Should I tell him how I feel...? (parte 2)

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Elena c'era stata tante volte nella sua, e non aveva fatto mistero della sua curiosità. Per una volta, toccava a lui essere quello che ficcava il naso dove non avrebbe dovuto, per sensibilità, visto che quella era la stanza di una ragazza.

Poi lo sentì... il rumore della doccia, e un sorrisetto spontaneo gli nacque sulle labbra, sebbene avesse dovuto fare appello a tutto il suo autocontrollo, per non cercare di aprire l'altra porta.

Fu strana anche quella sensazione di dejà vu, perché la prima volta sotto la doccia c'era stato lui. Era una coincidenza quasi divertente, che le loro rispettive prime volte nella camera dell'altro, dovessero essere accompagnate dalle docce dei proprietari della stanza.

Pensò di sedersi su quella specie di divanetto che c'era sotto la finestra, e cercare qualcosa per tenersi impegnato, nella trepidante attesa di sapere come, esattamente, sarebbe uscita dal bagno, senza sapere che lui era lì.

Quello sì che sarebbe stato uno spettacolo interessante...

Lanciò distrattamente il diario prima di sedersi, e quello si aprì all'ultima pagina, proprio lì dove il segno era tenuto dalla penna, e fu l'unica cosa che fu in grado di distoglierlo dal pensiero di Elena sotto la doccia. Naturalmente aveva già dato un'occhiata, ma solo alla pagina a cui l'aveva trovato aperto sul pavimento della sua camera e qualche altra poco dopo, dato che non aveva voluto correre il rischio di leggere qualcosa che lo riguardasse.

E questo perché era una cosa vagamente... preoccupante, e ancora non aveva capito se in senso buono o meno.

Era abituato al fatto che la gente lo deludesse, era successo di continuo nella sua relativamente breve vita, e non voleva leggere qualcosa che gli avrebbe fatto cambiare opinione su Elena: voleva credere che fosse completamente sincera. Finora, era stata l'unica - tralasciando la famiglia, chiaramente, anche se su quella avrebbe avuto da discutere su qualche personaggio, tipo la cara Lexi - che non si era dimostrata esattamente come tutti gli altri, che poi era stato il motivo per cui - almeno secondo sua madre - lui aveva avuto paura e si era allontanato da lei.

Senza contare che leggerlo avrebbe senz'altro violato la sua privacy, che era una cosa importantissima per Elena, chissà per quanto tempo avrebbe potuto tenergli il broncio - offendersi.

Ma quel bastardo insieme di cartaccia decideva di aprirsi proprio sull'ultima pagina? Come diamine faceva a resistere alla tentazione quando gli si presentava così, su due piedi? A pensarci bene, buttare un occhio non era proprio come leggere...

Lo raccolse e si disse di starlo facendo per chiuderlo, invece cominciò a farci scorrere sopra lo sguardo, troppo preso dalla curiosità.

Avrebbe chiesto scusa dopo... forse.

"Ci ho riflettuto, devo essere sincera: ci sono momenti in cui mi rendo conto che sta succedendo davvero e che non so cosa fare in futuro. Miss Mystic Falls si avvicina, e più andiamo avanti, più sono certa che voglio che Damon continui a far parte della mia vita." il ragazzo corrugò la fronte, e si sforzò con tutto se stesso di non vergognarsi di aver pensato male di lei, perché erano cose che proprio non faceva.

Si disse che avrebbe anche potuto smettere, che in fondo aveva solo confermato ciò che già sapeva: Elena voleva stare con lui.

Eppure... qualcosa spinse i suoi occhi a oltrepassare il punto e continuare a indugiare su quella calligrafia elegante e rotonda.

"Ma come faccio? Come faccio a gestire tutto quanto? I miei che vogliono che io vada bene a scuola, gli esami di fine anno, le richieste da mandare al College... quando l'unica cosa a cui riesco a pensare è lui? Ci sono volte in cui penso che dovrei lasciarlo andare, perché so che se avessimo una relazione (anche se non ho idea di cosa ci potrebbe essere di diverso), non presterei più attenzione a nient'altro, già adesso ho praticamente occhi solo per lui... che accadrebbe se fosse il mio ragazzo?"

Dear Diary - The Vampire DiariesWhere stories live. Discover now