Should I tell him how I feel...? (parte 1)

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Certo, abbiamo passato gran parte della notte a baciarci, ma non ha nemmeno pensato di allungare le mani, come invece fa di solito, quando ci dedichiamo a certe attività su un letto... be', in realtà un po' dovunque. Non posso negare che la cosa mi abbia fatto piacere.

Era lì per me, proprio per me, non per qualcosa che, come direbbe la mia migliore amica nel suo momento più poetico, sta un po' più sotto del mio ombelico, non ho nemmeno avuto il dubbio che fosse venuto da me con un'intenzione diversa da quella di parlare.

Ho avuto la conferma che cercavo dall'inizio: non possiamo stare lontani per troppo tempo l'uno dall'altra.

Per adesso son-


Elena fece appena in tempo a chiudere di scatto il diario, non appena avvertì un paio di labbra di troppo sul collo, a farle perdere la testa.

«Ne hai per molto?» domandò la voce maliziosa di Damon, proprio al suo orecchio. «Quando hai accettato di dormire qui, non pensavo che fosse per farmi godere della visione di te che scrivi il tuo diario, ma per stare un po' con me...»

«Questo perché sei un egocentrico.» constatò lei, con finta superiorità, ed era una protesta fin troppo debole per suonare davvero un rimprovero.

Appoggiò la testa alla sua spalla con totale abbandono, piegandola perché potesse impegnare il sorriso che gli era spuntato con più centimetri della sua pelle.

In realtà, Elena non poteva negare nemmeno a se stessa di aver accettato la proposta di dormire insieme per una ragione ben poco innocente. Qualcosa andava fatto per fargli capire che non aveva più intenzione di aspettare ad andare oltre, e quell'occasione era sembrata perfetta.

Se l'era immaginato da che l'aveva trovato interessante sotto quel punto di vista – da quando avevano deciso di essere più che amici, in parole povere – che sarebbe successo proprio tra le sue coperte, magari quelle rosse.

«Ah, è così, eh?» Damon passò delicatamente i polpastrelli sul profilo del suo collo, e parlò sommessamente. «Allora, niente coccole, peggio per te.»

Mentre Elena sollevava la testa per guardarlo confusa e contrariata, lui la lasciò andare, non senza averle fatto un occhiolino di cui la ragazza non riuscì davvero a cogliere il significato.

Si domandò solo cosa ci fosse di strano, in lui, che era passato dal volerle continuamente saltare addosso, ad essere più mansueto di... un muro, accidenti a lui, che si era calmato – a meno che non fosse lei a spingerlo al limite, ma anche lì era in grado di trattenersi alla grande – ma non aveva di sicuro perso il suo fascino.

E adesso era lei quella con la voglia costante che le sue mani indugiassero più del dovuto sotto al suo pigiama.

Trattenendo a stento uno sbuffo sconfortato, si costrinse a riaprire il diario, non senza avergli lanciato un'occhiata risentita, mentre lo osservava rimettersi sul letto e recuperare il libro che stava leggendo.

Come cavolo faceva a rimanere così calmo?


Per adesso sono felice, anche se Bonnie e Caroline hanno completamente disapprovato la mia scelta di dormire in camera con Damon, non solo oggi a scuola, ma perfino prima di smistarci nelle stanze degli ospiti.

Lo so che sembra una decisione affrettata, ma è anche vero che nel caso in cui io non mi sentissi ancora pronta, niente mi impedirebbe di fermarlo come sempre, e so che lui rispetterebbe la mia decisione.

Secondo loro, mi sto fidando di lui troppo presto, ma il fatto è che... io so di poterlo fare, e non solo perché ha dimostrato di poter essere straordinariamente dolce.

Dear Diary - The Vampire DiariesWhere stories live. Discover now