Chapter 44

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Per la prima volta dopo svariati mesi Levante rivide la luce del sole in tutta la sua bellezza

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Per la prima volta dopo svariati mesi Levante rivide la luce del sole in tutta la sua bellezza.

Molte cose erano cambiate da quando era stato rinchiuso, compresa la presenza della nuova arrivata Althea, la dipartita del protettore, la morte di Taeyong e il nuovo regnante in carica Sicheng.

Il Castello dell'Esilio non era più lo stesso, certo, ma Levante mai avrebbe pensato che quella terra potesse cambiare aspetto così velocemente.

Non appena fu libero toccò i prati verdeggianti, cadendo sull'erba e volteggiandosi su di essa per assaporare quel buon profumo. Urlò di gioia, tutti gli abitanti lo stentirono. Persino uno stormo di uccelli, appollaiato su una zona apicale delle mura, volò per lo spavento.

Sicheng decise di lasciarlo andare, sapeva che non avrebbe mai fatto male a una mosca, figuriamoci a una persona. La sua follia avrebbe continuato a disturbare gli abitanti, ma non poteva di certo prolungare la prigionia di un uomo innocente, così accettò il suo buon senso.

Poco distanti, all'interno del campo di allenamento dell'armeria, i condottieri si stavano allenando, sotto lo sguardo giudicante di Sicheng e Sir Eluard. Quest'ultimo, seduto su una piccola sedia in legno, a debita distanza dal suo imperatore per via del risentimento che covava, si stava godendo il sole e la debole aria fredda, tenendo sotto controllo di tanto in tanto i suoi uomini. Sicheng, molto più concentrato di lui invece, con le mani dietro la sua schiena, stava prestando attenzione a tutti i movimenti dei guerrieri, aggrottando le sopracciglia per gli errori commessi.

Yuta si stava allenando con il suo tanto amato arco, cercando di migliorare la sua tecnica. Tutta la sua precisione era svanita con la morte di Taeyong, forse perché il sentimentalismo aveva preso il sopravvento su di lui. Ogni qualvolta che sbagliava mira, osservando la freccia conficcarsi in prossimità del perimetro del disco in legno, stringeva i pugni e scuoteva la testa, maledicendo se stesso per la sua scarsità.

Quella mattina Althea, affacciata alla finestra della camera padronale e vedendo suo marito al lavoro nel campo di allenamento, decise di scendere per ammirare gli uomini dell'armeria come i vecchi tempi. Non era ancora iniziato il suo allenamento, come aveva giurato precedentemente Sicheng, forse quella breve visita gli avrebbe fatto tornare alla mente la promessa fatta.

Così, con il suo solito mantello e gli stivali scuri, scese nel regno, tra le vie centrali, dirigendosi lentamente verso di loro.

Peccato però che qualcuno in particolare, non appena la vide e la riconobbe, corse immediatamente da lei per fermarla.

Una mano la afferrò debolmente per una spalla, il suo viso era incredulo, a fatica riuscì a parlare.

Per poco Althea non cadde per lo spavento, per via dei suoi pensieri, perché troppo assorbita da essi. Infatti non si rese conto dei passi veloci verso la sua direzione.

Non aveva mai visto quell'uomo, per questo si allontanò di un metro, cercando di capire che cosa volesse da lei.

<< Tu devi essere la nuova arrivata >> disse con un nodo alla gola e con le pupille tremolanti, ammirando la sua bellezza candida.

Exile | Kim DoyoungWhere stories live. Discover now