così tutte le volte. "Invece dimmi Mamma, come mai stiamo andando a fare la spesa? Non è una cosa che ti si addice." Lei alza gli occhi al cielo. "Cara, dobbiamo comportarci in modo normale, sennò i nostri vicini penseranno che non siamo una famiglia perfetta e comune." Perfetto, conta l'immagine eh! Arriviamo al supermercato, prendo i carrelli e commino già nella mia corsia preferita cioccolati Kinder. Mentre scorro con il carrello e con l'altro mano butto giù tutto senza guardare chi sta davanti a me, così senza volerlo con la mia innata goffaggine segreta mi imbatto nel carrello con un'altra persona o meglio dire con... "Oh cavolo non volevo scusami, sono stata un pò sbada..." Mentre finivo di parlare mi blocco, mi ero appena accorta che mi sono imbattuta con lui, si è proprio lui, il ragazzo di ieri. La mia testa gridava aiuto! Smettila Abigail è lui fattene una ragione.

"Sta tranquilla in fondo sei immersa tra queste cose che fanno molto male. Ecco, se vuoi ti aiuto io a prendere questo", prende un pacco di cioccolati e me lo passa, "Ecco tieni!" Rimango a bocca aperta, devi rispondere pensa la mia testolina. "Beh io vado grazie!" Sfido il suo sguardo, ma ha capito chi sono? O era solo ubriaco ieri, può darsi e lo ero anche io peccatore mi ricordo tutto.

Vado nel reparto patatine e prendo anche da bere: coca cola, il mioamato estathè alla pesca, qualche birra, insomma voglio passare un serata da Netflix e prendere 2 kg in 3 ore.

Comincio a camminare di nuovo spingendo il carrello, mentre come al solito preso altre schifezze varie e.... Bam! "Oh mio Dio, scusami non volevo adesso penseri che l'ho fatto apposta ma non è così." Ma che mi prende, vedo Kinder e chissà che, neanche se fosse una Chanel.

"Puoi stare tranquilla sarà destino non credi? Niente è per caso..." Mi sorride spostando gli occhi sulle mie labbra. Noto le sue fossette formate nell'angoli della bocca, penso che è davvero troppo per me. E' dannatamente sexy.

"Sto andando via, quindi penso proprio che non ci rincontreremo!" Sbotto come un serpente, altro che gattina.

"Che peccato, mi piace essere sbattuto... Intendo con il carrello. Ma vedo dal tuo carrello che sta sera sei con le tue amiche", veramente? Un doppio senso con il carrello? E poi questa spesa era solo per me; restare davanti alla TV con il film Le Pagine Della Nostra Vita, a piangere per la millesima volta. "Veramente li ho comprati per me, non mi và di uscire molto, quindi preferisco stare davanti la TV e riempirmi di queste cose che mi fanno male." Con aria soddisfatta finisco la frase "Che strano di solito le ragazze il venerdì sera escono ma a quanto pare mi sono sbagliato, beh è stato un piacere..." Dico l mio nome e lui lo ripete "Abigail Wilson."

"Sì anche per me..." Lui mi ripete il suo, "Alex White".

Mi dirigo verso la cassa raggiungendo mia mamma, guarda il mio carrello con espressione strana. usciamo dal supermercato e andiamo verso casa. Al solito mio fratello non si fa mai trovare in casa per salire la spesa ma meno male che c'è Ben sempre pronto a togliere i miei pesi.

E' ora di pranzo, come al solito i miei mi gonfiano la testa per il mio futuro, che devo essere terminata, che devo uscire di più di casa ed essere una donna ormai. "Se non uscirai on troverai mai il tuo Noah, come quel film che continui a guardare senza una fine", alzo gli occhi senza rispondere.

Vado nella stanza porto tutte le mie scorte e mi preparo a guardare un film, ma come al solito...

"Pronto?", "Dimmi Kate, sto guardando un film", "Sta sera andiamo a mangiare Sushi, non accetto un no come risposta perchè sai che vengo fin lì", Rassegnata accetto.

Sono le sette, vado nella cabina armadio e scelgo i vestiti da mettere. Gonna in Tweed nera e dorata con giacca abbinata Chanel e tacchi neri, trucco con un filo di eye-liner. Pronta scendo giù, afferra la borsa metto il telefono dentro e vado a prendere Kate.

Entrati nel locale prendiamo posto, il migliore della città di New York, "Cosa vi posso portare?" Risponde il nostro amico cameriere. "Fai il solito per noi due, ma sta sera prendiamo una bottiglia di vino e non due calici, penso che non basterà." Me ne pentirò di questa scelta lo so.

"Davvero Aby? Raccontami dai." Diamo i menù al cameriere e comincio a raccontare tutto a Kate.

"Non ci posso credere, non si è ricordato di te? Aspetta ma non vi siete matti una foto?"

"Vero, hai ragione, se la troverà penserà che sono stupida, non gli ho detto che ero io." Spero solo di non incontrarlo più.

Mi giro a guardare nei tavoli, uno in particolare mi crea un'area familiare. Aspetta! Loro sono gli amici di Alex, cerco di non farmi notare visto che già mi avevano notato, tengo il profilo basso. Ma non credo servirà molto perchè mi stanno fissando parlando tra di loro.

"Kate, loro sono gli amici di Alex, oggi erano al supermercato con lui."

"Penso che lo stanno chiamando" Merda, merda!

Mi giro verso l'entrata, si è proprio lui, con il suo vestito formale da classico uomo, ma addosso a lui stava veramente bene. Si avvicina verso di me.

"Salve Abigail, strano trovare qui, pensavo dovevi stare a casa a consumare le tue scorte." Che gli dico adesso?

"Beh, l'ho costretta io, dovevamo uscire per forza sta sera siamo invitate ad una festa!" Guardo Kate con occhi di fuoco.

"Beh scommetto che state andando all'hotel appena aperto." Cavolo, Kate me l'aveva accennato, vorrei soffocarla con i bastoncini del sushi.

"Esatto", rispondo.

"Beh allora ci vediamo lì" mi guarda facendomi l'occhiolino, annuisco e lui và a sedersi con i suoi amici.

Mi alzo ed esco fuori per prendere un pò d'aria tutto questo è davvero troppo per me, molte emozioni. Sento Kate dietro di me "Kate ora rientro!" "Veramente sono Alex." Non ci posso credere questa è una tortura, voglio soltanto il mio letto e il mio film.

"Scusami pensavo fosse Kate", dico guardandolo mentre si siete accanto a me sopra i divani, sfiorandomi la spalla.

"Stai tranquilla Abigail Wilson, è davvero bello il tuo nome, bella davvero come te." Perchè mi fa così tanto ribollire il sangue?... "Mi fai sangue" metto le mani subito in bocca, devo stare attenta quando penso perchè senza farci caso dico quello che penso. Mi guarda sbalordito, ma allo stesso tempo sicuro di sé. "Davvero?"

"Scusami non volevo dire questo, stavo borbottando, sonotremendamente stanca", mi invento due cose lì su due piedi; spero solo che mi creda.

"Non mi dire!" Si avvicina a me fissandomi negli occhi, mi sposta una ciocca davanti il viso.

"Scusami ma io rientro" mi blocca il polso e mi tira facendomi sedere quasi sopra di lui.  

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