Chapter 71 : past, aespa

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1113 d

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1113 d.C, sul grande fiume che divideva la penisola

L'acqua limpida si scontrava con l'imbarcazione, ogni qualvolta quest'ultima incontrava le onde.

La nebbia si era pressoché dissolta, solo una leggera nube avvolgeva i presenti, inumidendo i loro vestiti e i loro capelli.

Eco era ormai distante, ma le rocce continuarono comunque a spiccare in quella landa desolata, ricordando ai membri dell'equipaggio che le pietre fredde e taglienti di quell'altopiano, non facevano altro che riflettere i loro tormenti interiori.

Doyoung passò sessant'anni in quella terra, più del doppio del suo tempo vissuto a Goryeo, ma questo non poteva di certo saperlo.

Aveva vissuto così intensamente, crescendo e istruendosi, sia in battaglia che a riposo, che quasi poteva sentirne la differenza. Sembrava quasi che a Goryeo avesse vissuto dieci vite diverse, in ventisette anni. Il suo corpo si era trasformato, come ogni essere vivente, tanto da dimostrare i suoi reali anni, eppure, dopo la sua morte i suoi tratti erano rimasti permanenti, congelati nel tempo. Sarebbe stato per sempre giovane, non sarebbe mai invecchiato. E più rimaneva in quella penisola più si rendeva conto che anche gli altri esseri viventi avevano questo potere.

Dopo essere scappato da Eco, correndo tra le rocce e gli strati di pietra dell'altopiano, mentre il fuoco continuava a bruciare tutto ciò che incontrava sul suo cammino, Doyoung notò una barca quasi in riva al fiume.

Pensò fosse solo il frutto della sua immaginazione, eppure lì in mezzo alla coltre nebbia, dove tutto il mondo scompariva, diventava fantasma, c'era veramente un'imbarcazione. Così si sbracciò, cercando di catturare l'attenzione degli uomini che la stavano dirottando.

Ma più ella si avvicinò, mentre Doyoung era intento a fissare la sua imponente spada dietro la sua schiena, più il nostro protagonista si rese conto che quelli non erano affatto uomini imponenti, dallo sgradevole odore, barbuti e vestiti in modo trasandato. No, erano delle donne.

Quello forse era solamente un brutto gioco della sua immaginazione. Vari ricordi attraversarono la sua mente, come se non li avesse vissuti mai veramente. La rotta per Izumo non era mai stata più vicina di così nel suo cuore.

Una ragazza, con le mani appoggiate sul bordo, con lo sguardo fisso verso di lui, stava comandando la rotta. I suoi capelli corvini, lunghi, leggermente mossi, ondeggiavano nell'aria per via del vento, lasciando scoperto il suo viso.

Quel giorno Doyoung salpò con loro, lasciando definitivamente quella terra, forse per sempre, andando alla ricerca di qualcosa di perduto, che avrebbe faticato a trovare.

<< Dove devi andare? >> gli chiese Karina, avvicinandosi a lui. Il corpo del nostro protagonista era seduto all'interno della cabina, con le ginocchia piegate fino al volto chino. I suoi occhi erano persi nel vuoto, neanche si accorse delle sue parole.

Exile | Kim DoyoungWhere stories live. Discover now